Roberto Zagni: vi spiego che cosa sta accadendo davvero al ''San Leopoldo Mandic'' e cosa c’è dietro la sospensione del primario di Ostetricia Ginecologia dottor Gregorio Del Boca

Il dottor Roberto Zagni già primario del reparto di ostetricia e ginecologia fino al 2009, strenuo difensore dell'autonomia del presidio Mandic e del reparto stesso, ha rilasciato alla stampa una lunga intervista a tratti molto determinata e cruda come nel carattere del professionista, un uomo del fare.

Il dr. Roberto Zagni
1.    
Dottor Zagni da ex primario e collega del dottor Gregorio del Boca come giudica quanto è avvenuto?

Io non voglio giudicare, mi limito ad osservare che l'accusa di cui viene investito il dottor Del Boca è quella di eccesso di zelo nei confronti delle pazienti in quanto non osservando burocraticamente i protocolli aziendali ha in sostanza evitato  che pazienti programmate da mesi per un piccolo intervento restassero ad aspettare altro tempo.



2.    
 Ma questi interventi venivano fatti in orari o giorni come il sabato dedicati alle urgenze e quindi con il pericolo che andassero ad interferire con le urgenze vere?  

Premesso che non ho dubbi sulle capacità intellettuali e cliniche del dottor Del Boca mi parrebbe davvero strano che ciò potesse capitare. Si trattava di interventi della durata massima di 5 minuti che venivano eseguiti nei momenti di pausa post prandiale o al sabato mattina quando chiaramente non vi fossero urgenze maggiori ed inderogabili, cosa che avviene assai raramente. Ripeto, un escamotage cui ricorrevano e ricorrono tutti i colleghi chirurghi per non dovere rimandare gli interventi.   


3.      Così facendo però molto spesso veniva richiamato da casa il personale di camera operatoria in reperibilità e ciò creava malcontento 
 
Ma il personale di camera operatoria è pagato per le reperibilità. Non spetta loro giudicare l'urgenza o meno di un intervento. Mi scusi ma a una donna che ha avuto la disavventura di un aborto farebbe piacere attendere 1 o 2 o addirittura 3 giorni con un feto morto in utero? Certamente no! Quindi non c'è solo l'urgenza da emorragia di aborto in atto, c'è anche l'urgenza di carattere psicologico che potrebbe avere conseguenze anche gravi. Il giudizio sull'urgenza spetta al clinico non all'anestesista o al personale di camera operatoria Non per niente la segnalazione è partita da un anestesista, ora in pensione.    



4. Va bene, passi per gli aborti ma gli altri interventi non avrebbero potuto attendere o essere rinviati o riuniti in un' unica seduta? Perchè ricorrere all'escamotage delle urgenze?  

Mi permetta intanto di chiarire un punto importante. Il tarlo che alberga sempre anche quando ero primario io nella mente degli anestesisti e del personale è che dietro ci sia lucro. Ora, nel caso del dottor Del Boca tutte le indagini hanno chiarito che interesse privato di qualsiasi genere non ce ne fosse. Il dottor Del Boca eseguiva questi interventi cosiddetti minori per non allungare le liste d'attesa. Bisogna anche chiarire un concetto fondamentale: non vuol dire che un intervento di breve durata, perché diagnostico, sia per questo di scarsa importanza. Pensate ad una donna in menopausa o premenopausa che abbia delle perdite di sangue irregolari. Chi può sostenere che dietro quella apparente banale patologia non si nasconda un cancro dell'utero? Se ciò fosse, come giustificare alla paziente una diagnosi ritardata?  



5.    
Come si potrebbe ovviare a questi inconvenienti?    

Negli ospedali ben organizzati esistono camere operatorie per le urgenze H 24 e le camere operatorie dedicati ai piccoli interventi. Questo a Merate non è mai esistito e dal 1995 io continuamente chiedevo almeno la camera dei piccoli interventi, reiteratamente richiesta anche dal dottor Del Boca. Quando passammo dal vecchio reparto all'attuale fu allestita una camera operatoria per i cesarei in emergenza accanto alla sala parto. Così da potere intervenire nei casi emergenti in 7-10 minuti. Certamente un miglioramento: peccato però che la camera operatoria del nuovo reparto non fosse a norma. Con un decreto della vecchia ASL fu autorizzato l'uso della camera operatoria solo per i cesarei urgenti e non per i piccoli interventi. Si era dunque daccapo. Tenete presente che le interruzioni volontarie di gravidanza non venivano eseguite in orari e luoghi ad esse deputati ma inserite nelle sedute di camera operatoria. Cosa che mi risulta avvenga ancora oggi.   



6. Ci fu quindi indifferenza da parte dell'Amministrazione?  

Quando un Commissario della Regione venne a comunicare ai medici di Merate che si era creata un' Azienda unica con Lecco, dissi al dottor Del Boca: "qui è finita!" Era chiaro che l'ago della bilancia si sarebbe spostato verso Lecco. Molti anni fa a Merate esisteva una Rianimazione neonatale cui afferivano bambini da tutta Italia.  Sapete quale fu la prima mossa del capodipartimento materno-infantile dottor Rinaldo Zanini? Chiuderla ed obbligare tutte le pazienti con epoca gestazionale inferiore alla 34° sg ad afferire a Lecco. Questo significava un depauperamento quantitativo e qualitativo dell'Ostetricia di Merate.  



7. E quali sono i risultati?


I risultati furono che dai 400 parti del 1995 arrivammo ai 1200 nel 2009-2010  



8. Seguendo quali percorsi?
 

Mantenendo ferma la nostra convinzione di praticare una Ostetricia attenta ai rischi che la gravidanza ed il parto possono implicare, non avvalendoci del politicamente corretto praticato dalle istituzioni ben più gallonate di noi. E questo è stato il peccato del dottor Del Boca: continuare sulla strada intrapresa sviluppando nel contempo anche una ginecologia di I° livello con riconoscimenti nazionali ed internazionali.  



9. Quindi un dualismo con Lecco?

Questo dualismo noi non l'abbiamo mai cercato. Il compianto primo direttore generale Roberto Rotasperti diceva "mi vanno bene Lecco con la sua visione naturista del parto e Merate con la sua visione medicalizzata. Poi siano i pazienti a scegliere. Così hanno due opportunità". Io in precedenza ed il dottor Del Boca fino ad oggi ci siamo attenuti ad una visione dell'ostetricia più attenta ai pericoli che alle favole della natura madre benefica. E questo è contro certa filosofia politicamente corretta.  



10. Ma allora è solo questione di filosofia o c'è qualcosa d'altro?
 

Guardi io non credo nella dietrologia o nel complottismo ma con Lecco abbiamo perso l'Anatomia Patologica, l'Ematologia, l'Urodinamica e via smantellando con la scusa della razionalizzazione. E poi i fatti sono fatti. Nel 2008 , un anno prima che io andassi in pensione, Il Direttore generale Ambrogio Bertoglio mi disse chiaro che dopo di me il Reparto avrebbe dovuto diventare una casa da parto con a capo la dott.ssa Regalia e tutte le patologie ostetriche e la ginecologia dovevano finire Lecco. Cominciò una battaglia che durò due anni per ostacolare questo progetto il cui portabandiera è stato il dottor Zanini. Che curiosamente ha fatto parte della commissione disciplinare che ha sancito le sospensioni di Del Boca e Gedeone Baraldo. Fu una battaglia lunga che vide il nostro alleato il sig. Ambrogio Sala, che saluto con stima e affetto. Non lo capì il nostro politico di allora, non lo capì l'allora Sindaco di Merate, rappresentante di quella Lega che doveva difendere le autonomie locali. Vincemmo la battaglia ma non la guerra che è continuata con una estenuante diffamazione da parte di Lecco sull'operato dell'Ostetricia e Ginecologia di Merate (e particolarmente sulla critica alla percentuale di  cesarei). Ora la scusa per chiudere la partita è stata trovata in questa vicenda assurda di Del Boca. Sospendendolo per due mesi Lecco opta di gestire con un suo emissario il reparto, poi si vedrà, intanto il fango e il dubbio e la disaffezione sono stati messi nel ventilatore. Spero che i politici, se ci sono ancora, ed i sindaci del meratese prendano finalmente a cuore i destini dell'Ospedale di Merate
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