Benito Mussolini
Benito Mussolini resta cittadino onorario di Merate. Lo ha deciso il Consiglio comunale che si è espresso martedì sera a larga maggioranza contro l'ordine del giorno presentato dal centrosinistra relativamente alla proposta di revoca dell'atto del 24 maggio 1924. La questione era balzata agli onori della cronaca dopo un nostro servizio sulla concessione data al Duce, scovata tra i documenti storici dell'archivio della città (
CLICCA QUI). Sei Merate aveva subito preso posizione annunciando un ordine del giorno finalizzato alla revoca del provvedimento. In Aula è toccato a Valeria Marinari leggere il testo dell'odg col quale dopo un percorso retrospettivo sulle vicende dell'epoca, ha messo in guardia sui rigurgiti a suo avviso evidenti di tensioni razziali e di culto della persona. Il dibattito è stato molto lungo e partecipato. Ai principali consiglieri intervenuti abbiamo chiesto il testo integrale in modo da offrire al lettore elementi certi su cui riflettere. Manca però il contributo di Ernesto Sellitto che, agendo secondo coscienza, come peraltro chiesto dal capogruppo in pectore Fabio Tamandi, ha aderito al documento del centrosinistra. L'intervento dell'ex capogruppo di maggioranza, ora idealmente in quota a + Europa è di difficile sintesi. Sellitto ha esordito annunciando da subito il voto favorevole all'ordine del giorno. "
Perché cancellare la cittadinanza a un dittatore non è un piccolo gesto (come l'aveva definito con modestia la Marinari ndr) ma un grande gesto". "Prima - ha proseguito Sellitto -
non sapevo, ora grazie al giornale che ha dato la notizia, so e allora io mi attivo, provando a capire nel mio piccolo che cosa posso fare. In questo momento mi sento partigiano e credo che sia proprio questo il momento storico per prendere la decisione di revocare la cittadinanza a un dittatore colpevole di aver sottratto la libertà agli italiani, di aver promulgato le leggi razziale, di aver portato il Paese nel conflitto mondiale". Gran parte dei comuni che hanno respinto la richiesta di revoca - si noti che dal 1924 al 1928 furono centinaia e centinaia i paesi che deliberarono la cittadinanza onoraria al Duce - sono di area centrodestra, ha sottolineato Sellitto. Solo Bergamo e Ravenna tra le città a guida centrosinistra hanno mantenuto in vigore la deliberazione dell'epoca.
"E guai - ha concluso -
a chi dice che il Consiglio comunale dovrebbe occuparsi d'altro. Anzi è proprio della sua funzione anche educativa dedicare spazio a tematiche di largo respiro e di estrema attualità". Al dibattito hanno preso parte con dichiarazioni brevi Silvia Sesana e Giuseppe Procopio, contrari all'odg, Silvia Villa, capogruppo di Sei Merate, ovviamente favorevole e Fabio Tamandi che sostituiva il capogruppo di maggioranza Alfredo Casaletto. Tamandi ha espresso il suo personale diniego all'iniziativa del centrosinistra ma ha subito avvertito che trattandosi di un tema non amministrativo il gruppo aveva libertà di coscienza. Contrario anche Massimo Panzeri, capogruppo di "Prospettiva Comune" che ha tra l'altro rimbeccato Sellitto sostenendo che non c'entra l'appartenenza politica delle maggioranze dei comuni contrari alla revoca della cittadinanza onoraria proprio perché è un tema di assoluta soggettività. Fermo sulla linea del sì il dottor Sellitto:
"Questo è il momento di dire da che parte si sta. Io rispetto le posizioni di tutti ma alcune, nel rispetto democratico, le combatto".
C. B.