Robbiate: la "rivendicazione" delle donne nella scrittura

Nella serata di venerdì 29 ottobre, si è svolto, in una sala consiliare gremita, il primo dei sei incontri organizzati dal gruppo ORA BASTA per porre attenzione sulla disparità di genere in attesa del 25 novembre, la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
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Tre autrici affermate, con l’aiuto della professoressa Cristina Mazza, hanno raccontato la loro esperienza nel mondo della scrittura, la rappresentazione della figura femminile nel mondo letterario e la saggezza comune che ogni donna eredita da colore che l'hanno preceduta.

Nicoletta Bortolotti, candidata al Premio Strega 2023, ha notato una grande differenza nella fama riscossa delle donne nella letteratura per adulti, dove è difficile affermarsi ma non è inusuale riuscirci, e quella dei ragazzi, dove invece è difficile emergere, nonostante sia prettamente un mondo femminile: le maestre, le bibliotecarie, le libraie sono praticamente tutte donne.
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Cristina Mazza, Nicoletta Bortolotti, Laura Campanello, Elena Rausa

“Per compensare vengono chiamati autori maschili che catturano le folle, facendo grandi numeri di vendite che le donne riescono ad ottenere solo nella narrativa per adulti. Ai festival di vetrina, dove è più importante l’autore del libro, è quasi impossibile farsi notare in una scena dominata dal genere maschile. È vero che quando il focus si sposta sul libro la situazione può ribaltarsi, rimane però la predilezione delle case editrici verso il genere maschile”. Non c’è da meravigliarsi dunque se ancora oggi alcune donne utilizzano pseudonimi maschili per raggiungere il successo. Nella categoria Young Adult (giovani adulti) sono già in corso però dei cambiamenti: nel genere fantasy è spiccano sempre di più autrici americane, che trattano di tematiche attuali come la fluidità di genere, con la volontà di uscire dallo stereotipo dei ruoli.

Comune è inoltre la richiesta di cambiare il sesso ad una protagonista e renderla maschile, per favorire una lettura a tutti, siccome è statisticamente provato che un uomo più difficilmente prenderebbe in mano un libro raccontato da una donna. Questo perché per centinaia di anni la letteratura è stata monopolizzata dagli uomini, che hanno presentato il loro punto di vista senza dare la possibilità a una donna di immedesimarsi nei loro scritti e, al contempo, precludendosi una visione dell’universo femminile.
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Patrizia Riva

A tal proposito la rappresentante di ORA BASTA Patrizia Riva ha ricordato un progetto che hanno proposto alla classe 5D di Relazioni Internazionali per il Marketing dell’istituto Viganò di Merate, che quest’anno si è classificata al concorso “Sulle vie della Parità” nella sezione “Percorsi”, promosso dall’associazione Toponomastica Femminile, sottolineando come per secoli le donne siano state il soggetto cantato e non cantante delle opere.

La professoressa di lettere Violen Orio, ha notato insieme ai ragazzi la grande assenza di scrittrici femminili all' interno dei volumi scolastici. Gli studenti hanno dunque deciso di scrivere una lettera alla casa editrice Zanichelli facendo emergere come tra i 33 scrittori trattati nel loro libro solo due siano donne. La classe ha poi raccolto informazioni da integrare all’interno del volume esistente per ribaltare lo spazio marginale o nullo che viene dedicato al genere femminile. Questa carenza viene riflessa nell’ultima opera di Nicoletta Bortolotti “Un giorno e una donna”, in cui l’autrice racconta la storia della prima scrittrice europea Christine de Pizan, che ha definito una “donna dei primati” ma al contempo una “donna dimenticata”. Christine è un personaggio anticonformista, nata a Venezia nel 1365, si distingue alla corte dei Valois, dove, rimasta vedova a venticinque anni inizia a scrivere ballate d’amore sotto commissione dei reali fino a diventare la prima biografa di Carlo V e di Giovanna d'Arco e produrre il suo capolavoro la “Città delle donne” in cui invita le donne virtuose della storia classica, della storia biblica e a lei contemporanee in un borgo esemplare, testimone delle virtù delle donne pari a quelle degli uomini. Si trasforma così nella prima editor freelance della storia, riunendo intorno a sé una squadra per confezionare, illustrare e pubblicare i suoi libri, che firma e ritrae con il suo volto sul capolettera. Nonostante il grande successo che riscosse al suo tempo, Christine oggi rimane nascosta nell’ombra, ha subito una cancellazione totale della sua figura come purtroppo succede in tanti altri campi in cui le donne non vengono consegnate alla memoria.
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Anche la docente di lettere e scrittrice Elena Rausa ha denotato la mancanza di un’educazione affettiva femminile in anni in cui i libri erano il maggior veicolo formativo. Oggi grazie alle tecnologie e una parità di espressione la situazione è cambiata, bisogna però ricordare che nelle scuole si attinge ancora a quel sapere classico maschilista, portatore di idee e pensieri che non vengono più condivisi ma che se vengono correttamente contestualizzati offrono uno sguardo sulle sfaccettature umane ben visibili ancora oggi. Questo è ciò che Elena Rausa cerca di trasmettere ai suoi alunni in un’epoca in cui le donne non sono più costrette ad osservare in silenzio, ma che hanno comunque acquisito indirettamente da questa pratica una sensibilità che mediamente non si riscontra nel genere maschile e che finisce così per essere sminuita per la sua troppa emotività. È proprio per questa caratteristica, che dal pubblico maschile non viene apprezzata, che l’analista e consulente pedagogica Laura Campanello ha sempre preferito una scrittura femminile, nella quale ritrova una risonanza e una visione dell’esistenza che raramente coglie nelle parole fredde e dirette degli uomini, che per molti risultano proprio per questo motivo più convincenti. Scrivendo saggi che spesso toccano tematiche interiori e astratte, la specialista si è resa conto che quando si parla della cura di sé e dell’esercizio filosofico, senza trattare di massime e verità assolute, il 99% del pubblico interessato è femminile. Eppure, sono spesso gli uomini a risultare più convincenti a causa della loro tendenza ad essere incisivi, assertivi e pratici. “Questa è una verità severa, non si riesce a sollecitare un pensiero alto in un maschile che viene portato immediatamente a ragionare in maniera seria e misurata mentre il resto del terreno umano è un contorno, un qualcosa di superfluo”. È a causa di questa mancanza che spesso scrittori maschili compiono nelle loro opere delle vere e proprie appropriazioni culturali, travestendo da donna personaggi che compiono azioni da uomo.
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Cristina Mazza e Nicoletta Bortolotti

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Laura Campanello e Elena Rausa

La scrittura però dovrebbe essere in primis un servizio per sé, per esprimere la propria interiorità e conoscenza. “Lasciatemi essere il cuore pensante di questa baracca” scrisse l’ebrea Etty Hillesum durante l’occupazione nazista del suo paese natale, l’Olanda. “Questa sua frase dimostra l’importanza di essere capaci di pensare lucidamente, anche nei periodi di maggiore difficoltà, senza però dimenticare di sentire ed esprimere emozioni. La saggezza femminile è proprio questo, dobbiamo seguire questo istinto perché le donne vogliono piacersi e non compiacere. Questa sapienza è frutto di una storia, noi raccogliamo la testimonianza dei nostri predecessori che ci unisce in un’universalità che risuonerà in altri che aggiungeranno a loro volta il loro giudizio senza pretendere che sia verità”. Questo è un concetto al quale Elena sta lavorando per la sua prossima opera, attingendo da uno studio sull’ipotesi della trasmissione da madre in figlia del DNA epigenetico. “La maggior parte del nostro DNA è largamente femminile, il pensiero dunque che io ho fatto è che dentro di noi c’è la memoria di tutte le donne che ci hanno preceduto, che noi arricchiremo a nostra volta con la nostra eredità. Mi sembra molto bello che la mia scrittura possa essere messa al servizio di questa benedizione”.
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Nicoletta Bortolotti, Elena Rausa. Cristina Mazza e Laura Campanello

Patrizia Riva ha ringraziato il pubblico presente, le relatrici, la vicesindaca Antonella Cagliani e l’Amministrazione comunale di Robbiate per il costante sostegno alle loro iniziative e ha ricordato il prossimo appuntamento per il 4 novembre a Osnago con l’esibizione del coro femminile Wildflowers e le proiezioni cinematografiche femminili al cineteatro Manzoni il 30 ottobre e 6 novembre.
I.Bi.
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