Lomagna: il presepe di Elio Brioschi è un inno all'ecologia

È un inno all’ecologia, al rispetto dell’ambiente, il presepe per il Natale 2023 del signor Elio Brioschi. A conquistare la scena, che poggia su una base di circa 2 mq, è la natura. Innumerevoli alberi e piante varie colorano il plastico, da valle ai terrazzamenti fino alle alture. La natività è rappresentata sulla sinistra, in cima ad una collina rocciosa, dove Maria culla il bambinello.
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Già per il Natale del 2021 il lomagnese originario di Oreno aveva proposto la tematica ecologica, ma più spostata sull’industria dell’uomo: un sistema che contemplava il futuro con le fonti energetiche rinnovabili e il passato dei combustibili fossili estratti dal sottosuolo (leggi QUI). Nel più recente presepe Brioschi ha invece puntato tutto sull’autenticità del Creato, in linea con il messaggio che anche nella Chiesa di papa Francesco va via via crescendo.

È forse quindi un omaggio al pontificato del Santo padre, caratterizzato da una particolare attenzione all’ambiente: l’enciclica Laudato Si’ e le esortazioni apostoliche Querida Amazonia e, più di recente, Laudate Deum.  Già nel presepe dell’anno scorso, il sig. Brioschi aveva reso onore al papa, rappresentando la terra di origine di Bergoglio, l’Argentina (leggi QUI).
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Brioschi, che nel 2024 compirà 90 anni tondi tondi e accoglierà in primavera la bis-nipotina, non smette di stupire con il suo ingegno, tra creatività e capacità realizzativa. Ingranaggi e catene di movimento regolate da un impianto elettrico gestito manualmente dal presepista amatoriale. I movimenti di quest’anno sono stati rivolti alla Vergine Maria e alla culla di Gesù bambino, come detto, al pescatore intento ad acchiappare un pesciolino, alle comparse di pastori e viandanti.
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E poi uno spazio dedicato ad una leggenda ascoltata dal lomagnese in uno dei suoi tanti viaggi in giro per il mondo. Erano gli inizi degli anni 2000, post 11 settembre. 25 intensi giorni di grandi scoperte, di intrecci tra culture, e di pericoli scampati per un soffio. Andare in Siria, Giordania, Libano e Iraq poteva significare trovarsi a pochi passi dai colpi di Kalashnikov, come accaduto a Brioschi, ancora emozionato nel rievocare quei momenti e nel raccontare le peculiarità del suo presepe.
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Nonostante siano passati circa 20 anni da quel viaggio rimane vivido il ricordo di quella storia. Una giovane donna che scappa da un malfattore finisce in un cunicolo tra le insidiose, aspre rocce rossicce. Un corridoio a fondo cieco. La ragazza, apparentemente in trappola, viene miracolata. Man mano che corre le pareti rocciose si aprono davanti a lei e riesce così a mettersi in salvo. Una leggenda, che ha fatto sì che venisse realizzato all’interno di una grotta un piccolo luogo di culto. Brioschi ha così rappresentato la corsa della giovane dal malvivente, che viene sospesa automaticamente per qualche istante all’ingresso nella cava allestita con un altare e una croce, simbolo di devozione.

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Tra le novità di quest’anno anche l’acqua che sgorga copiosamente a mo’ di cascata su un’ampia altura stratificata. Acqua generatrice di vita che rende rigogliosa la terra rinverdita di piante di ogni specie. A rendere caratteristici i presepi di Brioschi sono poi i giochi di luci calde e fredde, che cambiano per rendere l’alba, il giorno, il tramonto e la notte. Al buio le case si illuminano e le strade sono puntellate dalle lanterne accese dei viaggiatori. Con il rifornimento dalla Germania di una quindicina di giorni fa di un liquido fumogeno, uno speciale sistema rende attivo un vulcano.
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Quest’anno il signor Brioschi si è voluto superare e, nonostante qualche acciacco di salute, ha iniziato a realizzare persino un altro presepe, in scala maggiore. Le figure sono più grandi, le statuine compiono lo stesso dei movimenti, come il fattore che munge la vacca, il fabbro che forgia il metallo e le donne che pescano l’acqua dal pozzo con un secchio. Finite le feste, Elio Brioschi potrà smontare le sue ultime fatiche e ricominciare di nuovo guardando al prossimo Natale.
M.P.
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