Calco, Mandic: Motta lancia un appello ai sindaci e critica la dirigenza uscente
Anche a Calco il consiglio comunale ha approvato all’unanimità il documento condiviso dalle conferenze dei sindaci del Casatese e Meratese contenente la lettera indirizzata all’assessore regionale Guido Bertolaso, a cui è stato richiesto un incontro (già avvenuto la scorsa settimana) per parlare del futuro dell’ospedale Mandic.
A presentare la mozione in assise è stato il capogruppo di maggioranza Stefano Riva, anche se, come da lui precisato, la scelta è stata condivisa anche con il gruppo di opposizione. Data lettura del testo, il sindaco Stefano Motta ha condiviso alcune riflessioni. “Abbiamo scelto di condividere il testo di questa mozione perché vogliamo essere rispettosi delle istituzioni e del percorso di condivisione che è avvenuto all’interno delle conferenze dei sindaci, però dobbiamo considerare come un valore l’apertura delle istituzioni al territorio e comprendere che la condivisione sociale è qualcosa in più della condivisione istituzionale” ha detto il primo cittadino, definendo la mozione tutto sommato “un’occasione persa” – pur condividendo pienamente il contenuto – perché si sarebbe potuto sfruttare l’occasione che è stata presentata e promossa a Missaglia per avere una mozione “ancora più ampiamente condivisa”.
In secondo luogo Motta ha voluto ripercorrere il passato recente dell’ospedale, secondo quella che è stata la sua esperienza all’interno della conferenza dei sindaci. “Il tema non è nuovo, i rischi che corre l’ospedale non sono degli ultimi momenti. Proprio a fronte di questo vorrei rivolgere un appello ai miei colleghi sindaci affinché si abbia più coraggio nel condividere posizioni” ha aggiunto Motta, ricordando che già lo scorso anno lui stesso aveva portato la voce del Comitato a difesa dell’Ospedale Mandic all’interno della conferenza dei sindaci. “Il Comitato aveva presentato un situazione che risultava in rapido peggioramento. Io avevo chiesto che di quella relazione si facesse un dossier da approvare nei consigli comunali e da presentare alla Regione. Questo tentativo però non venne accolto”.
Ringraziando l’assessore Bertolaso per la disponibilità e quello che ha detto, Motta ha infine riportato ai consiglieri ciò che è emerso durante l’incontro della scorsa settimana. “L’approccio dell’assessore è più da tecnico che da politico, come lui stesso ha detto. È stato molto disponibile e avremo la possibilità di incontrarlo di nuovo a gennaio per una verifica congiunta sui passi avanti fatti rispetto alle problematiche, anche perché vuole assegnare degli obbiettivi specifici e strategici alla dirigenza sanitaria a ciascun ospedale, compreso il nostro. Vedremo se queste promesse verranno mantenute e a breve ci confronteremo di nuovo, magari con la presenza di un nuovo direttore generale, cosa che assolutamente non farebbe male, visto l’esito di un percorso molto difficoltoso che c’è stato sul piano della condivisione delle linee strategiche tra i sindaci e la dirigenza uscente”.
Nel corso dell’incontro con Bertolaso, il sindaco di Calco ha esposto la sua opinione. “Ho detto che a mio avviso per una serie di fatti siamo caduti in spirale negativa che porta ospedale all’insignificanza. Non è solo un problema di carenza di servizi. Il fatto è che se continuiamo in questa direzione, finirà che l’ospedale di Merate non avrà più senso per questo territorio, cesserà di essere un riferimento e di essere un vero e proprio presidio di natura socio-sanitaria. Ho detto anche che se questa spirale negativa non trova un’inversione messa in campo innanzitutto da chi ha la responsabilità, quindi la direzione generale, questo territorio avrà una perdita enorme”.
In ultima battuta, prendendo come esempio la crisi che sta affliggendo il punto nascite del Mandic, il primo cittadino ha condiviso un’ultima riflessione: “L’esempio del punto nascite è importante, perché se c’è uno screditamento complessivo delle prestazioni sanitarie erogate sul territorio, è logico che le donne non vanno più a partorire a Merate ma vanno da un’altra parte. Ma non perché sia scadente il servizio offerto, ma per il contesto che si è creato, che porta addirittura i medici ad andarsene o scegliere altre destinazioni, perché l’ospedale ha perso la sua credibilità. Se ciò è avvenuto lo dobbiamo innanzitutto alla strategia sbagliata messa in campo dalla direzione generale, che secondo me non ha fatto nulla per recuperare il legame con il territorio e per ridare credibilità all’ospedale”.
L’ex sindaco e consigliere di minoranza, Giuseppe Magni, si è detto d’accordo con Motta. “Forse bisognava muoversi un po’ prima. Questa dirigenza (dell’ospedale ndr) che abbiamo, sono anni che vediamo che non esiste. Se quelli che comandano non hanno a cuore l’ospedale c’è poco da fare…” ha detto, ricordando poi il 1993, suo primo anno da sindaco, quando prese parte per la prima volta a una manifestazione in difesa dell’ospedale di Merate. “In quell’occasione c’era oltre a Stefano Galli anche Gigliola Sironi, che continua ad attivarsi ancora adesso per il Mandic e di cui io ho condiviso quanto recentemente ha detto” ha detto il consigliere, citando l’intervento che aveva fatto mediante questo giornale. “Bisogna darsi da fare. Se a gennaio non ci saranno risultati, si potranno mettere in campo anche altre azioni a cui io sarò favorevole indipendentemente da chi ci sarà in testa a condurle”.
A presentare la mozione in assise è stato il capogruppo di maggioranza Stefano Riva, anche se, come da lui precisato, la scelta è stata condivisa anche con il gruppo di opposizione. Data lettura del testo, il sindaco Stefano Motta ha condiviso alcune riflessioni. “Abbiamo scelto di condividere il testo di questa mozione perché vogliamo essere rispettosi delle istituzioni e del percorso di condivisione che è avvenuto all’interno delle conferenze dei sindaci, però dobbiamo considerare come un valore l’apertura delle istituzioni al territorio e comprendere che la condivisione sociale è qualcosa in più della condivisione istituzionale” ha detto il primo cittadino, definendo la mozione tutto sommato “un’occasione persa” – pur condividendo pienamente il contenuto – perché si sarebbe potuto sfruttare l’occasione che è stata presentata e promossa a Missaglia per avere una mozione “ancora più ampiamente condivisa”.
In secondo luogo Motta ha voluto ripercorrere il passato recente dell’ospedale, secondo quella che è stata la sua esperienza all’interno della conferenza dei sindaci. “Il tema non è nuovo, i rischi che corre l’ospedale non sono degli ultimi momenti. Proprio a fronte di questo vorrei rivolgere un appello ai miei colleghi sindaci affinché si abbia più coraggio nel condividere posizioni” ha aggiunto Motta, ricordando che già lo scorso anno lui stesso aveva portato la voce del Comitato a difesa dell’Ospedale Mandic all’interno della conferenza dei sindaci. “Il Comitato aveva presentato un situazione che risultava in rapido peggioramento. Io avevo chiesto che di quella relazione si facesse un dossier da approvare nei consigli comunali e da presentare alla Regione. Questo tentativo però non venne accolto”.
Ringraziando l’assessore Bertolaso per la disponibilità e quello che ha detto, Motta ha infine riportato ai consiglieri ciò che è emerso durante l’incontro della scorsa settimana. “L’approccio dell’assessore è più da tecnico che da politico, come lui stesso ha detto. È stato molto disponibile e avremo la possibilità di incontrarlo di nuovo a gennaio per una verifica congiunta sui passi avanti fatti rispetto alle problematiche, anche perché vuole assegnare degli obbiettivi specifici e strategici alla dirigenza sanitaria a ciascun ospedale, compreso il nostro. Vedremo se queste promesse verranno mantenute e a breve ci confronteremo di nuovo, magari con la presenza di un nuovo direttore generale, cosa che assolutamente non farebbe male, visto l’esito di un percorso molto difficoltoso che c’è stato sul piano della condivisione delle linee strategiche tra i sindaci e la dirigenza uscente”.
Nel corso dell’incontro con Bertolaso, il sindaco di Calco ha esposto la sua opinione. “Ho detto che a mio avviso per una serie di fatti siamo caduti in spirale negativa che porta ospedale all’insignificanza. Non è solo un problema di carenza di servizi. Il fatto è che se continuiamo in questa direzione, finirà che l’ospedale di Merate non avrà più senso per questo territorio, cesserà di essere un riferimento e di essere un vero e proprio presidio di natura socio-sanitaria. Ho detto anche che se questa spirale negativa non trova un’inversione messa in campo innanzitutto da chi ha la responsabilità, quindi la direzione generale, questo territorio avrà una perdita enorme”.
In ultima battuta, prendendo come esempio la crisi che sta affliggendo il punto nascite del Mandic, il primo cittadino ha condiviso un’ultima riflessione: “L’esempio del punto nascite è importante, perché se c’è uno screditamento complessivo delle prestazioni sanitarie erogate sul territorio, è logico che le donne non vanno più a partorire a Merate ma vanno da un’altra parte. Ma non perché sia scadente il servizio offerto, ma per il contesto che si è creato, che porta addirittura i medici ad andarsene o scegliere altre destinazioni, perché l’ospedale ha perso la sua credibilità. Se ciò è avvenuto lo dobbiamo innanzitutto alla strategia sbagliata messa in campo dalla direzione generale, che secondo me non ha fatto nulla per recuperare il legame con il territorio e per ridare credibilità all’ospedale”.
L’ex sindaco e consigliere di minoranza, Giuseppe Magni, si è detto d’accordo con Motta. “Forse bisognava muoversi un po’ prima. Questa dirigenza (dell’ospedale ndr) che abbiamo, sono anni che vediamo che non esiste. Se quelli che comandano non hanno a cuore l’ospedale c’è poco da fare…” ha detto, ricordando poi il 1993, suo primo anno da sindaco, quando prese parte per la prima volta a una manifestazione in difesa dell’ospedale di Merate. “In quell’occasione c’era oltre a Stefano Galli anche Gigliola Sironi, che continua ad attivarsi ancora adesso per il Mandic e di cui io ho condiviso quanto recentemente ha detto” ha detto il consigliere, citando l’intervento che aveva fatto mediante questo giornale. “Bisogna darsi da fare. Se a gennaio non ci saranno risultati, si potranno mettere in campo anche altre azioni a cui io sarò favorevole indipendentemente da chi ci sarà in testa a condurle”.
E.Ma.