Alpini
Via Silvio Pellico 7. Lomagna
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Al termine della prima guerra mondiale un gruppo di reduci l’8 luglio 1919 costituì l’Associazione Nazionale Alpini. Avvenne a Milano, presso la sede dell’Associazione geometri, e fu l’inizio di una lunghissima marcia che dura tuttora. Il primo presidente fu Daniele Crespi. Nel settembre del 1920 viene organizzata la prima adunata nazionale sull’Ortigara. A quel primo appuntamento ne seguono altri venti per giungere, nel giugno 1940, a Torino: il secondo conflitto mondiale è alle porte e perciò, per sette anni la manifestazione è sospesa. Nell’aprile del 1947, ricompare il giornale “L’Alpino”, anch’esso nato nel 1919 su iniziativa del tenente degli alpini Italo Balbo, poi noto esponente del fascismo. Nell’ottobre del 1948 si svolge a Bassano del Grappa la prima Adunata del dopo guerra. Dopo la sosta del 1950 dovuta a ragioni tecniche, essa riprende senza più interrompersi. Cittadini che hanno servito la Patria nelle truppe da montagna oggi guardano con preoccupazione l’assottigliarsi dei reparti alpini alle dipendenze del Comando Truppe alpine di Bolzano attuato dal Ministro della Difesa senza tener conto nè delle tradizioni nè della storia. Ma l’ANA, presidente Parazzini in testa, è decisa a difendere le proprie radici.
L’Associazione Nazionale Alpini presenta un organico di circa 380.000 soci, con 81 sezioni in Italia, 35 sezioni nelle varie nazioni del mondo, dal Canada all’Australia. Le sezioni si articolano in 4.271 gruppi. Ai soci ordinari si aggiungono 57.618 soci aggregati. Fedele a sentimenti quali l’amor di Patria, l’amicizia, la solidarietà, il senso del dovere, l’Associazione ha saputo esprimere queste doti intervenendo in drammatiche circostanze, nazionali e internazionali - dal Vajont (1963), al Friuli (1976/77), dall’Irpinia (1980/81), alla Valtellina (1987), all’Armenia (1989), all’Albania a favore dei kosovari (1999), alla Valle d’Aosta (2000), al Molise (2002), con i volontari della Protezione civile che risultano essere oltre tredicimila. Capo della Protezione civile alpina è Maurizio Gorza. Tra le numerose opere a favore del prossimo l’Associazione ha costruito in due anni di lavoro volontario dei propri soci (1992/1993), un asilo a Rossosch,al posto di vecchi fabbricati che furono già sede del comando del Corpo d’Armata alpino nel 1942 durante la campagna di Russia. Per i due anni di lavoro i volontari sono stati 721 suddivisi in 21 turni.
Le ore di lavoro sono state 99.643. Nel settembre 2003, se ne è celebrato il decennale, inaugurando in loco un parco. Analoga operazione su richiesta del vescovo ausiliare di Sarajevo, mons. Sudar, è stata condotta a termine nel 2002, per ampliare un istituto scolastico multietnico a Zenica (Bosnia) che ospita studenti delle tre etnie: bosniaca, serba e musulmana. Il 19 marzo 1994 l’Associazione ha inaugurato un nuovo ospedale da campo avioelitrasportabile, gioiello unico in Europa e forse nel mondo già impiegato più volte in occasione di pubbliche calamità. Ne è responsabile il dott. Lucio Losapio, primario agli Ospedali Riuniti di Bergamo. Il personale medico e paramedico è quello delle strutture sanitarie più avanzate. Allo scopo di celebrare degnamente gli 80 anni dell’Associazione, dal 28 marzo al 9 ottobre 1999 si è svolta una lunga staffetta che ha portato il simbolo dell’ANA da Santa Teresa Gallura (Sassari) a Trieste, attraverso 189 tappe, staffetta composta da 180 squadre di 5 alpini in congedo ciascuna in rappresentanza delle 80 sezioni metropolitane (la sezione di Acqui Terme non era ancora stata costituita) e di 4 sezioni dislocate in Europa