Robbiate: un nuovo veicolo per il 30esimo del Grappolo

Il Grappolo” compie trent'anni e si “regala” un pullmino.
Un mezzo che andrà a sostituire uno dei 14 veicoli in uso all'associazione, specializzata principalmente nel trasporto di persone fragili presso istituti scolastici, riabilitativi e di cura e che è stato accolto con gioia dai volontari radunati nel parco di Villa Concordia per “scartare” simbolicamente il pacco regalo.
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A ripercorrere le tappe di questo lungo cammino, in salita certo ma anche ricco di gioie e soddisfazioni, sono stati il presidente fondatore Giancarlo Visigalli e Francesco Colombo, responsabile dei trasporti dal 2002.
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Francesco Colombo e Giancarlo Visigalli

Entrambi non hanno dubbi: “Il Grappolo” è stata una bella esperienza che ha consentito di incontrare persone che hanno difficoltà e necessità di aiuto, non per questo diverse o meno ricche, ma semplicemente bisognose di maggiore attenzione. “Il sorriso sulle labbra e la voglia di vivere è il tratto distintivo che le caratterizza” hanno confessato all'unisono Visigalli e Colombo.
Da lunedì a venerdì i volontari conducono, andata e ritorno, 33 disabili presso i centri di Barzanò, Lecco, Cassago. I comuni che hanno attivano una convenzione sono Merate, Robbiate, Verderio, Imbersago, Paderno, Montevecchia ma l'aiuto, a fronte di una offerta libera, non viene negato ad alcuno.
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Giancarlo Visigalli

“Era il 1995. Ero appena andato in pensione e andando a trovare uno zio di mia moglie in casa di riposo avevo notato queste persone che si davano da fare all'interno della struttura dando una mano” ha raccontato Visigalli “fino a quel momento non mi ero mai approcciato a persone fragili o disabili. Poi incontro l'assessore di allora della Giunta di Bruno Dozio, Carla Codara, che mi spiega l'intenzione di dare vita a un gruppo che si mettesse a disposizione per il trasporto di una giovane disabile che sino a quel momento si affidava a un taxi. Non ci ho pensato due volte e ho dato la mia disponibilità. Tempo ne avevo e poi a me piaceva moltissimo guidare”.
L'entusiasmo, la voglia di fare qualcosa per gli altri, l'attenzione verso chi è in difficoltà hanno fatto la differenza tanto che la prima utente del servizio, l'unica, aveva a disposizione ben sette autisti che ruotavano nel corso della settimana e che le trasmettevano un clima di grande serenità tanto che gli stessi educatori avevano convocato i volontari del Grappolo per capire quale fosse il “trucco” per rendere il viaggio così piacevole, cosa che prima non accadeva.
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Francesco Colombo

Da quel momento il servizio è partito e non si è più fermato. Un aiuto concreto con un altro mezzo, utilizzato anche nel pomeriggio per gli anziani, era arrivato dal direttore dello stablimento Imec che, spostatosi in bergamasca e con in forze due disabili, aveva chiesto di poter proseguire l'assistenza fornita ai lavoratori che veniva portati da casa al lavoro e viceversa.
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“Quando l'ho incontrato gli ho spiegato che era necessario cambiare gli orari perchè avendo a disposizione solo un veicolo non potevamo fare i trasporti dei disabili e contemporaneamente anche di questi due lavoratori” ha ricordato Visigalli “mi ha risposto...regalandoci un pulmino. E questo è stato un ulteriore passo verso la crescita dell'associazione”.
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Il nome “Il Grappolo” viene da un'idea dell'allora assessore Codara che, invece degli acini di uva che insieme formano un tutt'uno, aveva proposto di utilizzare dei cuoricini. Un simbolo tutt'oggi in voga e che è diventato distintivo sul territorio.
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“Il momento di maggiore difficoltà per il gruppo è stato il Covid che ha bloccato il servizio e ci ha portato via tanti volontari” ha ricordato con rammarico Colombo “poi pian piano le attività sono riprese e sono aumentate le richieste soprattutto per il trasporto degli anziani che non hanno nessuno che li accompagni. La chiusura di diversi sportelli all'ospedale Mandic per noi rappresenta un aggravio di lavoro perchè si allungano le strade e i tempi e i volontari restano occupati per una sola persona magari mezza giornata o anche più. Oggi l'urgenza maggiore è reperire risorse umane”.
90 i volontari che si alternano alla guida, 30 quelli al bar che unitamente a donazioni, a introiti dai laboratori che vengono svolti in settimana, a contributi da enti e comuni aiutano a far andare avanti il sodalizio.
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“La sfida di oggi per noi è continuare così e se possibile rispondere a tutte le richieste. Le persone ci dicono che siamo la loro unica alternativa. Non è facile venire incontro alle richieste di tutti. Ma ci proviamo e il nostro grazie più grande va ai volontari che davvero ogni giorno non si risparmiano, facendo qualche volta anche gli straordinari” hanno concluso Visigalli e Colombo prima di procedere alla foto di rito davanti al nuovo mezzo, pronto per macinare altre migliaia di chilomtri solidali.
S.V.

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