Merate: l'istituto Viganò vince il 1° premio al concorso nazionale ''Sulle vie della parità''
Gli studenti della classe 5D RIM con il supporto della docente di lettere professoressa Orio Wiolen hanno ottenuto il primo posto al concorso nazionale, giunto ormai alla decima edizione, dal titolo "Sulle vie della parità", indetto dall'associazione Toponomastica femminile.
Gli studenti hanno dato il meglio delle loro capacità concentrandosi sulla sezione C3, relativa a percorsi di vita, lavoro e memoria ed andando a rintracciare le figure femminili proposte nel loro programma di studi di letteratura. Facendo così una scoperta sconcertante e anche un po' triste: accanto a una trentina di autori maschili si trovano solamente due donne, Virginia Woolf e Elsa Morante. Gli studenti si sono così chiesti se questo vuoto fosse dovuto a una mancanza di personaggi femminili che si sono dedicati alle "lettere" oppure se sia stata una scelta deliberata a monte da parte di chi ha costruito i programmi scolastici. Volenterosi i ragazzi hanno iniziato così a frugare tra archivi cartacei e online, biblioteche e tutto quanto potesse contenere informazioni su sei donne della letteratura, ignorate dai programmi scolastici ma significative e profonde per il contributo, lo studio, gli ideali offerti non solo con la produzione di scritti, testi e poesie ma anche con l'esperienza stessa nella società,
Antonia Pozzi, Patrizia Cavalli, Patrizia Valduga, Alda Merini, Jolanda Insana, Amelia Rosselli sono state le figure analizzate con una biografia, una ricerca sulle opere, l'analisi testuale, la condivisione in classe e poi la preparazione di un elaborato da spedire alla giuria del concorso che, visto il posizionamento su 49 istituti, 179 classi, 197 docenti e 2798 studenti, lo ha trovato particolarmente brillante e meritevole del premio.
Per l'occasione supportati dalla loro insegnante si sono sentiti anche di spedire alla casa editrice che cura l'edizione dei libri scolastici una lettera con l'invito a includere un numero maggiore di donne nei loro testi, così da realizzare davvero una parità di genere di cui, si spera, prima o poi non sia più necessario parlare.
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X CONCORSO NAZIONALE "SULLE VIE DELLA PARITÀ"
anno scolastico 2022/2023
Titolo del lavoro
Ascolta la mia voce
Sezione e tipologia
Sezione C3- Percorsi di vita, di lavoro, di memoria- Ambito 2: Canone letterario femminile
Modalità espressive (solo per le sezioni A e C)
Multimediale con presentazioni in ppt.
Relazione dell’esperienza
Il progetto nasce da un interesse coltivato all’interno di un’esperienza didattica ed educativa elaborata e sviluppata insieme agli studenti.
La nostra ricerca all’interno della poesia del Novecento è scaturita dalla constatazione di un’assenza oggettiva e materiale dai manuali scolastici di autrici femminili. Il nostro libro di testo di letteratura italiana, di recente edizione (2019), su un totale di 33 autori, presenta ed analizza 31 scrittori uomini e solo 2 sono donne.
La nostra amara riflessione approda alla consapevolezza di una enorme ed ingiustificata assenza non dalla realtà letteraria, bensì dalla letteratura comunicata e studiata nelle scuole italiane, che tuttalpiù presenta le donne come narrate e non narranti. Abbiamo poi rilevato come l’accesso e l’affermazione delle donne in un genere alto e codificato come quello della
lirica sia stato difficile, in particolar modo in Italia. Tramite un esame della presenza di voci femminili in alcune antologie del Novecento, sono emersi utili elementi di riflessione per capire, discutere ed analizzare in classe i fenomeni che contribuiscono a creare l’attuale contesto culturale.
Gli studenti hanno sottolineato come tanti atteggiamenti stereotipati, discriminatori, violenti, presenti in tutti i livelli della nostra società, siano strettamente legati agli aspetti culturali più profondi che vengono veicolati all’interno delle nostre scuole, sin dalla primissima infanzia. Tali stereotipi contribuiscono alla formazione e alla sedimentazione di un determinato pensiero che tende a considerare ancora oggi le donne in modo differente, e di come tali pregiudizi si ripercuotano poi nel modo di pensare e di agire della nostra società.
Abbiamo quindi voluto ricercare come alcune delle maggiori poetesse italiane si siano fatte carico di indagare la condizione femminile, e se ne abbiano (e come) espresso la diversità.
Il progetto è dunque entrato a pieno titolo all’interno del programma scolastico di letteratura italiana, stimolando dapprima spunti di riflessione che sono poi maturati in un proponimento più ampio, volto all’approfondimento di alcune poetesse del Novecento. I singoli gruppi hanno elaborato un approfondimento multimediale per analizzare le esperienze delle autrici da noi scelte: Antonia Pozzi, Amelia Rosselli, Alda Merini, Jolanda Insana, Patrizia Cavalli, Patrizia Valduga.
Gli argomenti sono stati sviluppati come guida di presentazione e studio degli aspetti più importanti di ogni singola poetessa, con l’intento di voler colmare materialmente il vuoto che il testo scolastico ha in merito.
E’ emersa poi in fase finale un’esigenza, un monito da parte degli studenti sulla necessità impellente che l’equità di “spazi” in generale, e nello specifico, anche letterari, possa e debba porre le basi di un urgente e necessario superamento del pressoché totale e silente dominio di autori maschili nella letteratura scolastica in generale.
Il nostro obiettivo non si focalizza sulla intitolazione di un luogo pubblico ma nella richiesta di un concreto cambiamento, una ripercussione pratica nei libri di testo scolastici che spesso paventano solo nei titoli maggiori presenze femminili che poi in realtà non si concretizzano.
Abbiamo dunque deciso, come ultimo atto concreto della nostra esperienza, di inviare una richiesta formale all’editore, in merito al volume in adozione alla classe, per richiedere un impegno fattuale e non solo nei titoli, di un radicale cambiamento che preveda la presenza di poetesse e scrittrici all’interno di questo e di altri volumi scolastici, motivando la nostra missiva.
La constatazione amara e finale di tutti gli studenti della classe, ha esteso il campo di riflessione all’ambito sociale, politico e istituzionale. Sono stati, a nostro avviso, riprodotti nei secoli, e si ripropongono tutt’oggi, gli stessi meccanismi stereotipati di genere che sono attualmente presenti e consolidati in tutti i livelli della società, delle istituzioni, del lavoro e dei mezzi di
comunicazione.
Concludendo, la richiesta unanime invoca cambiamento, e proponendo un verso di Antonia Pozzi affermiamo con voce chiara e decisa che “… l’età delle parole è finita”.
anno scolastico 2022/2023
Titolo del lavoro
Ascolta la mia voce
Sezione e tipologia
Sezione C3- Percorsi di vita, di lavoro, di memoria- Ambito 2: Canone letterario femminile
Modalità espressive (solo per le sezioni A e C)
Multimediale con presentazioni in ppt.
Relazione dell’esperienza
Il progetto nasce da un interesse coltivato all’interno di un’esperienza didattica ed educativa elaborata e sviluppata insieme agli studenti.
La nostra ricerca all’interno della poesia del Novecento è scaturita dalla constatazione di un’assenza oggettiva e materiale dai manuali scolastici di autrici femminili. Il nostro libro di testo di letteratura italiana, di recente edizione (2019), su un totale di 33 autori, presenta ed analizza 31 scrittori uomini e solo 2 sono donne.
La nostra amara riflessione approda alla consapevolezza di una enorme ed ingiustificata assenza non dalla realtà letteraria, bensì dalla letteratura comunicata e studiata nelle scuole italiane, che tuttalpiù presenta le donne come narrate e non narranti. Abbiamo poi rilevato come l’accesso e l’affermazione delle donne in un genere alto e codificato come quello della
lirica sia stato difficile, in particolar modo in Italia. Tramite un esame della presenza di voci femminili in alcune antologie del Novecento, sono emersi utili elementi di riflessione per capire, discutere ed analizzare in classe i fenomeni che contribuiscono a creare l’attuale contesto culturale.
Gli studenti hanno sottolineato come tanti atteggiamenti stereotipati, discriminatori, violenti, presenti in tutti i livelli della nostra società, siano strettamente legati agli aspetti culturali più profondi che vengono veicolati all’interno delle nostre scuole, sin dalla primissima infanzia. Tali stereotipi contribuiscono alla formazione e alla sedimentazione di un determinato pensiero che tende a considerare ancora oggi le donne in modo differente, e di come tali pregiudizi si ripercuotano poi nel modo di pensare e di agire della nostra società.
Abbiamo quindi voluto ricercare come alcune delle maggiori poetesse italiane si siano fatte carico di indagare la condizione femminile, e se ne abbiano (e come) espresso la diversità.
Il progetto è dunque entrato a pieno titolo all’interno del programma scolastico di letteratura italiana, stimolando dapprima spunti di riflessione che sono poi maturati in un proponimento più ampio, volto all’approfondimento di alcune poetesse del Novecento. I singoli gruppi hanno elaborato un approfondimento multimediale per analizzare le esperienze delle autrici da noi scelte: Antonia Pozzi, Amelia Rosselli, Alda Merini, Jolanda Insana, Patrizia Cavalli, Patrizia Valduga.
Gli argomenti sono stati sviluppati come guida di presentazione e studio degli aspetti più importanti di ogni singola poetessa, con l’intento di voler colmare materialmente il vuoto che il testo scolastico ha in merito.
E’ emersa poi in fase finale un’esigenza, un monito da parte degli studenti sulla necessità impellente che l’equità di “spazi” in generale, e nello specifico, anche letterari, possa e debba porre le basi di un urgente e necessario superamento del pressoché totale e silente dominio di autori maschili nella letteratura scolastica in generale.
Il nostro obiettivo non si focalizza sulla intitolazione di un luogo pubblico ma nella richiesta di un concreto cambiamento, una ripercussione pratica nei libri di testo scolastici che spesso paventano solo nei titoli maggiori presenze femminili che poi in realtà non si concretizzano.
Abbiamo dunque deciso, come ultimo atto concreto della nostra esperienza, di inviare una richiesta formale all’editore, in merito al volume in adozione alla classe, per richiedere un impegno fattuale e non solo nei titoli, di un radicale cambiamento che preveda la presenza di poetesse e scrittrici all’interno di questo e di altri volumi scolastici, motivando la nostra missiva.
La constatazione amara e finale di tutti gli studenti della classe, ha esteso il campo di riflessione all’ambito sociale, politico e istituzionale. Sono stati, a nostro avviso, riprodotti nei secoli, e si ripropongono tutt’oggi, gli stessi meccanismi stereotipati di genere che sono attualmente presenti e consolidati in tutti i livelli della società, delle istituzioni, del lavoro e dei mezzi di
comunicazione.
Concludendo, la richiesta unanime invoca cambiamento, e proponendo un verso di Antonia Pozzi affermiamo con voce chiara e decisa che “… l’età delle parole è finita”.
S.V.