Caro Santoro, a proposito di Papa Francesco...
Cortese sig. Pietro Santoro,
mi scuserà se mi permetto, da tentativo di cristiano in ricerca quale cerco di essere, di indirizzarle qualche mia considerazione ed annesse domande circa alcuni passaggi dell'ultima sua esternazione relativa alla interessante rubrica da lei tenuta su Mol. https://www.merateonline.it/notizie/138193/church-pocket-20-il-vaticano-in-subbuglio-la-ribellione-di-vigan-o
In premessa le dico che è da poco che leggo i suoi vari contributi e ho imparato ad apprezzare gli interventi soprattutto per la componente esplicativa, quasi didattica, di certi contenuti della religione cattolica e delle sue varie strutture come anche dei riflessi ad essi collegati di certi costumi di varia natura del mondo attuale.
Mi sovviene però di chiederle schiettamente su che basi abbia costruito alcune sue affermazioni non certo lusinghiere nei confronti di un Papa come Francesco che in molti (spesso addirittura non credenti), compreso il sottoscritto, considerano coraggiosamente profetico e coerentemente evangelico.
Nella fattispecie in questo suo ultimo intervento si alternano elementi condivisibili ma ricorrono pure affermazioni oltremodo, usando un eufemismo, “impegnative” quali ad esempio seguendo l'ordine dello scritto (il grassetto è mio per sottolineare i passaggi quantomeno discutibili e forse un po' malevoli, almeno apparentemente):
Sulla faccenda del Cardinal McCarrick “Dopo un anno, Papa Francesco, sotto pressione dai mass media statunitensi e per non far scendere la sua popolarità, è costretto a infliggergli la scomunica..”
Riguardo a mons. Viganò: “Il Papa della Misericordia non aspettava altro che un passo falso del Vescovo diplomatico per poterlo far fuori”.
“Con la fine del pontificato di Benedetto e l’avvento del modernismo di Francesco, cade tutto il lavoro di riconciliazione con le frange radicali della Chiesa Cattolica e quindi riparte la guerra alla Tradizione e la caccia alle streghe dei merletti e del latino. Questa mossa (falsa) del Papa.. ”
“È il dramma profondo che sta vivendo la Chiesa Cattolica, in particolar modo sotto questo cruento pontificato...”.
“Forse il Padreterno ci ha inflitto questo burrascoso pontificato per aver mal trattato un papa donatoci come Benedetto XVI? Non lo so, ce lo dirà la storia.”
Ovviamente le sue sono solo delle opinioni, come del resto le mie, ma questo presentare Francesco come vezzoso e votato all'autoaffermazione, come anche animato da intenzioni preordinatamente malevole nei confronti di alcuni non le sembra quantomeno ingeneroso e sopratutto condizionato da quella lente mondana che misura quasi tutto in chiave di potere e di tornaconto? ma non le sfiora nemmeno l'idea che la coerenza evangelica impone a volte, pur nella massima benevolenza possibile, l'esercizio di quella correzione fraterna tanto in auge nelle prime comunità cristiane ma purtroppo poco praticata anche in nome di un mal interpretato senso di carità? E non la fa pensare la situazione che si è trovato a gestire Papa Francesco costringendolo a far pulizia di quelle incrostazioni antievangeliche non solo curiali che pure avevano prostrato Papa Benedetto? O certe commistioni affaristico-speculative, un vero scandalo per l'autenticità ecclesiale? E non può immaginare le inevitabili resistenze che gli si sono scaricate contro anche per aver rilanciato una Dottrina Sociale nel solco della più genuina tradizione ecclesiale ma assopita dalla preponderanza delle pur importanti questioni ritualistiche e della difesa monodirezionale dei cosiddetti valori non negoziabili?
La inviterei per capire la portata di quello che lei liquida come “modernismo” a leggersi, o sperabilmente rileggersi, anche le sue encicliche “sociali” ma di ispirazione profondamente spirituale e teologica e direi pure controcorrente. A partire dalla parresia della denuncia, per fare un esempio certamente non secondario, delle contraddizioni socio-economiche antiumane del nostro tempo evidenziate nei capitoli 2 e 4 di quell'Esortazione apostolica del 2013, all'inizio del suo pontificato “Evangelii gaudium” ( e non è un caso che parta proprio dalla “Gioia del Vangelo”) che per evitare ulteriori allungamenti può trovare all'interno di questo mio recente scritto pubblicato su Merateonline.
https://www.merateonline.it/notizie/138121/ges-u-e-la-politica
Un caro e fraterno saluto ringraziandola comunque dei suoi contributi.
mi scuserà se mi permetto, da tentativo di cristiano in ricerca quale cerco di essere, di indirizzarle qualche mia considerazione ed annesse domande circa alcuni passaggi dell'ultima sua esternazione relativa alla interessante rubrica da lei tenuta su Mol. https://www.merateonline.it/notizie/138193/church-pocket-20-il-vaticano-in-subbuglio-la-ribellione-di-vigan-o
In premessa le dico che è da poco che leggo i suoi vari contributi e ho imparato ad apprezzare gli interventi soprattutto per la componente esplicativa, quasi didattica, di certi contenuti della religione cattolica e delle sue varie strutture come anche dei riflessi ad essi collegati di certi costumi di varia natura del mondo attuale.
Mi sovviene però di chiederle schiettamente su che basi abbia costruito alcune sue affermazioni non certo lusinghiere nei confronti di un Papa come Francesco che in molti (spesso addirittura non credenti), compreso il sottoscritto, considerano coraggiosamente profetico e coerentemente evangelico.
Nella fattispecie in questo suo ultimo intervento si alternano elementi condivisibili ma ricorrono pure affermazioni oltremodo, usando un eufemismo, “impegnative” quali ad esempio seguendo l'ordine dello scritto (il grassetto è mio per sottolineare i passaggi quantomeno discutibili e forse un po' malevoli, almeno apparentemente):
Sulla faccenda del Cardinal McCarrick “Dopo un anno, Papa Francesco, sotto pressione dai mass media statunitensi e per non far scendere la sua popolarità, è costretto a infliggergli la scomunica..”
Riguardo a mons. Viganò: “Il Papa della Misericordia non aspettava altro che un passo falso del Vescovo diplomatico per poterlo far fuori”.
“Con la fine del pontificato di Benedetto e l’avvento del modernismo di Francesco, cade tutto il lavoro di riconciliazione con le frange radicali della Chiesa Cattolica e quindi riparte la guerra alla Tradizione e la caccia alle streghe dei merletti e del latino. Questa mossa (falsa) del Papa.. ”
“È il dramma profondo che sta vivendo la Chiesa Cattolica, in particolar modo sotto questo cruento pontificato...”.
“Forse il Padreterno ci ha inflitto questo burrascoso pontificato per aver mal trattato un papa donatoci come Benedetto XVI? Non lo so, ce lo dirà la storia.”
Ovviamente le sue sono solo delle opinioni, come del resto le mie, ma questo presentare Francesco come vezzoso e votato all'autoaffermazione, come anche animato da intenzioni preordinatamente malevole nei confronti di alcuni non le sembra quantomeno ingeneroso e sopratutto condizionato da quella lente mondana che misura quasi tutto in chiave di potere e di tornaconto? ma non le sfiora nemmeno l'idea che la coerenza evangelica impone a volte, pur nella massima benevolenza possibile, l'esercizio di quella correzione fraterna tanto in auge nelle prime comunità cristiane ma purtroppo poco praticata anche in nome di un mal interpretato senso di carità? E non la fa pensare la situazione che si è trovato a gestire Papa Francesco costringendolo a far pulizia di quelle incrostazioni antievangeliche non solo curiali che pure avevano prostrato Papa Benedetto? O certe commistioni affaristico-speculative, un vero scandalo per l'autenticità ecclesiale? E non può immaginare le inevitabili resistenze che gli si sono scaricate contro anche per aver rilanciato una Dottrina Sociale nel solco della più genuina tradizione ecclesiale ma assopita dalla preponderanza delle pur importanti questioni ritualistiche e della difesa monodirezionale dei cosiddetti valori non negoziabili?
La inviterei per capire la portata di quello che lei liquida come “modernismo” a leggersi, o sperabilmente rileggersi, anche le sue encicliche “sociali” ma di ispirazione profondamente spirituale e teologica e direi pure controcorrente. A partire dalla parresia della denuncia, per fare un esempio certamente non secondario, delle contraddizioni socio-economiche antiumane del nostro tempo evidenziate nei capitoli 2 e 4 di quell'Esortazione apostolica del 2013, all'inizio del suo pontificato “Evangelii gaudium” ( e non è un caso che parta proprio dalla “Gioia del Vangelo”) che per evitare ulteriori allungamenti può trovare all'interno di questo mio recente scritto pubblicato su Merateonline.
https://www.merateonline.it/notizie/138121/ges-u-e-la-politica
Un caro e fraterno saluto ringraziandola comunque dei suoi contributi.
Germano Bosisio