Merate: nel giorno del compleanno del papà Donato Frisia, la figlia Luisa ricorda, dal Minnesota, aneddoti del genitore

 Il 30 agosto del 1883 veniva al mondo il pittore Donato Frisia a Merate, la città che a giorni celebrerà i 140 anni dalla sua nascita (e i 70 dalla sua scomparsa) con una pregevole mostra in Villa Confalonieri, frutto del progetto “Carpi, Frisia, Gola. Memorie di un territorio” promosso dalla Provincia di Lecco e in collaborazione con Olgiate Molgora. 
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Donato Frisia a Venezia nel 1942



 In occasione di questo importante anniversario, da Minneapolis (Minnesota) anche Luisa Frisia Rescigno, l’unica figlia del pittore rimasta in vita, ha voluto condividere un ricordo del papà, come ha fatto nelle scorse settimane il nipote (omonimo al nonno) Donato Frisia. “Non potrò venire all’inaugurazione della mostra” ci racconta al telefono la donna che oggi ha 92 anni e da tempo vive negli Stati Uniti con il marito. “Mi dispiace molto perché mi avrebbe fatto davvero piacere esserci. Ricordo ancora quando venne fatta una mostra in Villa Confalonieri, circa vent’anni fa. Fu quella l’ultima volta che venni a Merate”. 

Frisia è stato spesso raccontato come un uomo severo e poco affabile con chiunque non avesse a che fare con l’arte. “È vero – conferma la figlia Luisa – aveva un carattere un po’ difficile, ma aveva anche un lato dolce, soprattutto con me che ero la più piccola dei suoi cinque figli”. A prova di questo, la figlia del pittore ha voluto condividere uno dei ricordi più antichi che conserva del padre. “Ho ancora ben in mente un pomeriggio quando eravamo nella nostra casa a Merate e io avevo sei anni. Mio padre mi fece un ritrattino ad acquarello e io fui molto contenta perché mi piaceva molto. Non appena lo finì, ricordo che sono arrivati due uomini in automobile da Milano e l’hanno acquistato. Il dipinto era ancora bagnato e loro l’avevano già comprato. Ci rimasi male e piansi disperatamente, ma appena i due signori andarono via mio padre mi disse che me ne avrebbe fatto subito un altro. E così fece. Conservo ancora quel ritratto in camera da letto”. 

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Il ritratto di Luisa Frisia realizzato dal padre Donato Frisia nel 1937 a Merate


Poco tempo dopo quell’episodio la famiglia si è trasferita a Milano, dove Luisa Frisia ha compiuto i suoi studi. “Mio papà mi ha incoraggiato a fare l’Accademia di Brera. Sono stati anni bellissimi quelli a Brera, a me piaceva molto l’arte. A quei tempi il direttore era Aldo Carpi, che io già conoscevo da Merate”. La figlia del pittore ha raccontato anche dei tentativi del padre di insegnarle a dipingere: “Ci ha provato. Ho ricordi di io e lui che dipingiamo vicini. Mi ha sempre incoraggiato a farlo nonostante non fossi particolarmente dotata”. 

Come è noto, nel 1942 la XXIII Esposizione Internazionale di Venezia dedicò a Donato Frisia una sala personale. “Ricordo bene quell’anno. Io e mia sorella siamo state con nostro padre per un mese a Venezia. Era bello perché aveva una sala tutta sua alla Biennale. Accanto a lui c’era il pittore Giorgio De Chirico. Passammo un mese intero lì e ricordo che nostro padre con tanta pazienza ci insegnò a nuotare”.
E se da un lato Luisa Frisia conserva ricordi che riportano in luce tutto l’amore paterno che Donato Frisia aveva per lei, dall’altro ricorda anche aspetti più bizzarri. “Certe volte mio padre aveva la tendenza a portare a casa tipi strani. Nel 1920 ci fu un ondata di americani, quelli della cosiddetta Lost Generation, che arrivarono in Francia. È lì che mio padre ne conobbe alcuni. Ricordo che una volta ne portò a Merate uno, ma questo signore con grande disperazione di mia mamma non voleva più andarsene e rimase con noi un bel po’”.
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Luisa Frisia con il padre e la sorella a Venezia nel 1942

Il progetto “Carpi, Frisia, Gola. Memorie di un territorio” porterà dal prossimo 2 settembre in Villa Confalonieri a Merate opere di Donato Frisia gentilmente messe a disposizione dalla sua famiglia. Contestualmente, in Villa Monastero a Varenna verranno esposti quadri di collezioni private. “Mi dispiace davvero non poterci essere. Purtroppo è un viaggio troppo lungo da affrontare alla mia età”. Infine, andando un po’ fuori tema abbiamo domandato alla figlia del pittore come si sta a Minneapolis. “Oggi è una giornata bellissima. Cielo blu e calmo. Ma andiamo verso l’inverno, che qui è terribile. Ci sono temperature polari. Credo che sia la città più fredda di tutti gli Stati Uniti”. 
Edoardo Mazzilli
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