Osnago: acquisita la villetta confiscata alla criminalità

Il Comune di Osnago ha acquisito il bene confiscato di via delle Robinie. Fatti salvi i 981,25 euro versati all’Ufficio Conservatoria dei Registri Immobiliari dell’Agenzia delle Entrate di Lecco, l’Ente comunale ha ricevuto gratuitamente l’immobile residenziale dal valore catastale di 320 mila euro. Eventuali oneri e pesi che gravassero sul bene anteriormente alla confisca sarebbero estinti di diritto ai sensi della legislazione vigente. A quanto ci risulta, la trascrizione a favore del Comune è già avvenuta.

Fondamentale è stata l’accelerata impressa dall’ANBSC (Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata), il cui Consiglio direttivo ha deliberato il 28 luglio il trasferimento del bene al Comune di Osnago per scopi sociali. Ne è seguito, il 14 agosto, il decreto del direttore dell’Agenzia stessa, il Prefetto Bruno Corda. Passaggi avvenuti in rapida successione rispetto all’intenzione in tal senso espressa dalla Giunta di Osnago il 30 giugno.
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Immagine di repertorio dell'immobile

Dopo oltre cinque anni dalla confisca definitiva, il trasferimento al patrimonio del Comune rappresenta un momento storico. Si chiude un lungo periodo di interregno tra la proprietà demaniale e la gestione temporanea dell’ANBSC. Ora il futuro della porzione della villetta bifamiliare al civico 12 di via delle Robinie, che versa in condizioni di incuria e abbandono, dipenderà dal Comune. Sarà l’Ente municipale a doversi occupare della sua manutenzione straordinaria e della sua destinazione a fini sociali. Una preziosa opportunità per rappresentare concretamente i valori della legalità.

L’ANBSC ha incoraggiato e spronato il Comune a farsi carico del bene, a partire dalla richiesta nel 2018 di verificare con i propri Uffici se l’abitazione fosse ancora abitata. I sopralluoghi avevano constatato che per circa due anni dalla confisca la villetta aveva continuato ad essere utilizzata dalla famiglia della sorella del vecchio co-intestatario [clicca QUI]. L’immobile sarebbe stato consegnato nelle mani dello Stato senza porte e finestre.

L’ultima richiesta formale della ANBSC rivolta al Comune per assumere la proprietà del bene è del 5 giugno scorso, in vista di una conferenza dei servizi che si sarebbe tenuta esattamente un mese dopo (5 luglio). Nel frattempo, in seguito a un’interpellanza del gruppo di minoranza Orgoglio Osnago, il 23 giugno il sindaco Brivio aveva annunciato a sorpresa in Consiglio comunale l’intenzione di procedere con l’acquisizione dell’immobile. Più facilmente pronosticabile – per via delle attese e per la posizione della villetta – invece, è stata la comunicazione fornita sempre in aula dal primo cittadino, circa la rinuncia dei Carabinieri Forestali, pervenuta il 2 maggio.
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Nel corso del Consiglio comunale del 23 giugno il sindaco ha rimarcato più volte le criticità di questa operazione, temendo che la ristrutturazione possa costare notevoli risorse economiche e mettendone parzialmente in discussione la sua utilità [clicca QUI]. Ha tuttavia promesso che la Giunta si sarebbe a breve espressa a favore, pur sottolineando che ulteriori aggiornamenti non avrebbero costituito una priorità.

Il nodo al fazzoletto si è potuto sciogliere il 30 giugno, quando la Giunta osnaghese ha pronunciato formalmente, con una delibera, l’interesse al trasferimento dell’immobile. Nero su bianco, l’atto non contiene alcun elemento di preoccupazione da parte della Giunta, contrariamente alle esternazioni professate dal sindaco in Consiglio pochi giorni prima. Anzi, viene conferito ampio valore morale alla scelta: “Il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati ad ogni forma di criminalità – si legge nel documento – rappresenta un grande esempio di civiltà e trasformare il frutto di condotte illecite ed antisociali in azioni a servizio della comunità attesta l’affermazione dei principi di legalità su ogni forma di criminalità”.

Nel febbraio del 2021 il Comune di Osnago aveva lanciato una manifestazione di interesse rivolta alle realtà del Terzo settore per sondare eventuali disponibilità a utilizzare a fini sociali l’immobile. Un passaggio non indispensabile, ossia non richiesto dalla normativa. Entro il termine del 31 marzo dello stesso anno, il tessuto sociale del territorio aveva dimostrato di essere ricettivo, con una vivace attenzione alla questione [clicca QUI]. Di proposte ne erano pervenute dall’associazione meratese L’Altra metà del cielo, dalla cooperativa L’Arcobaleno in collaborazione con il sodalizio parrocchiale osnaghese Il Pellicano, dall’azienda speciale Retesalute, dalla cooperativa La Rosa Blu di Ronco Briantino, dal nucleo di Protezione civile di Osnago I Falchi e dalla compagnia teatrale Caterpillar.
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La situazione era rimasta cristallizzata fino al 15 dicembre del 2021, quando in una conferenza istituzionale su scala regionale il sindaco Paolo Brivio aveva espresso oralmente la volontà dell’Ente locale di acquisire l’immobile. In quella stessa riunione era emersa l’idea dei Carabinieri Forestali di Como-Lecco, pur non rappresentati in quell’occasione dai propri vertici, di voler visionare il bene per meglio valutare l’ipotesi di realizzare una caserma a servizio del territorio meratese. Un annuncio che aveva dato adito alla Giunta Brivio di tirare i remi in barca, con la convinzione – che non trova rispondenza con la normativa in materia [clicca QUI] – di un presunto diritto di prelazione in ordine agli apparati dello Stato.

L’amministrazione comunale di Osnago – dalla regia politica all’esecutività degli uffici – ha dimostrato in questi anni una seria capacità programmatoria, in grado di cogliere prontamente le opportunità di numerosi bandi e realizzare così investimenti di piccola, media e grande entità. La testimonianza dei cantieri in corso o di imminente apertura non possono essere un freno o un alibi per delle eventuali lentezze sulla ristrutturazione del bene confiscato e la sua destinazione a fini sociali. Dopo cinque anni di sostanziale immobilismo su questo specifico fronte, rimediare dovrebbe essere semmai avvertito ancor più come un dovere cogente.

Il sindaco, dal suo osservatorio speciale come presidente dell’Ambito distrettuale, potrebbe riuscire nell'intento di far intercettare al Comune finanziamenti ulteriori a quelli che facilmente si otterrebbero dalla Regione per la riqualificazione dei beni confiscati. Il fermento dell’ultimo scorcio di mandato elettorale a Osnago dovrebbe piuttosto rammentare quante energie si sarebbero potuto e dovuto spendere per destinare a fini sociali l’immobile confiscato. Per una vittoria della società civile.
M.P.
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