Church Pocket/29: parole di Pace e investimenti di guerra Le contraddizioni del Papa

1. Parole di pace, investimenti di guerra: le contraddizioni del Papa 
In un mondo che si divide tra luce e ombra, tra realtà e percezione, tra buoni e cattivi, l’elezione di Francesco al soglio pontificio ha generato tanta speranza, persino in me, che ho sempre amato Benedetto XVI ma il cui pontificato, in totale onestà intellettuale, è stato dai primi momenti tempestoso, sintomo di una struttura ecclesiastica in necessità di cambiamento. Papa Francesco, il Pontefice “venuto dalla fine del mondo”, ha incantato molti con parole di misericordia e gesti di umiltà. Tuttavia, non bastano solo le buone intenzioni: emergono ombre di favoritismo e protezione. 

In questo intricato tessuto di potere e fede, ci si chiede se la misericordia sia davvero universale o se, come nuvole che si addensano, copra solo i favoriti di un pontefice che sembra indulgere verso i suoi amici più stretti, come le storie verdi di Instagram. Le vicende di Theodore McCarrick e Marko Ivan Rupnik, di cui ho accennato nei passati articoli, sono emblematiche di un trattamento che pare riservare grazia e protezione a coloro che, in un modo o nell'altro, hanno trovato favore agli occhi del Pontefice.
Navigando tra le accuse di abuso e le grida di giustizia, la figura di Papa Francesco appare divisa e la Chiesa ne risulta come “nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello”. 
Parlando dell’Esortazione apostolica del 2013 che ben cita il lettore Germano Bosisio, il suo titolo, in italiano, è La gioia del Vangelo. Se non ci fermiamo solo al titolo, il Papa continua dicendo “(La gioia del Vangelo) riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”. Ma dove si incontra Gesù? Ci viene in aiuto un magistrale testo del Concilio Vaticano II, la Lumen Gentium che, al n. 11 recita: Partecipando al sacrificio eucaristico, fonte e culmine di tutta la vita cristiana, [i fedeli] offrono a Dio la vittima divina e con essa se stessi”.  Beh, il papa “ascolta” la messa, “segue” chi celebra, ma da quanto tempo non la celebra lui stesso? Come dicevo in qualche scritto fa, l’Eucarestia, per un presbitero, e anche e soprattutto per il papa, è una palestra per diventare sempre più unito a Cristo. Lui, in virtù di una collegialità, la fa presiedere sempre a qualcun altro. Non mi si dica che “poverino, non sta bene! È anziano” Ricordiamoci l’ultima Via Crucis di un Giovanni Paolo II morente (di cui foto sotto), nella Pasqua 2005. Io ero un giovanissimo cattolico, il giorno dopo la sua morte ho ricevuto il sacramento della Cresima. Mi colpì l’immagine di questo povero Cristo che abbracciava Cristo, di quel malato e sofferente uomo che, fino alla fine, fino all’ultimo accento delle sue labbra, ha invocato il Signore, abbracciando, come Lui, la sua croce. Non è questione di malattia o di senilità. È questione di volontà. 
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2.Le encicliche sociali e gli investimenti nelle armi nel 2020.
Anche qui mi viene in aiuto un assioma latino, già citato: “contra factum non datur argumentum”. Possiamo avere tutte le buone intenzioni, scrivere fiumi di encicliche sociali ma nel 2020, diverse inchieste giornalistiche hanno rivelato che, alcuni fondi del Vaticano, destinati alla beneficenza, sono stati investiti in aziende del settore bellico. Una scoperta particolarmente scioccante, fatta grazie alle inchieste del giornalista Gianluigi Nuzzi. Nel 2015, in occasione del Convegno organizzato dall'Ufficio dell'ONU a Ginevra, Francesco dichiarò che "la guerra è il fallimento della pace", aggiungendo che i produttori di armi e coloro che traggono profitto dai conflitti portano una grande responsabilità morale. Ha inoltre criticato duramente gli investimenti di governi, banche e altre istituzioni finanziarie in aziende che producono armi, definendo queste pratiche come incompatibili con il perseguimento della pace. L’investimento in questione sarebbe avvenuto attraverso i fondi gestiti dalla Segreteria di Stato del Vaticano. Questi fondi, che ammontano a centinaia di milioni di euro, sono destinati a sostenere le attività benefiche della Chiesa in tutto il mondo, soprattutto le missioni. Nuzzi pubblica anche le trascrizioni di registrazioni audio di Bergoglio in riunioni riservate e documenti inediti principalmente usciti dalla Commissione referente di studio e di indirizzo sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede. Organismo creato ad hoc da Francesco subito dopo l’elezione al pontificato di cui facevamo parte monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, arrestati dalla Gendarmeria vaticana con l’accusa di essere loro i corvi di Bergoglio. La notizia degli investimenti in aziende belliche è quindi in netto contrasto con il suo messaggio di pace e ha portato a un'ondata di critiche. Il Vaticano ha risposto rapidamente, dichiarando che sarebbe stata avviata un'indagine interna per capire come tali investimenti siano stati autorizzati e per assicurare che non si ripetano in futuro.
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Le encicliche sociali di Papa Francesco rappresentano un tentativo audace di affrontare le sfide globali contemporanee attraverso la lente della fede cattolica. Sappiamo bene che spesso vale più l’esempio che le parole, vale più uno “scendere in campo” di un libricino, scritto da altri che lui firma, pubblicato li, così, quasi per inseguire mode. Alla fine di questa disanima sulle criticità di un cruento pontificato, invito il lettore, soprattutto il Sig. Bosisio a capire la portata che questi fatti hanno e quanto annullino ciò che si dice.

3.“Ha fatto anche cose buone”.
Nonostante le critiche, il pontificato di Papa Francesco ha portato numerosi cambiamenti positivi nella Chiesa Cattolica. Da riconoscergli è l’aver messo al centro della teologia la Misericordia di Dio, un Gesù come incarnazione della Misericordia divina, che offre perdono e amore incondizionato a tutti, specialmente ai peccatori, agli emarginati e ai bisognosi. Poi vediamocene bene ad applicare la misericordia come la applica lui. Ha riformato la Curia Romana, un organo spesso difficile da toccare e da migliorare. Merito del papa è, forse, averlo reso più snello e sicuramente averlo reso più accessibile ai laici, soprattutto alle donne. Ma risulta un organo ancora fuori controllo visti gli investimenti e la crisi finanziaria.

Gli accordi con la Cina
Punto sicuramente eccezionale della diplomazia bergogliana è l'accordo tra il Vaticano e la Cina, firmato nel 2018, che rappresenta una chiave di svolta nelle relazioni tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese, soprattutto per i cattolici cinesi, vittime di persecuzioni. Questo accordo, seppur provvisorio, mira a risolvere questioni annose come la nomina dei vescovi, come una moderna lotta delle investiture. Il governo cinese, nella storia, ha nominato vescovi senza l'approvazione del Papa, creando una Chiesa Cattolica di stato, fedele al governo. Questo ha fatto nascere una Chiesa "clandestina", delle catacombe, fedele al Romano Pontefice.
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L'accordo prevede un processo di nomina congiunto, in cui i candidati proposti dalla Cina devono essere approvati dal Papa, cercando di unificare le due comunità ecclesiali​. L'accordo mira a migliorare la libertà religiosa per i cattolici in Cina. Papa Francesco ha sottolineato che l'accordo è un tentativo di promuovere l'unità e di garantire la continuità pastorale per i cattolici cinesi​. Ha ceduto parte della sua “sovranità” per liberare una chiesa incatenata. Prima di lui si erano fatti tentativi ma forse solo un papa non europeo poteva riuscire a trattare con la Cina. 

Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia
Pubblicata il 19 marzo 2016, Amoris Laetitia è l'esortazione apostolica post-sinodale che raccoglie e sviluppa i frutti dei due sinodi. Il documento celebra la bellezza dell'amore familiare, riconoscendo al contempo le complessità dell’essere famiglia oggi. Incoraggia un approccio pastorale che accompagni le famiglie nel loro cammino. Uno dei punti più discussi è il capitolo 8, che tratta dell'accoglienza delle persone divorziate e risposate civilmente. Pur ricordando il principio di Cristo sull’indissolubilità del matrimonio, il documento apre alla possibilità di un discernimento pastorale affinché i separati, i divorziati e i risposati possano tornare a vivere pienamente la comunità e tornare, soprattutto, a cibarsi del Corpo di Cristo​. A mio avviso questo enorme passo avanti ha sollevato pesanti macigni nel cuore di cattolici che hanno visto, per vari motivi, fallire il loro progetto sacramentale di matrimonio dove, a volte, l’esclusione dai sacramenti genera ulteriore dolore. Papa Francesco sottolinea l'importanza del discernimento pre-matrimoniale e dell'accompagnamento pastorale per tutte le famiglie, specialmente quelle che vivono situazioni difficili o irregolari​. E, a dirla tutta, questa è la Misericordia che ci piace. Amoris Laetitia rappresenta un tentativo fortunato e ben riuscito di Papa Francesco di rendere la Chiesa più pastorale e vicina alla realtà. Questa è modernità: pur suscitando dibattiti, il documento bilancia con la misericordia la fedeltà alla Tradizione e l’esigenza della realtà delle famiglie, offrendo una visione inclusiva e compassionevole della vita familiare cristiana.
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Conclusioni
Siamo arrivati al crocevia di fede e di contraddizioni, dove le parole e le opere camminano su sentieri separati, su rette mai incidenti, come due pellegrini che fingono di non conoscersi. Il pontificato di Papa Francesco è un viaggio verso una terra che lui ci promette, il cui cammino è stato disseminato di sassi che lui stesso ha messo o che ha voluto ignorare. Siamo chiamati a riconoscere il bene quando lo vediamo, certo. Ma si può fare a meno di sottolineare le ombre che si allungano? Se la misericordia è stata il vessillo, forse è arrivato il momento di chiederci se questa bandiera sventoli per tutti o solo per alcuni eletti. Alla fine dei conti, restiamo con una domanda: è meglio essere ricordati per qualche buona azione o per la somma dei nostri fallimenti? La storia è giudice severo e il tempo non sempre è clemente con coloro che pensano di poter piegare la propria verità ai fatti. Non basta dire "ha fatto anche cose buone" per cancellare tutto il resto. Del resto, anche le tempeste possono iniziare con una lieve brezza che in questa calura estiva possono illudermi di trovare respiro. Certo, Papa Francesco ha fatto anche cose buone, come dicono. Ma sappiamo bene che anche quel tale, il cui nome molti preferiscono dimenticare, fece "cose buone" per vent'anni e la storia non gli ha certo riservato un posto d'onore. Quindi avere una partigianeria cattolica, che la sera prega sempre e comunque per il Papa, non è eresia, né scisma. Non è che perché abbiamo un Pastore noi dobbiamo essere tante pecore. “Le buone intenzioni, l'educazione, buongiorno e buonasera e la gratitudine, le circostanze” non bastano per essere guida e pastore del popolo di Dio.

In un mondo dove la retorica si fonde con la realtà, dove un'ombra si confonde con la luce, dove la vita social ci parrebbe una vita reale ma è solo quello che si può percepire o quello che si vuole far percepire, ci troviamo di fronte a un pontificato che alterna gesti luminosi a momenti oscuri.

Quindi, mentre alcuni si affannano a recitare ossequi devoti per il Papa, scrivere pezzi e articoli riverenti, ricordiamo che essere parte di un gregge non significa necessariamente accettare ciecamente tutto ciò che fa il Pastore. Le buone intenzioni e le belle parole non bastano. In fondo, la misericordia, per essere vera, deve illuminare ogni angolo, anche quelli che preferiremmo lasciare nell'ombra. E allora, il vero interrogativo resta: sotto la sua guida, stiamo veramente camminando verso la Luce o ci stiamo solo abituando al buio?

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Pietro Santoro, nato a Caserta il 29 dicembre 1990. Primo di tre figli, ho vissuto la mia infanzia e adolescenza alle pendici del Monte Tifata, tra San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere e Capua, dove ho frequentato il Liceo Scientifico “L. Garofano”. Nel 2009 mi sono iscritto presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, la sez. San Luigi, conseguendo nel 2014 il Baccellerato in Sacra Teologia, con la valutazione di magna cum laude. Negli stessi anni ho frequentato il Pontificio Seminario Campano Interregionale di Posillipo, il Seminario Maggiore per le arcidiocesi e diocesi della Campania e del meridione d'Italia che ne hanno affidato la direzione alla Compagnia di Gesù (Gesuiti). È il luogo che la Chiesa Cattolica istituisce per la formazione del futuro clero diocesano. Ho frequentato la Pontifica Università della Santa Croce in Roma per la Licenza in Diritto Canonico. Vivo in Lombardia dal 4 novembre 2015 e a Osnago dal 2019. Ho insegnato Religione Cattolica dal 2015 al 2023 presso alcune scuole del meratese ma soprattutto presso la Scuola Primaria “G. Rodari” di Cernusco Lombardone, di cui sono stato Responsabile di Plesso dal 2018 al 2023. Ad oggi sono istruttore amministrativo presso i Servizi Demografici -Ufficio Elettorale – del Comune di Merate, frequento il primo anno della Facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi “G. Marconi”.
Rubrica a cura di Pietro Santoro
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