Osnago: il bene confiscato sarà acquisito dal Comune dopo la rinuncia dei Forestali e 5 anni e mezzo di una lunga attesa

Il Comune di Osnago acquisirà a breve il bene confiscato di via delle Robinie. La relativa delibera sarà approvata dalla Giunta probabilmente già venerdì prossimo, 30 giugno. Poi dovrebbe avanzare una manifestazione d'interesse all'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità, corredata in teoria da un progetto di utilizzo. Poi spetterà all'ANBSC espletare la parte burocratica. L'attesa per questo pronunciamento finirà dopo che il 2 maggio il Comandante della Regione Carabinieri Forestale ha scritto al Comune di Osnago per "comunicare la rinuncia all'acquisizione dell'immobile confiscato".

 

La situazione era rimasta in stallo, secondo la linea espressa dal gruppo di maggioranza Progetto Osnago, dal 15 dicembre 2021, quando in un tavolo programmatico tra più Enti era emerso l'interesse da parte del corpo forestale dei Carabinieri di creare, nella porzione di una villetta bifamiliare in una strada privata a fondo chiuso, una propria stazione di riferimento per l'area meratese. La maggioranza osnaghese aveva deciso di attendere e dare la precedenza ai Forestali, alle sue verifiche e autorizzazioni ai livelli più alti. Mancava ormai il parere da Roma dal Comando generale dell'Arma dei Carabinieri. Il no dei Forestali ormai è definitivo.

 

A fornire la notizia è stato il sindaco Paolo Brivio, in risposta ad un'interpellanza da parte del gruppo di minoranza che è tornato a battere il colpo sul tema. Nel Consiglio comunale di venerdì 23 giugno il primo cittadino ha informato che il giorno precedente aveva avuto un'interlocuzione sull'argomento con il capo di gabinetto della Prefettura di Lecco e che il 5 luglio sarà ribadita la volontà di acquisire l'immobile di via delle Robinie in una ulteriore riunione preparatoria convocata dalla Prefettura di Lecco per la Conferenza dei servizi istruttoria indetta per le Province lombarde e la Provincia di Grosseto dall'ANBSC. Brivio ha specificato che l'intenzione sarà poi di mantenere la proprietà del bene, perciò senza alienarlo a sua volta, e destinarlo a fini sociali.

 

L'informazione è stata data con scarso entusiasmo, inversamente proporzionale alla preoccupazione. Il sindaco si è concentrato ad evidenziare i problemi piuttosto che le potenzialità, per arrivare a chiedere un'assunzione di responsabilità da parte di tutto il Consiglio comunale sul percorso da intraprendere. Una mossa anche dettata dall'esigenza di mettere le mani avanti: il ripristino dell'edificio e la sua destinazione sociale richiederà diverso tempo. "Se tra un anno il bene sarà ancora lì non ristrutturato, nessuno non venga a dire che non l'avevo detto" ha ammonito precauzionalmente Brivio. E infatti il sindaco ha dichiarato in risposta all'interpellanza: "L'acquisizione del bene per scopi sociali, ancorché fortemente caldeggiata dall'Agenzia e dagli organismi superiori di rappresentanza del Governo nazionale, non costituisce una priorità e probabilmente nemmeno un'opportunità per il Comune di Osnago".

 

Brivio ha sostenuto che l'Ufficio Tecnico comunale è già oberato da una molteplicità di procedure, lavori e cantieri, che in questi e nei prossimi mesi si succederanno "grazie all'efficace opera di partecipazione a bandi realizzata negli ultimi due anni dall'amministrazione comunale" ha sostenuto Brivio. Il bene confiscato andrà in secondo piano.

 

Da quando il bene è abbandonato le sue condizioni non possono essere migliorate. Anzi, senza gli infissi, rimossi dai precedenti proprietari, le infiltrazioni d'acqua potrebbero aver peggiorato le condizioni. Il Comune ha però voluto attendere i Carabinieri forestali quando avrebbe potuto inviare la propria richiesta all'ANBSC, che avrebbe poi deciso a chi assegnare l'immobile, come abbiamo già spiegato [clicca QUI]. I Forestali per Legge non avevano alcun genere di priorità.

 

Brivio ora individua nel deperimento del bene una causa dell'aumento dei costi per una sua ristrutturazione, oltre che per l'incremento dei prezzi sui materiali che ha inciso pesantemente sul settore dell'edilizia. Ha quindi dichiarato: "Per riqualificare l'edificio serve una cifra superiore, se non largamente superiore, ai 150 mila euro che Regione Lombardia mette a disposizione dei piccoli Comuni tramite bando annuale come contributo a fondo perduto nella misura del 90% per la ristrutturazione dei beni confiscati".

 

Nel suo intervento Brivio ha ribadito più volte che l'iter successivo all'acquisizione nel patrimonio dell'Ente non costituisce una priorità per l'amministrazione comunale. Ha poi messo in contrapposizione le risorse e i servizi che il lavoro sull'immobile confiscato richiede con altre opere che potrebbero essere utili al paese: "È forte l'impressione che lo stabile possa costare notevoli risorse economiche al Comune, sottraendole ad altre più urgenti iniziative". Ha comunque sottolineato che si farà di tutto per reperire dei fondi dai bandi o da co-progettazioni, "un'eventualità che l'amministrazione naturalmente cercherà di approfondire nelle prossime settimane" ha detto Brivio.

 

Nella disamina di Brivio il Comune di Osnago, con lo sgombero dell'attuale sede dell'asilo nido che si insedierà vicino alla materna dal 2024 (a fronte della costruzione di un nuovo edificio finanziata dal PNRR), non avrebbe poi nemmeno tanto bisogno di ulteriori spazi per le attività sociali utili alla vita del paese.

 

Nell'evidenziare nuovamente le criticità e le "potenziali controindicazioni pratiche, organizzative, persino finanziarie" il sindaco ha infine dichiarato che "l'acquisizione del bene confiscato sia auspicabile per ragioni che definirei di dovere civico e di coerenza con l'impegno di legalità che ha sempre caratterizzato l'amministrazione comunale di Osnago". Le preoccupazioni sono di carattere "pragmatico e non ideale". Brivio avrebbe esposto già alla Prefettura queste considerazioni chiedendo sin da ora pazienza.

 

Senza troppi giri di parole il capogruppo di minoranza ha commentato: "Noi riteniamo che questo bene vada subito preso senza pensare se è rischioso o se non lo è. Lo riteniamo noi che sul programma elettorale non l'abbiamo scritto. Voi che lo avete scritto adesso dubitate. Voi il mandato dalle persone lo avete già preso quando nel vostro programma elettorale avete scritto che il Comune avrebbe acquisito quel bene e utilizzato per fini sociali. Tutte le parole dette non posso sentirle perché significa che state mancando di rispetto a chi si è già espresso quattro anni fa dandovi il voto magari anche perché era convinto che quel bene fosse utilizzato". Riva ha chiesto di attivare la Consulta, la cittadinanza e di coinvolgere la minoranza nel processo che porterà a trovare una funzione sociale per quel bene.

 

Sulle preoccupazioni della maggioranza sui costi, Riva ha ribadito delle possibilità offerte dalla Regione e ha poi fornito un aneddoto personale: "Io non vedo questi rischi tecnici ed economici, se non altro perché ho acquistato un bene là vicino, l'ho appena ristrutturato e sono certo cosa costa ristrutturare un bene di quella natura perché guarda caso è stato costruito nello stesso periodo dallo stesso costruttore".

 

Per Vittorio Bonanomi il sindaco avrebbe tenuto un discorso in "politichese", sostenendo che la risposta fosse poco esaustiva. Il primo cittadino ha dimostrato alla fine un piccolo barlume di ottimismo: "La Regione con il Politecnico e i rappresentanti dell'imprenditoria locale in alcune realtà stanno cercando di dare vita a collaborazioni che sostengano i Comuni in un onere progettuale e di spesa che alle volte è davvero pesante. Io spero che si possa costruire una felice collaborazione anche con Enti superiori che ci aiutino a onorare l'impegno che ci prendiamo".

 

E pure il capogruppo di maggioranza Federico Dusi ha voluto raccontare la propria versione dei fatti, sostenendo che il Comune abbia agito con coerenza, trasparenza e in maniera chiara. Poi in riferimento ai dubbi di Brivio ha detto: "Credo che le preoccupazioni del sindaco non siano di un matto [col timore divorante di ricevere un'altra lettera dal consigliere Dusi abbiamo riascoltato 5 volte la registrazione e possiamo confermare con certezza che questa volta non abbia detto "mago" ma proprio "matto", ndr] che prova a nascondersi, ma semplicemente di una persona che vive il Comune e conosce le caratteristiche di certi beni".

Marco Pessina
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