Chiusura sede ATS Merate: i sindacati presi alla sprovvista ma c'è forte preoccupazione pure per il futuro del Mandic
“Nel corso di un incontro con Ats Monza e Brianza, ci è stata comunicata l’intenzione di chiudere la sede Ats di Merate” spiega Diego Riva, segretario generale della Camera del Lavori di Lecco. “Un comunicazione che – prosegue – non era all’ordine del giorno dell’incontro, i rappresentanti sindacali si sono trovati spiazzati”. “La notizia dell’intenzione di chiudere è arrivata a ciel sereno”.
Interpellato, anche il segretario lecchese della Cgil non ha potuto che confermare come la chiusura della sede Ats di via San Vincenzo a Merate, nella quale sono presenti i dipartimenti di Prevenzione Sanitaria e di Veterinaria, non era né stata anticipata né ipotizzata.
Un fulmine a ciel sereno, per l’appunto, giunto a pochi giorni di distanza dalla visita a Merate dell’assessore regionale al welfare Guido Bertolaso.
“Un’azione di questa natura – prosegue Riva – rischia ancora una volta di svuotare il territorio in ambito sanitario”. Per questo motivo i rappresentanti sindacali aziendali (Rsu) hanno “chiesto immediatamente la possibilità di avere un nuovo incontro” con i vertici dell’Azienda di Tutela della Salute. L’obbiettivo è ottenere “informazioni più dettagliate” e conoscere le “motivazioni” alla base della volontà di chiusura.
La sede Ats di via San Vincenzo conta 17 dipendenti, suddivisi fra il personale del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria e il personale del Dipartimento Veterinario e di Sicurezza degli Alimenti. Per loro si prospetta il trasferimento presso altre sedi.
Oltre che per il futuro di questi lavoratori la Cgil lecchese è preoccupata per il futuro della sanità in Regione Lombardia e nel lecchese. A partire dal punto nascite del presidio ospedaliero meratese San Leopoldo Mandic.
“Pur non parlando apertamente di chiusura, quando si danno dei numeri da raggiungere [500 parti/annui] che appaiono chiaramente come obiettivi irraggiungibili, è impossibile non essere preoccupati” spiega il segretario lecchese della Cgil. Anche la situazione dei reparti di psichiatria dell’ASST lecchese desta apprensioni.
“Abbiamo assistito con preoccupazione alla non riapertura del reparto di psichiatria a Merate” sottolinea Riva aggiungendo: “sappiamo delle dimissioni di altri due psichiatri dal presidio di Lecco, nonostante ciò, non viene chiarito quanto stia accadendo”. “La situazione della sanità è preoccupante e c’è necessità di fare chiarezza in senso generale, per il futuro del sistema sanitario e del diritto dei cittadini ad essere curati e a ricevere queste cure in tempi certi”.
Un terzo fattore di immediata apprensione è la carenza di personale. Una mancanza che apre la porta d’ingresso delle strutture ospedaliere pubbliche ai cosiddetti medici e operatori sanitari “gettonisti” dipendenti di società private esterne. “Non possono essere queste le modalità per affrontare la carenza del personale in ambito sanitario” sostiene Riva ricordando come vi siano anche le condizioni della sanità fra le motivazioni che hanno portato Cgil e Uil a scioperare per otto ore – lo scorso 24 novembre – scendendo in piazza anche a Lecco. “Siamo preoccupati per la sanità in generale, a livello nazionale e a livello lombardo” conclude il segretario precisando: “le competenze e le professionalità se ne stando andando dalle strutture ospedaliere pubbliche e la legge finanziaria non prevede le risorse adeguate necessarie a rilanciare il servizio sanitario nazionale rispondendo ai concetti di universalità della sanità, anzi punta ancora di più a favorire il settore privato”. “Noi crediamo che, anche a seguito del fenomeno dell’invecchiamento complessivo della popolazione, sia necessario rilanciare la sanità pubblica con adeguate risorse”.
Interpellato, anche il segretario lecchese della Cgil non ha potuto che confermare come la chiusura della sede Ats di via San Vincenzo a Merate, nella quale sono presenti i dipartimenti di Prevenzione Sanitaria e di Veterinaria, non era né stata anticipata né ipotizzata.
Un fulmine a ciel sereno, per l’appunto, giunto a pochi giorni di distanza dalla visita a Merate dell’assessore regionale al welfare Guido Bertolaso.
“Un’azione di questa natura – prosegue Riva – rischia ancora una volta di svuotare il territorio in ambito sanitario”. Per questo motivo i rappresentanti sindacali aziendali (Rsu) hanno “chiesto immediatamente la possibilità di avere un nuovo incontro” con i vertici dell’Azienda di Tutela della Salute. L’obbiettivo è ottenere “informazioni più dettagliate” e conoscere le “motivazioni” alla base della volontà di chiusura.
La sede Ats di via San Vincenzo conta 17 dipendenti, suddivisi fra il personale del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria e il personale del Dipartimento Veterinario e di Sicurezza degli Alimenti. Per loro si prospetta il trasferimento presso altre sedi.
Oltre che per il futuro di questi lavoratori la Cgil lecchese è preoccupata per il futuro della sanità in Regione Lombardia e nel lecchese. A partire dal punto nascite del presidio ospedaliero meratese San Leopoldo Mandic.
“Pur non parlando apertamente di chiusura, quando si danno dei numeri da raggiungere [500 parti/annui] che appaiono chiaramente come obiettivi irraggiungibili, è impossibile non essere preoccupati” spiega il segretario lecchese della Cgil. Anche la situazione dei reparti di psichiatria dell’ASST lecchese desta apprensioni.
“Abbiamo assistito con preoccupazione alla non riapertura del reparto di psichiatria a Merate” sottolinea Riva aggiungendo: “sappiamo delle dimissioni di altri due psichiatri dal presidio di Lecco, nonostante ciò, non viene chiarito quanto stia accadendo”. “La situazione della sanità è preoccupante e c’è necessità di fare chiarezza in senso generale, per il futuro del sistema sanitario e del diritto dei cittadini ad essere curati e a ricevere queste cure in tempi certi”.
Un terzo fattore di immediata apprensione è la carenza di personale. Una mancanza che apre la porta d’ingresso delle strutture ospedaliere pubbliche ai cosiddetti medici e operatori sanitari “gettonisti” dipendenti di società private esterne. “Non possono essere queste le modalità per affrontare la carenza del personale in ambito sanitario” sostiene Riva ricordando come vi siano anche le condizioni della sanità fra le motivazioni che hanno portato Cgil e Uil a scioperare per otto ore – lo scorso 24 novembre – scendendo in piazza anche a Lecco. “Siamo preoccupati per la sanità in generale, a livello nazionale e a livello lombardo” conclude il segretario precisando: “le competenze e le professionalità se ne stando andando dalle strutture ospedaliere pubbliche e la legge finanziaria non prevede le risorse adeguate necessarie a rilanciare il servizio sanitario nazionale rispondendo ai concetti di universalità della sanità, anzi punta ancora di più a favorire il settore privato”. “Noi crediamo che, anche a seguito del fenomeno dell’invecchiamento complessivo della popolazione, sia necessario rilanciare la sanità pubblica con adeguate risorse”.
L.A.