Caro Santoro, misericordia e giustizia sono tra loro inscindibili

Caro Santoro

ho aspettato a rispondere alle argomentazioni del suo scritto del 13/9 perché nella sua parte finale riportava letteralmente “Nel prossimo numerò chiuderò l’argomentazione a sostegno del mio giudizio, quasi sempre poco positivo, circa questo nefasto pontificato” https://www.merateonline.it/notizie/139698/church-pocket-28-il-pontefice-della-misericordia-ma-soltanto-per-i-suoi-favoriti

Certo definire nefasto un pontificato non può non apparire a chiunque come un giudizio non solo poco positivo, come lei contemporaneamente quanto un po' contraddittoriamente afferma, ma addirittura quasi inappellabile. (dal vocabolario Treccani tra i vari sinonimi vi si legge addirittura “fatale”https://www.treccani.it/vocabolario/nefasto/    https://www.treccani.it/vocabolario/nefasto_(Sinonimi-e-Contrari)/.

Io non posseggo certamente la sua preparazione teologica ne le sue erudite citazioni latine ma mi permetto con spirito di fraterno confronto quanto segue:

Innanzitutto quel suo richiamarsi iniziale alla repressione operata dagli emissari pontifici nei confronti dell'esperienza liberatoria della Repubblica napoletana del giugno 1799 (grazie della citazione, del resto poco conosciuta) le serve per giustamente rivendicare non solo la legittimità del dissenso ma addirittura ritenerlo doveroso “per amore della Chiesa”.

Come non essere d'accordo visto che anch'io cerco di praticare tale atteggiamento.

Quello che ripeto spesso, in primis a me stesso, è che questo doveroso esercizio di “critica” ( una volta nella Chiesa delle origini chiamata ma soprattutto praticata come meritoria “correzione fraterna”) sia schietto, costruttivo ma soprattutto benevolo.

Su quest'ultima caratteristica mi permetta di avere, lei mi confermi o meno, qualche dubbio relativamente alla sua analisi del pontificato di Francesco visti perlomeno i termini che usa, immagino calibrandoli.

La benevolenza, lo ricordo in modo vigilante continuamente a me stesso, non è accomodante buonismo ma è quell'atteggiamento interiore che esercita all'occorrenza  la critica, certo in forma di reciprocità, ma con quella parresia attenta ai modi ed alle parole per esprimerla.

La sua, lei semmai mi correggerà, mi sembra peraltro più una una parresìa “con godimento”, almeno apparentemente.

Infatti prima di esternare i suoi pur legittimi giudizi su Papa Francesco usa, quasi pregustandolo, un termine da “acquolina in bocca” (come se non vedesse l'ora) con quel “ghiotto” con cui mi cita: “Colgo questa ghiotta occasione fornitami dal Sig. Germano Bosisio”.https://www.merateonline.it/notizie/138380/caro-santoro-a-proposito-di-papa-francesco.

Ma al di là di questo aspetto secondario e quasi culinario mi permetto in aggiunta a quanto lì scrivevo, e stando all'essenziale, queste altre mie considerazioni che tengono conto anche del suo secondo contributo argomentativo 

https://www.merateonline.it/notizie/139914/church-pocket-29-parole-di-pace-e-investimenti-di-guerra-le-contraddizioni-del-papa

Per quanto riguarda il contrasto tra il dire ed il fare di Francesco su Pace e investimenti vaticani in “banche armate” cito solo a completamento informativo questi 2 fatti https://www.nigrizia.it/notizia/banche-finanziano-settore-armi-cristiani-tacciono-zanotelli

https://www.repubblica.it/economia/2022/07/19/news/vaticano_nuova_strategia_negli_investimenti_no_speculazioni_armi_centri_proaborto_e_produttori_di_contraccettivi-358365719/

Eloquente e significativa soprattutto l'affermazione di padre Alex Zanotelli, che non manca certamente di parresia, del febbraio di quest'anno riguardo il rilancio della Campagna “Banche Armate”:

“Dobbiamo rilanciare con forza questa campagna anche all’Arena di Pace del 18 maggio. Papa Francesco ci ha dato proprio ora un bell’esempio con un gran rifiuto pontificio: l’Ospedale del Bambin Gesù di Roma non ha accettato la donazione di un milione e mezzo di euro da parte della Leonardo, perché «inopportuna».”

Per quanto riguarda l'inchiesta del 2015 di Nuzzi, citata a comprova, lei si dimentica di dire quanto il giornalista stesso affermava riguardo l'opposizione, e non l'acquiescenza, di Francesco per gli investimenti in armi del Vaticano da lui ereditati come anche le gravi anomalie nella gestione delle finanze vaticane che lui stava combattendo. Alcuni stralci rimandando alla completa lettura dell'articolo e relativi video https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/04/via-crucis-linchiesta-di-nuzzi-sul-vaticano-segreto-il-papa-ha-saputo-di-investimenti-della-chiesa-usati-per-fabbricazione-di-armi/2187514/

“Il Papa ricorda con dolore cosa gli confidò l’economo generale della diocesi di Buenos Aires quando era ancora provinciale dei gesuiti in merito ad alcuni investimenti fatti... venne a sapere che più del 60 per cento erano andati per la fabbricazione di armi!”.

“Il giornalista racconta, inoltre, che, in un incontro con i vertici della Curia romana, il Papa si rivolge a quei cardinali che presiedono dicasteri che negli anni non hanno gestito il denaro della Chiesa con oculatezza, a tutti i responsabili che non hanno controllato come dovevano. Per Nuzzi si tratta di “un palese atto di accusa, durissimo, diretto e senza sconti, persino umiliante per i porporati: sottolinea aspetti che qualunque amministratore che opera anche nelle più modeste realtà imprenditoriali conosce e capisce benissimo. Francesco – aggiunge ancora il giornalista – fissa negli occhi Tarcisio Bertone. Uno scambio di sguardi intenso. Chi è seduto vicino al Papa non vi scorge certo l’amicizia e l’indulgenza che legavano Ratzinger al cardinale italiano, tanto da portarlo con sé fino al vertice del potere in Vaticano.  Quello sguardo – conclude Nuzzi – esprime il monito glaciale del gesuita arrivato a Roma dalla ‘fine del mondo’”. 

Ma è Nuzzi stesso che nel video è inequivocabile quando dice: “Questo libro credo che dia fastidio a chi non vuole che questi fatti siano conosciuti perché è evidente riguardano logiche di potere e interessi che questo Papa vuole cambiare”.

Al di là della doverosa coerenza sugli investimenti in armi, peraltro a volte con qualche fake news al seguito  https://facta.news/antibufale/2023/08/31/vaticano-azioni-beretta-armi/ è però il non vedere l'azione di pulizia evangelica prodotta complessivamente da questo Papa che sconcerta nella sua analisi su luci (da lei relativizzate) e ombre (di fatto da lei rimarcate nei vari passaggi ma soprattutto sintetizzate in quel “nefasto” attribuito al pontificato bergogliano).

Certamente il percorso di “risanamento” è complicato e non scevro di qualche apparente contraddizione, vista la resistenza dell'apparato, ma come scambiare per opportunistico maquillage un coraggioso ed evangelico tentativo di rinnovamento proprio anche in coerenza con quel Concilio Vaticano II che lei cita?

E perché indicare come elementi di oggettività nel giudicare un papato ciò che quantomeno dovrebbe essere frutto di confronto tra le fonti interpretative? A questo riguardo allora come considerare , per dirla come Nuzzi stesso “l’amicizia e l’indulgenza che legavano Ratzinger al cardinale Bertone”? o come quest'altra questione riguardante l'arcivescovo Marcinkus e Giovanni Paolo II da lei giustamente citato come esempio di volontà ( ma lei frequenta i palazzi, pardon Santa Marta per sapere se Papa Francesco celebra o meno la messa) ? https://tg24.sky.it/cronaca/2011/04/29/wojtyla_segreto_beatificazione_giovanni_paolo_ii_galeazzi_pinotti_chiarelettere_controinchiesta

E come perlomeno non vedere ne citare mai da parte sua “l'armata” di interessi che si è scatenata contro l'azione dei successori di Pietro, compreso quel Benedetto XVI che l'aveva iniziata e che spesso strumentalmente viene contrapposto a Papa Francesco?

https://www.iltempo.it/attualita/2024/07/06/news/vaticano-chi-trama-contro-papa-francesco-perche-scomunica-vigano39794045

https://www.ilsole24ore.com/art/papa-finanze-vaticane-per-prima-volta-abbiamo-scoperchiato-pentola-ACj9oa1

A me sorge un dubbio, visto che lei cita le encicliche sociali ma si guarda bene dal commentarne pur brevemente anche i coraggiosi contenuti dell'Esortazione Apostolica Evangelii gaudium ( alcuni punti significativi li avevo pure evidenziati nel mio precedente scritto ): non è che sia realmente questa la materia più urticante di un papato ( che lei ha addirittura definito “cruento”, sich!) che denuncia le contraddizioni dell'attuale sistema in coerenza col Vangelo e con la costante dottrina sociale della Chiesa?

Dall' Evangelii gaudium: 

P.to 53 : Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a un ‘economia dell’esclusione e dell’inequità”. Questa economia uccide...oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte , dove il potente mangia il più debole...

P.to 56 : Mentre i guadagni di pochi crescono esponenzialmente, quelli della maggioranza si collocano sempre più distanti dal benessere di questa minoranza felice. Tale squilibrio procede da ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria …. 

https://www.fanpage.it/politica/papa-francesco-si-faccio-politica-tutti-dovrebbero-anche-gesu-era-coinvolto-politicamente/.
Del resto gettare dubbi sulla coerenza di Francesco “
dove le parole e le opere camminano su sentieri separati, su rette mai incidenti, come due pellegrini che fingono di non conoscersi.” dovrebbe fare i conti anche con le sue scelte di vivere non nei palazzi ma nella sobrietà di 50 m2 ( come, da arcivescovo, a Buenos Aires) o dedicare agli ultimi palazzine e ricoveri sicuri del patrimonio vaticano o simili scelte, magari pure osteggiate dall'apparato e comunque anche definite dagli immancabili quanto interessati detrattori come operazioni di immagine.

Sui presunti favoritismi non ho fondati elementi per giudicare e quindi mi limito a prendere atto delle sue argomentazioni – sempre comunque da confrontare con le opposte interpretazioni che si trovano sui media - ma mi permetta: Lo si potrà pur definire come un Papa troppo spontaneo ( ma è un danno o un pregio?) e qualche volta  un po' pasticcione ma caricarlo di calcolati opportunismi e interessate partigianerie mi sembra che sia quantomeno ingeneroso, senza peraltro considerare quell'infelice suo velato accostamento alle truppe repressive della Repubblica Napoletana del 1799 come anche quel “ha fatto anche cose buone” di tragica nera memoria.

Del resto le denunce sociali di Papa Francesco anche sopra richiamate non sono certo sinonimo di accomodante opportunismo o di coltivazione di una ricerca di consensi d'immagine.

Concludo dicendo che il giudicare è una cosa più che legittima ma assai delicata. La prudenza e la benevolenza dovrebbero essere, almeno per noi tentativi di cristiani, l'architrave della parresia.

Del resto Gesù stesso non ha detto di non giudicare – Egli stesso l'ha fatto più volte, anche se Lui era Dio - , come sostiene una certa diffusa vulgata, ma che saremo giudicati con lo stesso metro che avremo utilizzato per giudicare gli altri.

Da parte mia con questo doppio passaggio argomentativo di entrambi ritengo sufficientemente strutturato il confronto delle nostre pur, almeno parziali, divergenti opinioni, anche perché non vorrei alimentare un ping pong che potrebbe risultare ai più stucchevole. 

Comunque ringraziandola non posso non rivolgerle un ultimo significativo saluto:

Caro Santoro, Misericordia e Giustizia sono tra loro inscindibili.

 

Germano Bosisio
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