Sul progetto Italcementi
PROGETTO DI HEIDELBERG MATERIALS CEMENTI ITALIA S.P.A. (ex ITALCEMENTI S.P.A.) CON L’INCREMENTO DA 30.000 T/ANNO A 110.000 T/ANNO DELL’UTILIZZO DI COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI (CSS) NEL CEMENTIFICIO DI CALUSCO D’ADDA.
VALUTAZIONI, SCELTE E AZIONI DEI COMUNI DI CORNATE D’ADDA, IMBERSAGO, MERATE, PADERNO D’ADDA, ROBBIATE, SOLZA, VERDERIO E DELLA PROVINCIA DI LECCO IN DIFESA DEL TERRITORIO E DELLA SALUTE DEI CITTADINI.
Il progetto di Italcementi S.p.A. è stato presentato alla Provincia di Bergamo il 15 ottobre 2014.
Fin dall’inizio i Comuni di Cornate d’Adda, Imbersago, Merate, Paderno d’Adda, Robbiate, Solza, Verderio, la Provincia di Lecco e il Parco Adda Nord hanno seguito tutto l’iter procedurale che ha visto l’effettuazione di quattro Conferenze di Servizi per il procedimento V.I.A. (Valutazione Impiatto Ambientale) e di una Conferenza di Servizi per il procedimento A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) oltre ad effettuare numerosi incontri con tutti gli altri Enti coinvolti e con Italcementi S.p.A.
Sono stati analizzati e valutati tutti gli aspetti del progetto, sono state avanzate motivate proposte alternative, critiche, richieste di ascolto, ecc., avendo come obiettivo prioritario la salvaguardia dei nostri territori e, soprattutto, la salute dei nostri Cittadini.
Il tutto riscontrabile dalla copiosa documentazione disponibile, che possiamo mettere a disposizione di coloro che fossero interessati e ne facessero richiesta (comunque disponibile anche sul sito web Silvia di Regione Lombardia all’indirizzo: https://www.silvia.servizirl.it/silviaweb/#/archivio-generale-procedure-2018, codice procedura VIA17-BG.
Il nostro parere negativo espresso sia nella fase conclusiva del procedimento V.I.A. che nel corso dell’intero procedimento di modifica sostanziale dell’A.I.A. non è stato aprioristico ma fortemente motivato e derivato dal non recepimento delle nostre richieste, più volte avanzate a tutti i tavoli di confronto e sempre rigettate senza appropriati approfondimenti di merito, in particolare la richiesta di ulteriori approfondimenti in tema di salute pubblica.
Sin dalla prima Conferenza di Servizi del procedimento V.I.A., tenutasi il 11.02.2015, e nei documenti presentati dai Comuni nei mesi successivi, tra gli altri punti abbiamo posto al centro delle nostre richieste la necessità di effettuare una indagine epidemiologica sui nostri territori.
La richiesta dei Comuni per l’indagine epidemiologica coincideva con quella dei Comitati “Rete Rifiuti Zero Lombardia” e “La Nostra Aria”, che sono stati promotori di una petizione popolare sottoscritta da circa 10.000 Cittadini di diversi Comuni, firme depositate presso la Provincia di Bergamo in data 07 luglio 2015.
La richiesta di Italcementi smuove le coscienze dei cittadini anche perché si inserisce in un contesto, quello dell’Isola Bergamasca e del Meratese, che vede già la presenza di ben 4 inceneritori di rifiuti nel giro di 20 Km con capacità totale pari a circa 630.000 ton./anno
Non deve passare in secondo piano l’ormai certa condizione di elevatissimo inquinamento ambientale che caratterizza la nostra zona (siamo tra le aree più inquinate di tutta l’Europa), una condizione che non abbiamo mai sottovalutato e che dovrebbe spingere gli enti competenti a prendere in ogni campo nuovi ed opportuni provvedimenti volti alla riduzione dell’inquinamento atmosferico.
Infatti, alla luce di queste evidenze, è chiaramente inverosimile e controproducente la volontà di concedere pesanti aumenti di capacità di combustione a questi grandi impianti, soprattutto quando si parla di rifiuti che potrebbero essere trattati da appositi inceneritori operanti con livelli emissivi ridotti ad un decimo rispetto ai cementifici.
Più corretto sarebbe invece intervenire richiedendo a priori drastiche riduzioni delle emissioni del cementificio in atmosfera.
Solo all’inizio di agosto 2016, dopo diverse nostre sollecitazioni e sulla base di un parere di ATS Bergamo, la Provincia di Bergamo ha chiesto ad Italcementi S.p.A. “… di integrare il capitolo salute dello Studio di impatto ambientale in corso utilizzando l’approccio epidemiologico .. “.
Nonostante il ricorso al TAR presentato da Italcementi S.p.A. a novembre 2016 avverso tale richiesta, la stessa Società ha comunque trasmesso nel giugno 2021 (dopo 5 anni, successivamente aggiornato a dicembre 2021) la valutazione di impatto sulla salute pubblica con approccio epidemiologico (H.I.A.), eseguita, su incarico di Italcementi S.p.A. dalla Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.
I Comuni e gli Enti sopracitati, con il supporto tecnico di consulenti specialisti nella materia e appositamente da noi incaricati, hanno evidenziato plurime criticità e carenze contenute nello studio condotto dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e hanno più volte avanzato la richiesta di modifica ed integrazione del documento con uno studio epidemiologico analitico retrospettivo tipo caso -controllo, ante-operam (cioè prima dell’adeguamento impiantistico e dell’utilizzo di maggiori quantitativi di CSS).
Non essendo state accolte le nostre richieste, in data 15 gennaio 2024 i Comuni di Cornate d’Adda, Imbersago, Merate, Paderno d’Adda, Robbiate, Solza, Verderio e la Provincia di Lecco, tramite il Comune di Robbiate, capofila del Protocollo di Intesa sottoscritto, hanno presentato ricorso al TAR per la Lombardia – Sezione di Brescia, per l’annullamento delle determinazioni dirigenziali della Provincia di Bergamo, adottate al termine delle Conferenze di Servizi riguardanti la V.I.A e l’A.I.A., ritenute illegittime per violazione delle norme di riferimento in materia di V.I.A. e di A.I.A, per aver ritenuto adeguata l’H.I.A. prodotta da Italcementi S.p.A. e non aver disposto gli approfondimenti istruttori indispensabili per valutare complessivamente gli inquinanti presenti nell’aria, come da noi richiesto.
Durante tutto l’iter procedimentale, vista l’indisponibilità ad attuare quanto da noi richiesto, era stata evidenziata altresì la nostra disponibilità a collaborare con approfondimenti sulla situazione ante-operam, con attività sostenute autonomamente.
Dalla Provincia di Lecco, anche a nome degli altri Enti, è stato più volte richiesto, per iscritto, un incontro ad ATS Brianza; con altre modalità la stessa richiesta è stata fatta alla ATS Bergamo al fine di ulteriormente motivare, approfondire e chiarire ciò che da noi veniva richiesto. Non è mai stato possibile organizzare tale incontro.
In data 6 novembre 2023, il Comune di Robbiate in qualità di Ente capofila del Protocollo di Intesa, ha presentato all’ATS Bergamo e ATS Brianza formale istanza di accesso agli atti con la quale è stata richiesta la trasmissione dei dati e delle informazioni a disposizione di entrambe le ATS necessari per l’effettuazione dello studio epidemiologico con specifico riferimento ai dati ambientali (inclusivi dei modelli di dispersione degli inquinanti) e sanitari (in versione anonimizzata), come rilasciati ai soggetti incaricati da Italcementi S.p.A. nell’ambito del procedimento V.I.A., formati e/o detenuti dall’ATS Bergamo, compresi tutti i dati ad essa trasmessi da parte di ATS Brianza.
Né ATS Bergamo né ATS Brianza hanno dato riscontro alla suddetta istanza con la conseguenza che, decorso inutilmente il termine di 30 giorni da quando la stessa è stata presentata, su di essa si è formato provvedimento di diniego tacito ai sensi dell’art. 25, comma 3, della Legge n. 241/1990.
Pertanto, al fine di ottenere questi dati per poter effettuare autonomamente l’indagine epidemiologica, siamo stati costretti a presentare in data 05 gennaio 2024 ricorso al TAR per la Lombardia, presso le
Sezioni di Brescia e di Milano, per conseguire l’accertamento del diritto di accesso ai dati ambientali e sanitari e, conseguentemente, l’annullamento del provvedimento di diniego tacito formatosi.
Rimaniamo in atteso dell’esito dei ricorsi presentati al fine di effettuare l’indagine epidemiologica come da noi formulato e richiesto.
Dal 2004 i nostri Enti stanno seguendo i vari progetti presentati da Italcementi S.p.A. In particolare dalla fine del 2014 abbiamo intrapreso diverse iniziative, esposto e motivato il nostro dissenso su alcuni punti, proposto e richiesto soluzioni alternative e migliorative in relazione al quadruplicamento dell’utilizzo di Combustibili Solidi Secondari (CSS), derivanti da rifiuti, presso lo stabilimento di Calusco d’Adda, evidenziando che deve essere comunque subordinato all’effettuazione di una ulteriore indagine epidemiologica ante-operam al fine di valutare più approfonditamente i riflessi sulla salute dei Cittadini derivanti dall’implementazione di quanto viene richiesto da Italcementi S.p.A. E’ inaccettabile che i Sindaci ammessi a partecipare alla Conferenza di Servizi per il procedimento A.I.A. (tranne il Sindaco di Calusco d’Adda) vengano relegati al ruolo di semplici uditori, visto che a quella Conferenza autorizzativa venivano trattati temi che possono implicare pesanti ripercussioni sulla salute dei nostri Cittadini. Siamo altresì delusi del fatto che alcuni Enti deputati alla tutela della salute pubblica non abbiano accolto le nostre richieste per l’effettuazione di un’indagine epidemiologica integrativa e migliorativa rispetto a quella commissionata da Italcementi S.p.A.
VALUTAZIONI, SCELTE E AZIONI DEI COMUNI DI CORNATE D’ADDA, IMBERSAGO, MERATE, PADERNO D’ADDA, ROBBIATE, SOLZA, VERDERIO E DELLA PROVINCIA DI LECCO IN DIFESA DEL TERRITORIO E DELLA SALUTE DEI CITTADINI.
Il progetto di Italcementi S.p.A. è stato presentato alla Provincia di Bergamo il 15 ottobre 2014.
Fin dall’inizio i Comuni di Cornate d’Adda, Imbersago, Merate, Paderno d’Adda, Robbiate, Solza, Verderio, la Provincia di Lecco e il Parco Adda Nord hanno seguito tutto l’iter procedurale che ha visto l’effettuazione di quattro Conferenze di Servizi per il procedimento V.I.A. (Valutazione Impiatto Ambientale) e di una Conferenza di Servizi per il procedimento A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) oltre ad effettuare numerosi incontri con tutti gli altri Enti coinvolti e con Italcementi S.p.A.
Sono stati analizzati e valutati tutti gli aspetti del progetto, sono state avanzate motivate proposte alternative, critiche, richieste di ascolto, ecc., avendo come obiettivo prioritario la salvaguardia dei nostri territori e, soprattutto, la salute dei nostri Cittadini.
Il tutto riscontrabile dalla copiosa documentazione disponibile, che possiamo mettere a disposizione di coloro che fossero interessati e ne facessero richiesta (comunque disponibile anche sul sito web Silvia di Regione Lombardia all’indirizzo: https://www.silvia.servizirl.it/silviaweb/#/archivio-generale-procedure-2018, codice procedura VIA17-BG.
Il nostro parere negativo espresso sia nella fase conclusiva del procedimento V.I.A. che nel corso dell’intero procedimento di modifica sostanziale dell’A.I.A. non è stato aprioristico ma fortemente motivato e derivato dal non recepimento delle nostre richieste, più volte avanzate a tutti i tavoli di confronto e sempre rigettate senza appropriati approfondimenti di merito, in particolare la richiesta di ulteriori approfondimenti in tema di salute pubblica.
Sin dalla prima Conferenza di Servizi del procedimento V.I.A., tenutasi il 11.02.2015, e nei documenti presentati dai Comuni nei mesi successivi, tra gli altri punti abbiamo posto al centro delle nostre richieste la necessità di effettuare una indagine epidemiologica sui nostri territori.
La richiesta dei Comuni per l’indagine epidemiologica coincideva con quella dei Comitati “Rete Rifiuti Zero Lombardia” e “La Nostra Aria”, che sono stati promotori di una petizione popolare sottoscritta da circa 10.000 Cittadini di diversi Comuni, firme depositate presso la Provincia di Bergamo in data 07 luglio 2015.
La richiesta di Italcementi smuove le coscienze dei cittadini anche perché si inserisce in un contesto, quello dell’Isola Bergamasca e del Meratese, che vede già la presenza di ben 4 inceneritori di rifiuti nel giro di 20 Km con capacità totale pari a circa 630.000 ton./anno
Non deve passare in secondo piano l’ormai certa condizione di elevatissimo inquinamento ambientale che caratterizza la nostra zona (siamo tra le aree più inquinate di tutta l’Europa), una condizione che non abbiamo mai sottovalutato e che dovrebbe spingere gli enti competenti a prendere in ogni campo nuovi ed opportuni provvedimenti volti alla riduzione dell’inquinamento atmosferico.
Infatti, alla luce di queste evidenze, è chiaramente inverosimile e controproducente la volontà di concedere pesanti aumenti di capacità di combustione a questi grandi impianti, soprattutto quando si parla di rifiuti che potrebbero essere trattati da appositi inceneritori operanti con livelli emissivi ridotti ad un decimo rispetto ai cementifici.
Più corretto sarebbe invece intervenire richiedendo a priori drastiche riduzioni delle emissioni del cementificio in atmosfera.
Solo all’inizio di agosto 2016, dopo diverse nostre sollecitazioni e sulla base di un parere di ATS Bergamo, la Provincia di Bergamo ha chiesto ad Italcementi S.p.A. “… di integrare il capitolo salute dello Studio di impatto ambientale in corso utilizzando l’approccio epidemiologico .. “.
Nonostante il ricorso al TAR presentato da Italcementi S.p.A. a novembre 2016 avverso tale richiesta, la stessa Società ha comunque trasmesso nel giugno 2021 (dopo 5 anni, successivamente aggiornato a dicembre 2021) la valutazione di impatto sulla salute pubblica con approccio epidemiologico (H.I.A.), eseguita, su incarico di Italcementi S.p.A. dalla Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.
I Comuni e gli Enti sopracitati, con il supporto tecnico di consulenti specialisti nella materia e appositamente da noi incaricati, hanno evidenziato plurime criticità e carenze contenute nello studio condotto dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e hanno più volte avanzato la richiesta di modifica ed integrazione del documento con uno studio epidemiologico analitico retrospettivo tipo caso -controllo, ante-operam (cioè prima dell’adeguamento impiantistico e dell’utilizzo di maggiori quantitativi di CSS).
Non essendo state accolte le nostre richieste, in data 15 gennaio 2024 i Comuni di Cornate d’Adda, Imbersago, Merate, Paderno d’Adda, Robbiate, Solza, Verderio e la Provincia di Lecco, tramite il Comune di Robbiate, capofila del Protocollo di Intesa sottoscritto, hanno presentato ricorso al TAR per la Lombardia – Sezione di Brescia, per l’annullamento delle determinazioni dirigenziali della Provincia di Bergamo, adottate al termine delle Conferenze di Servizi riguardanti la V.I.A e l’A.I.A., ritenute illegittime per violazione delle norme di riferimento in materia di V.I.A. e di A.I.A, per aver ritenuto adeguata l’H.I.A. prodotta da Italcementi S.p.A. e non aver disposto gli approfondimenti istruttori indispensabili per valutare complessivamente gli inquinanti presenti nell’aria, come da noi richiesto.
Durante tutto l’iter procedimentale, vista l’indisponibilità ad attuare quanto da noi richiesto, era stata evidenziata altresì la nostra disponibilità a collaborare con approfondimenti sulla situazione ante-operam, con attività sostenute autonomamente.
Dalla Provincia di Lecco, anche a nome degli altri Enti, è stato più volte richiesto, per iscritto, un incontro ad ATS Brianza; con altre modalità la stessa richiesta è stata fatta alla ATS Bergamo al fine di ulteriormente motivare, approfondire e chiarire ciò che da noi veniva richiesto. Non è mai stato possibile organizzare tale incontro.
In data 6 novembre 2023, il Comune di Robbiate in qualità di Ente capofila del Protocollo di Intesa, ha presentato all’ATS Bergamo e ATS Brianza formale istanza di accesso agli atti con la quale è stata richiesta la trasmissione dei dati e delle informazioni a disposizione di entrambe le ATS necessari per l’effettuazione dello studio epidemiologico con specifico riferimento ai dati ambientali (inclusivi dei modelli di dispersione degli inquinanti) e sanitari (in versione anonimizzata), come rilasciati ai soggetti incaricati da Italcementi S.p.A. nell’ambito del procedimento V.I.A., formati e/o detenuti dall’ATS Bergamo, compresi tutti i dati ad essa trasmessi da parte di ATS Brianza.
Né ATS Bergamo né ATS Brianza hanno dato riscontro alla suddetta istanza con la conseguenza che, decorso inutilmente il termine di 30 giorni da quando la stessa è stata presentata, su di essa si è formato provvedimento di diniego tacito ai sensi dell’art. 25, comma 3, della Legge n. 241/1990.
Pertanto, al fine di ottenere questi dati per poter effettuare autonomamente l’indagine epidemiologica, siamo stati costretti a presentare in data 05 gennaio 2024 ricorso al TAR per la Lombardia, presso le
Sezioni di Brescia e di Milano, per conseguire l’accertamento del diritto di accesso ai dati ambientali e sanitari e, conseguentemente, l’annullamento del provvedimento di diniego tacito formatosi.
Rimaniamo in atteso dell’esito dei ricorsi presentati al fine di effettuare l’indagine epidemiologica come da noi formulato e richiesto.
Dal 2004 i nostri Enti stanno seguendo i vari progetti presentati da Italcementi S.p.A. In particolare dalla fine del 2014 abbiamo intrapreso diverse iniziative, esposto e motivato il nostro dissenso su alcuni punti, proposto e richiesto soluzioni alternative e migliorative in relazione al quadruplicamento dell’utilizzo di Combustibili Solidi Secondari (CSS), derivanti da rifiuti, presso lo stabilimento di Calusco d’Adda, evidenziando che deve essere comunque subordinato all’effettuazione di una ulteriore indagine epidemiologica ante-operam al fine di valutare più approfonditamente i riflessi sulla salute dei Cittadini derivanti dall’implementazione di quanto viene richiesto da Italcementi S.p.A. E’ inaccettabile che i Sindaci ammessi a partecipare alla Conferenza di Servizi per il procedimento A.I.A. (tranne il Sindaco di Calusco d’Adda) vengano relegati al ruolo di semplici uditori, visto che a quella Conferenza autorizzativa venivano trattati temi che possono implicare pesanti ripercussioni sulla salute dei nostri Cittadini. Siamo altresì delusi del fatto che alcuni Enti deputati alla tutela della salute pubblica non abbiano accolto le nostre richieste per l’effettuazione di un’indagine epidemiologica integrativa e migliorativa rispetto a quella commissionata da Italcementi S.p.A.
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