Lomagna: Food for profit, il documentario di successo sugli allevamenti intensivi sarà proiettato il 17 aprile con i giovani
Investe anche Lomagna l’onda del successo del documentario Food for profit sugli allevamenti intensivi. Sarà proiettato con ingresso gratuito all’auditorium di via Roma. mercoledì 17 aprile alle ore 20.45 (il giorno precedente sarà al cinema Jolly di Olginate).Si tratta di un lavoro militante e di denuncia sulle gravi condizioni in cui gli animali vengono tenuti nei grandi stabilimenti. Il prodotto di inchiesta, basato anche su attività sotto copertura, ha un approccio e un respiro europeo, si è occupato dell’industria della carne, della politica e delle lobby nei centri di potere del vecchio continente. Si è ispirato a modelli di documentari internazionali, ma ha avuto la sua gestazione in Italia. Una produzione Pueblo Unido, all’inizio senza un distributore (poi trovato con Mescalito Film), i 90 minuti sono stati scritti e diretti da Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi. La giornalista, scoperta da Michele Santoro ai tempi di Annozero, oggi firma inchieste per Report su Rai 3, con un focus sulle questioni animaliste e ambientaliste. È autrice del libro Tritacarne, titolo evocativo per rappresentare lo spaccato dell’industria della carne e del formaggio. Il regista D’Ambrosi è italo-britannico, è stato il film-maker di inchieste per BBC Panorama e di lungometraggi come This World, miglior documentario d’attualità per il Prix Europa.
Food for profit è diventato un caso per il successo che sta riscontrando, frutto di un forte passaparola e con richieste dal basso di portarlo nelle sale. Dalla fine di febbraio ha raggiunto più di 300 sale, con oltre 500 proiezioni. È stato il quarto film più visto in Italia, è nella Top Ten dei film più visti al cinema. “Pensiamo a tutto il consumo di carne – ha detto di recente Innocenzi intervistata dal Corriere della Sera – perché più del 90% della carne che consumiamo oggi in Italia viene dagli allevamenti intensivi, quindi viene da capannoni dove gli animali stanno rinchiusi in condizioni igieniche precarie e in condizioni di vero e proprio maltrattamento, con grandissimo inquinamento e problemi per la salute dell’uomo, a partire dal pericolo di future pandemie”.
L’uscita del film arriva tra le proteste degli agricoltori diffuse in diversi Paese europei e la campagna elettorale per le Europee di inizio giugno. Il documentario ha la volontà dichiarata di incidere su un voto consapevole, critico e ragionato in base a programmi politici che, tanto per cominciare, indichino la cessazione degli enormi finanziamenti pubblici dell’UE ai grandi stabilimenti intensivi di animali. Food for profit ha come obiettivo ultimo, di contribuire attraverso una informazione di denuncia al blocco dei finanziamenti europei agli allevamenti intensivi, che si prendono una buona fetta dei 400 miliardi della cosiddetta politica agricola comunitaria.
La proiezione a Lomagna è stata pensata da un gruppo di ragazzi del paese coinvolti dall’amministrazione comunale. L’idea era emersa durante uno dei primi incontri, il 7 febbraio, al CAG (Centro di Aggregazione Giovanile) in via Silvio Pellico. Alla riunione aveva partecipato anche un paio di volontari dell’associazione casatese Rifugio, invitati sempre dal Comune per porre le basi di una collaborazione nell’organizzazione di iniziative. La visione di Food for profit fa parte del progetto Kenbe Fèm, una proposta delle politiche giovanili dell’amministrazione comunale di Lomagna, voluto dalla sindaca Cristina Citterio e immaginato per essere “destinato alla memoria attiva della figura di Piccola Sorella Luisa Dell’Orto”. Come ribadito nella Relazione di fine mandato (a giugno si vota a Lomagna) di recente pubblicazione, “il progetto si prefigge di sviluppare il protagonismo giovanile, nell’esempio della leva culturale e formativa sempre portata avanti dalla Piccola Sorella, affinché possa diffondersi una nuova fiducia”. Dell’ampio impianto progettuale prospettato nella delibera di Giunta dello scorso luglio ben poco è stato messo in campo. È stata pitturata una fontanella dai bambini di quinta elementare e sarà realizzata un’opera di street art nel prossimo fine settimana. Il progetto è possibile grazie ai finanziamento di realtà private che hanno destinato una specifica donazione a questo scopo attraverso la Fondazione comunitaria del Lecchese.
Food for profit è diventato un caso per il successo che sta riscontrando, frutto di un forte passaparola e con richieste dal basso di portarlo nelle sale. Dalla fine di febbraio ha raggiunto più di 300 sale, con oltre 500 proiezioni. È stato il quarto film più visto in Italia, è nella Top Ten dei film più visti al cinema. “Pensiamo a tutto il consumo di carne – ha detto di recente Innocenzi intervistata dal Corriere della Sera – perché più del 90% della carne che consumiamo oggi in Italia viene dagli allevamenti intensivi, quindi viene da capannoni dove gli animali stanno rinchiusi in condizioni igieniche precarie e in condizioni di vero e proprio maltrattamento, con grandissimo inquinamento e problemi per la salute dell’uomo, a partire dal pericolo di future pandemie”.
L’uscita del film arriva tra le proteste degli agricoltori diffuse in diversi Paese europei e la campagna elettorale per le Europee di inizio giugno. Il documentario ha la volontà dichiarata di incidere su un voto consapevole, critico e ragionato in base a programmi politici che, tanto per cominciare, indichino la cessazione degli enormi finanziamenti pubblici dell’UE ai grandi stabilimenti intensivi di animali. Food for profit ha come obiettivo ultimo, di contribuire attraverso una informazione di denuncia al blocco dei finanziamenti europei agli allevamenti intensivi, che si prendono una buona fetta dei 400 miliardi della cosiddetta politica agricola comunitaria.
La proiezione a Lomagna è stata pensata da un gruppo di ragazzi del paese coinvolti dall’amministrazione comunale. L’idea era emersa durante uno dei primi incontri, il 7 febbraio, al CAG (Centro di Aggregazione Giovanile) in via Silvio Pellico. Alla riunione aveva partecipato anche un paio di volontari dell’associazione casatese Rifugio, invitati sempre dal Comune per porre le basi di una collaborazione nell’organizzazione di iniziative. La visione di Food for profit fa parte del progetto Kenbe Fèm, una proposta delle politiche giovanili dell’amministrazione comunale di Lomagna, voluto dalla sindaca Cristina Citterio e immaginato per essere “destinato alla memoria attiva della figura di Piccola Sorella Luisa Dell’Orto”. Come ribadito nella Relazione di fine mandato (a giugno si vota a Lomagna) di recente pubblicazione, “il progetto si prefigge di sviluppare il protagonismo giovanile, nell’esempio della leva culturale e formativa sempre portata avanti dalla Piccola Sorella, affinché possa diffondersi una nuova fiducia”. Dell’ampio impianto progettuale prospettato nella delibera di Giunta dello scorso luglio ben poco è stato messo in campo. È stata pitturata una fontanella dai bambini di quinta elementare e sarà realizzata un’opera di street art nel prossimo fine settimana. Il progetto è possibile grazie ai finanziamento di realtà private che hanno destinato una specifica donazione a questo scopo attraverso la Fondazione comunitaria del Lecchese.
M.P.
Date evento
mercoledì, 17 aprile 2024