Cernusco: Consiglio sospeso, sul "caso" Fiocchi coinvolti, tribunale, UTG e Tar

Il Comune di Cernusco Lombardone è in tilt. La questione della decadenza della consigliera Daniela Fiocchi deflagra e mina l’attività dell’Ente pubblico. Il Consiglio comunale convocato per oggi, giovedì 5 ottobre, è stato rinviato a data da destinarsi. Ancora l’avviso in proposito non è stato pubblicato né sul sito internet del Comune né all’albo pretorio.

Tre i punti all’ordine del giorno che non saranno quindi discussi: le comunicazioni del sindaco, che forse avrebbero fatto chiarezza sulle dimissioni depositate dall’assessore Pietro Santoro [clicca QUI]; la surroga del consigliere comunale (Alberto Gatti al posto di Fiocchi) e la convenzione con i tre Comuni di Lomagna, Montevecchia e Osnago per partecipare a un bando statale per finanziare interamente i lavori di efficientamento energetico della scuola media per 2,4 milioni di euro. Il bando, che ha già avuto una proroga, scade il 25 ottobre. Sarà opportuno comprendere se la situazione di Cernusco si sbloccherà nell’arco di tre settimane.
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Il sindaco Gennaro Toto

I fatti sono una diretta conseguenza dell’approvazione a maggioranza nel movimentato Consiglio comunale del 31 agosto della decadenza della consigliera Fiocchi. La delibera è stata pubblicata all’albo pretorio soltanto nel tardo pomeriggio di venerdì 29 settembre, nonostante i solleciti da parte dell’avv. Fiocchi al Comune, alla Prefettura di Lecco e, addirittura, al Ministro Piantedosi. La Prefettura ha pure richiamato per due volte il Comune a fornire dei chiarimenti.

Soltanto dopo la pubblicazione Fiocchi ha potuto procedere con il preannunciato ricorso al TAR, depositato il 3 ottobre, con la richiesta cautelativa di sospensiva della delibera oggetto di impugnazione. In via prudenziale, Fiocchi ha altresì informato del ricorso il sindaco Gennaro Toto, il segretario Claudio Giuseppe Ministeri e i consiglieri comunali. Con la stessa missiva l’ex assessore al Bilancio ha intimato di differire la seduta del 5 ottobre. Detto, fatto.CernuscoCCFiocchi6.JPG (1.31 MB)
L'avv. Daniela Fiocchi

Con il ricorso al TAR, l’ex assessore probabilmente contesta la procedura amministrativa utilizzata per provvedere alla sua decadenza. Sulla falsa riga di quanto ha già pubblicamente affermato nell’ultimo Consiglio comunale [clicca QUI], potrebbe lamentare che il tema non sia stato affrontato in due distinte sedute consiliari e che l’amministrazione abbia scartato le sue motivazioni giustificative delle quattro assenze consecutive. Inoltre per l’ex assessore il voto sulla decadenza doveva essere palese e non segreto. Non siamo giuristi e non possiamo prevedere come andrà a finire.

Da una parte il Comune sostiene che un certificato medico privo di una prognosi, come quello che avrebbe fornito Fiocchi, non sarebbe valido, anche in base ad una sentenza del Consiglio di Stato. Dall’altro lato Fiocchi vorrebbe far valere il supremo diritto di un consigliere eletto dal popolo di poter svolgere il suo mandato. Ricordiamo che l’avv. Daniela Fiocchi, attualmente presidente del circolo di Fratelli d’Italia di Osnago, aveva smesso di partecipare alle sedute consiliari da quando il sindaco le aveva revocato le deleghe da assessore, salvo presentarsi al Consiglio sulla sua decadenza.

Il quadro è ancora più complicato. Fiocchi sarebbe pronta a far partire una denuncia querela nell’ambito penale per falso ideologico, falso in atto pubblico e contraffazione di documenti pubblici. La delibera pubblicata all’albo riporta che la votazione sarebbe stata espressa per alzata di mano. Il verbale sintetizza una discussione sulla modalità di voto, precisa che la seduta sia stata sospesa per preparare le operazioni di voto, ma al momento di definire l’esito del voto riporta che si è proceduti per alzata di mano. Ciò non corrisponde al vero. Un refuso? Il Regolamento comunale sul funzionamento del Consiglio comunale, all’art. 56, dice espressamente che la decadenza dalla carica di consigliere vada discussa e votata a scrutinio palese per appello nominale. Per questo Fiocchi avrebbe preannunciato un’azione penale.

Ma le assurdità non finiscono qua. Ci siamo infatti accorti, e questa è un’esclusiva, che la pubblicazione della delibera all’albo pretorio è stata sostituita con un altro provvedimento. È palese che un atto pubblico, una volta che viene pubblicato, non possa svanire ed essere cambiato con tanta disinvoltura. Viene meno il principio di trasparenza. Lo si chiederebbe al Responsabile del Comune per la Trasparenza e l’anticorruzione, se solo si sapesse chi sia dopo che il vice segretario Claudio Brambilla è sparito dai radar con l’arrivo del reggente, Claudio Giuseppe Ministeri.

In che cosa differisce la nuova versione della delibera? A parte l’inversione di alcuni passaggi, con stupore si nota che nel punto in cui si riassume l’esito del voto non soltanto si dice che sia stato espresso per alzata di mano, ma si afferma finanche che a votare contro siano stati i consiglieri Gavazzi, Limonta, Pirovano, Fiocchi. Ma se la votazione è stata fatta a scrutinio segreto come si può dire chi abbia votato contro? E non si potrà nemmeno dire che sia stata una svista, dal momento che rappresenta l’elemento sostanziale della modifica del testo della delibera. Entrambe le copie delle delibere sono state lette, approvate e sottoscritte dal sindaco Gennaro Toto e dal segretario Claudio Giuseppe Ministeri.

La vicenda, già attenzionata dalla Prefettura di Lecco, assume dei contorni sempre più preoccupanti per le sorti dell’Ente. Ad occuparsene saranno diversi organismi: il TAR, il Tribunale di Lecco e forse anche l’ANAC. Ognuno per le proprie competenze dovrà rilevare se sussistano profili di irregolarità ed, eventualmente, valutarne le responsabilità.
M.P.
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