Imbersago: immagini, ricordi, qualche lacrima e uno sguardo al futuro, così l’associazione Fabio Sassi festeggia i 30 anni
Il dr. Mauro Marinari
Aprendo l'incontro Garavaglia ha ripercorso il lungo cammino dell'associazione (le date più significative le trovate qui sotto). Dall'11 maggio 1989, quando di fronte al notaio Carlisi, Mauro Marinari, poi primario di rianimazione all'ospedale Mandic nonchè fondatore delle cure palliative e l'assistenza domiciliare sul territorio (l'ospedale meratese è stato a lungo punto di riferimento per l'Italia intera) aveva fondato l'associazione. Presidente Alessandra Passoni, moglie di Fabio Sassi, morto giovanissimo di tumore. Dal 1990 ad assumere la presidenza era stata Daina Mc William. Era stata lei, con Marinari, a realizzare l'Hospice.
A sostenerla Augusta Gritti, architetto, Filippo Panzeri, ingegnere (ex sindaco di Imbersago) Gabriele Cogliati di Elemaster, Carla Magni (ora responsabile Breast Unit a Lecco-Merate) suo fratello Emilio, la BCC Alta Brianza di Alzate Brianza (nel direttivo c'era il notaio Franco Panzeri). Daina, come la conoscono tutti, ha voluto ringraziare anche Gianlorenzo Scaccabarozzi, primario delle cure palliative e dell'assistenza per l'intero lecchese, Francesco e Tiziana Sala (figli di Aldo Sala, patron dell' impresa che ha costruito l'hospice e ci ha sempre sostenuto, come Augusta e Filippo, nei contenziosi col Comune o altre istituzioni)") Sabina Zotti, Giornale di Merate, e Sergio Perego, Il Giorno e Merateonline, nonchè direttore di "Informa" periodico della Fabio Sassi. Premiati Adriana Giovannacci, Carla Magni, Cinzia Sassi, Dogmar Kopp, Daina Mac Williams, Gabriella Fresia come volontari storici. Tra i fondatori Emilio Zanmarchi, Mauro Marinari. Domenico Basile, Alessandra Passoni. Autori del libro, Carlo Fornasiero, Silvana Ferrario, Pim Fresia, Naretta Corradini.Emilio Zanmarchi e la dottoressa Carla Magni
A tagliare la grande torta col logo della Fabio Sassi, sono stati infine i quattro presidenti. "Qui abbiamo lasciato il cuore" aveva detto Basile. E' così, ne siamo certi, per tutti i volontari e molti familiari di chi ha vissuto al "Nespolo" gli ultimi giorni di vita. A testimoniarlo sono anche i messaggi lasciati sul grande quaderno all'ingresso del "Nespolo". Qualche lacrima è da mettere in conto.
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