Mandic: inutile illudersi, Ostetricia-Ginecologia declassata da U.O. Complessa a U.O. Semplice. A Merate non si nasce più

Ormai è certo: nel nuovo Piano organizzativo Aziendale Strategico (POAS), lo strumento messo a punto dalla direzione generale che “organizza” attività, competenze e ruoli delle strutture ospedaliere e ambulatoriali della provincia di Lecco, l’Unità Operativa Complessa di Ostetricia-Ginecologia sarà declassata a Unità Operativa Semplice. Cioè un’appendice dell’U.O.C. di Lecco. Nelle strutture semplici, infatti, non c’è un primario, basta un dirigente medico e del personale infermieristico. Definizione di obiettivi e strategie della Struttura, Organizzazione e gestione delle attività, gestione del personale, acquisizione e gestione delle risorse strumentali, rapporti con le altre strutture ospedaliere sono demandate al primario della Struttura Complessa.
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Gregorio Del Boca e Roberto Zagni

La traduzione di tutto ciò è che a Merate non si potrà mai più nascere. Una divisione cardine, che a cascata coinvolge poi le altre divisioni interne, è di fatto chiusa. E appare già ora inutile la Struttura Semplice perché sin dal primo momento della gravidanza le donne andranno dove poi pensano di partorire.
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Italo Della Rocca, Domenico Scaglione, Alberto Vecchione, Carlo Cribioli

Un disastro. Un disastro annunciato che nessuno ha tentato di evitare. Un reparto avviato nel 1966 con 4 posti letto dal dottor Italo Della Rocca, diventato presto un punto di eccellenza dell’ospedale di Merate. A Della Rocca si sono poi succeduti ginecologi di grande valore, Alberto Vecchione, Domenico Scaglione, Carlo Cribioli, Roberto Zagni (di cui ripubblichiamo un’intervista illuminante del 2017) fino a Gregorio Del Boca. Pesantemente attaccato dalla precedente Direzione strategica al punto di indurlo a lasciare dopo 26 anni di servizio inappuntabile.

Obiettivo dunque raggiunto e il nuovo direttore generale Marco Trivelli ha posto il sigillo definitivo sulla U.O.C. di Ostetricia-Ginecologia.

Il prossimo obiettivo sarà Pediatria?

E’ probabile. Ma la domanda più importante è: vale ancora la pena continuare a difendere il San Leopoldo Mandic?

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