Robbiate: il Grappolo senza Salvioni, eletto socio onorario dopo 22 anni da volontario
Nella storia dell’associazione robbiatese il Grappolo, Giovanni Salvioni ci era già entrato nel lontano 22 settembre del 1995. Seduto al tavolo dei fondatori c’era anche lui. Perciò la sua lunga esperienza da volontario e gli anni in cui è stato vicepresidente del sodalizio sono degli ulteriori motivi per considerare l’81enne robbiatese parte della storia di questa importante associazione, ma non di certo gli unici.
Da sinistra: l’attuale vicepresidente Francesco Colombo, il presidente Giancarlo Visigalli e Giovanni Salvioni
Dopo 22 anni Salvioni ha iniziato a maturare l’idea di lasciare il Grappolo che aveva contribuito a fondare, per ragioni legate soprattutto all’avanzare dell’età che non gli consente più di sbrigare la mole di impegni che questa attività ha sempre richiesto. Durante la cena annuale dei volontari, è stato omaggiato con la medaglia d’argento con cui l’associazione è solita congedarsi dalle sue figure più longeve (o quelle che compivano 80 anni, fino a qualche anno fa, e quindi non potevano più svolgere attività nel sodalizio per questioni assicurative, cosa che oggi non avviene più), ed è inoltre stato nominato socio onorario. Qualcuno, scherzando, ha parlato di ''senatore a vita''.
E lui stesso, con un po’ di ironia, ha spiegato che per sostituirlo sono servite quattro persone. ''Negli ultimi anni ho gestito il servizio del bar, il che significa fare la spesa, fare gli ordini e tutta una serie di cose – ha spiegato Salvioni – Adesso c’è chi organizza e chi va a fare la spesa. In più ho sempre dato una mano nell’organizzazione dei turni e dei volontari per il trasporto dei ragazzi disabili''. Salvioni è infatti stato dal 2012 fino alla suo ''pensionamento'' vicepresidente del Grappolo APS, la sezione creata in quell’anno ad hoc per gestire il bar del centro diurno, che invece la sezione ODS, divenuta poi tale, non poteva più gestire per questioni burocratiche. Ma è stato ovviamente uno dei volontari più attivi per tanti anni, e poi amministratore insieme al presidente Giancarlo Visigalli.
I fondatori del Grappolo. Seduti, da sinistra: Sandra Panzeri, la sig. Comi, Giancarlo Visigalli e Giancarlo Colombo. In piedi, da sinistra: Enrico Marchetti, Rosa Facchi, Giovanni Salvioni, Giuseppina Rozzi, Annarosa Festini, Gaspare Viscardi
''Nei primi anni c’era bisogno di volontari che accompagnassero i ragazzi da una parte all’altra – ha commentato Salvioni – I chilometri che ho percorso non li ho mai contati, ma forse sono più quelli che ho fatto su e giù dalle scale della Villa Concordia. Quando è servito mi sono messo in ufficio e ho iniziato a gestire con gli altri la questione dei turni e di tutto quello che serve ai volontari trasportatori per svolgere il loro compito''. Questa mansione oggi è ricoperta dal neo vicepresidente Francesco Colombo, secondo il quale il volontariato ha un grande vantaggio. ''E’ dal 2002 che faccio il volontario, da 16 anni, quando sono andato in pensione – ha spiegato – Ho sempre abitato a Robbiate. Prima di venire al Grappolo non conoscevo nessuno, ora conosco tutti''. Ed è difficile che a Robbiate qualcuno non conosca l’ormai ex volontario Giovanni Salvioni. Difficile, quantomeno, non averlo mai notato a passeggio per strada la mattina presto o il pomeriggio, dato che è anche uno dei più attivi volontari del piedibus robbiatese. Questo continuerà a farlo, anche per amore dei suoi nipotini.
Salvioni, il più a destra, durante la cena per il 15° anniversario del sodalizio
''Sono tre maschi – ha raccontato – Certamente ora potrò dedicarmi di più a loro. Lo scorso settembre ho iniziato a capire che non potevo più reggere gli impegni che mi sono preso con il Grappolo. Arrivavo a casa la sera che dovevo stendermi nel letto e crollavo''. Una ''dipartita'' che il presidente Giancarlo Visigalli in qualche modo si aspettava, ''Giovanni ce lo aveva sempre detto che a 80 anni aveva smesso'', ha spiegato, ma ha anche ammesso che sostituire uno come Salvioni non è certo semplice. ''Avremmo bisogno che qualcuno si faccia avanti per impegnarsi nella direzione'' ha detto Visigalli. Insieme, i due fondatori hanno contribuito a fare diventare il Grappolo una istituzione a Robbiate e in tutto il circondario. ''Nel ’95 nessuno ci aveva spiegato come si faceva volontariato, poi lo abbiamo insegnato noi ad altre associazioni – ha spiegato il presidente rievocando i ricordi dei primi periodi – Partivamo da zero, anzi dalle nostre automobili. Inizialmente avevamo soltanto una ragazza da accompagnare. Fu grazie a Carla Codara, che allora era assessore al sociale per il Comune, che contattò diverse persone per capire chi fosse disposto ad impegnarsi in un’associazione come il Grappolo. Allora io e Giovanni non ci conoscevamo. La svolta avvenne quando ci chiamò attraverso il Comune di Paderno la IMEC. Spostandosi a Carvico aveva bisogno di qualche volontario che accompagnasse i loro dipendenti con disabilità nel nuovo stabilimento. Parlai personalmente con il proprietario, e gli spiegai che ci mancavano i mezzi, perché in quegli orari la nostra Renault Espace (che ci venne regalata dal Centro Anziani di allora, che poi confluì nel Grappolo) era già impegnata per altri accompagnamenti. Così ci regalò una nuova macchina, una Volvo''.
Giovanni Salvioni, ex vicepresidente del Grappolo APS, Giancarlo Visigalli e Claudio Filipetto
Oggi le dimensioni dell’associazione sono notevolmente aumentate, e in tutto questo il ''veterano'' Salvioni ha la sua buona fetta di merito. Basti pensare che i veicoli sono 13, e perlopiù sono furgoni attrezzatissimi. Il Grappolo opera in tutto il Meratese e ha convenzioni con decine di Comuni del circondario. E se c’è una cosa che il Visigalli ci tiene a rimarcare, è che il Grappolo non è soltanto l’associazione che trasporta persone diversamente abili dove hanno necessità di recarsi. ''Molti tendono a pensare questo, ma non è così – ha commentato il presidente – Appoggiamo e contribuiamo a diverse iniziative di sollievo alla famiglia. Ad ottobre abbiamo fatto partire il progetto del pomeriggio insieme. Partecipano dei ragazzi disabili che per un motivo o l’altro non lavorano più e sono rimasti a casa. Mettiamo a disposizione una delle nostre stanza, qui in Villa, e svolgono insieme a degli educatori dei lavoretti molto interessanti. Seguiamo poi il progetto con AMA del sabato mattina, dove alcuni bambini con problemi vengono avvicinati al calcio, e un altro progetto di ippoterapia''.
Il Grappolo non è perciò solo un servizio di trasporto rivolto al sociale, ma molto di più. E persone come Salvioni, Visigalli, Colombo e gli altri numerosi soci dell’associazione non sono solamente volontari, ma persone da cui prendere esempio.
Da sinistra: l’attuale vicepresidente Francesco Colombo, il presidente Giancarlo Visigalli e Giovanni Salvioni
Dopo 22 anni Salvioni ha iniziato a maturare l’idea di lasciare il Grappolo che aveva contribuito a fondare, per ragioni legate soprattutto all’avanzare dell’età che non gli consente più di sbrigare la mole di impegni che questa attività ha sempre richiesto. Durante la cena annuale dei volontari, è stato omaggiato con la medaglia d’argento con cui l’associazione è solita congedarsi dalle sue figure più longeve (o quelle che compivano 80 anni, fino a qualche anno fa, e quindi non potevano più svolgere attività nel sodalizio per questioni assicurative, cosa che oggi non avviene più), ed è inoltre stato nominato socio onorario. Qualcuno, scherzando, ha parlato di ''senatore a vita''.
E lui stesso, con un po’ di ironia, ha spiegato che per sostituirlo sono servite quattro persone. ''Negli ultimi anni ho gestito il servizio del bar, il che significa fare la spesa, fare gli ordini e tutta una serie di cose – ha spiegato Salvioni – Adesso c’è chi organizza e chi va a fare la spesa. In più ho sempre dato una mano nell’organizzazione dei turni e dei volontari per il trasporto dei ragazzi disabili''. Salvioni è infatti stato dal 2012 fino alla suo ''pensionamento'' vicepresidente del Grappolo APS, la sezione creata in quell’anno ad hoc per gestire il bar del centro diurno, che invece la sezione ODS, divenuta poi tale, non poteva più gestire per questioni burocratiche. Ma è stato ovviamente uno dei volontari più attivi per tanti anni, e poi amministratore insieme al presidente Giancarlo Visigalli.
I fondatori del Grappolo. Seduti, da sinistra: Sandra Panzeri, la sig. Comi, Giancarlo Visigalli e Giancarlo Colombo. In piedi, da sinistra: Enrico Marchetti, Rosa Facchi, Giovanni Salvioni, Giuseppina Rozzi, Annarosa Festini, Gaspare Viscardi
''Nei primi anni c’era bisogno di volontari che accompagnassero i ragazzi da una parte all’altra – ha commentato Salvioni – I chilometri che ho percorso non li ho mai contati, ma forse sono più quelli che ho fatto su e giù dalle scale della Villa Concordia. Quando è servito mi sono messo in ufficio e ho iniziato a gestire con gli altri la questione dei turni e di tutto quello che serve ai volontari trasportatori per svolgere il loro compito''. Questa mansione oggi è ricoperta dal neo vicepresidente Francesco Colombo, secondo il quale il volontariato ha un grande vantaggio. ''E’ dal 2002 che faccio il volontario, da 16 anni, quando sono andato in pensione – ha spiegato – Ho sempre abitato a Robbiate. Prima di venire al Grappolo non conoscevo nessuno, ora conosco tutti''. Ed è difficile che a Robbiate qualcuno non conosca l’ormai ex volontario Giovanni Salvioni. Difficile, quantomeno, non averlo mai notato a passeggio per strada la mattina presto o il pomeriggio, dato che è anche uno dei più attivi volontari del piedibus robbiatese. Questo continuerà a farlo, anche per amore dei suoi nipotini.
Salvioni, il più a destra, durante la cena per il 15° anniversario del sodalizio
''Sono tre maschi – ha raccontato – Certamente ora potrò dedicarmi di più a loro. Lo scorso settembre ho iniziato a capire che non potevo più reggere gli impegni che mi sono preso con il Grappolo. Arrivavo a casa la sera che dovevo stendermi nel letto e crollavo''. Una ''dipartita'' che il presidente Giancarlo Visigalli in qualche modo si aspettava, ''Giovanni ce lo aveva sempre detto che a 80 anni aveva smesso'', ha spiegato, ma ha anche ammesso che sostituire uno come Salvioni non è certo semplice. ''Avremmo bisogno che qualcuno si faccia avanti per impegnarsi nella direzione'' ha detto Visigalli. Insieme, i due fondatori hanno contribuito a fare diventare il Grappolo una istituzione a Robbiate e in tutto il circondario. ''Nel ’95 nessuno ci aveva spiegato come si faceva volontariato, poi lo abbiamo insegnato noi ad altre associazioni – ha spiegato il presidente rievocando i ricordi dei primi periodi – Partivamo da zero, anzi dalle nostre automobili. Inizialmente avevamo soltanto una ragazza da accompagnare. Fu grazie a Carla Codara, che allora era assessore al sociale per il Comune, che contattò diverse persone per capire chi fosse disposto ad impegnarsi in un’associazione come il Grappolo. Allora io e Giovanni non ci conoscevamo. La svolta avvenne quando ci chiamò attraverso il Comune di Paderno la IMEC. Spostandosi a Carvico aveva bisogno di qualche volontario che accompagnasse i loro dipendenti con disabilità nel nuovo stabilimento. Parlai personalmente con il proprietario, e gli spiegai che ci mancavano i mezzi, perché in quegli orari la nostra Renault Espace (che ci venne regalata dal Centro Anziani di allora, che poi confluì nel Grappolo) era già impegnata per altri accompagnamenti. Così ci regalò una nuova macchina, una Volvo''.
Giovanni Salvioni, ex vicepresidente del Grappolo APS, Giancarlo Visigalli e Claudio Filipetto
Oggi le dimensioni dell’associazione sono notevolmente aumentate, e in tutto questo il ''veterano'' Salvioni ha la sua buona fetta di merito. Basti pensare che i veicoli sono 13, e perlopiù sono furgoni attrezzatissimi. Il Grappolo opera in tutto il Meratese e ha convenzioni con decine di Comuni del circondario. E se c’è una cosa che il Visigalli ci tiene a rimarcare, è che il Grappolo non è soltanto l’associazione che trasporta persone diversamente abili dove hanno necessità di recarsi. ''Molti tendono a pensare questo, ma non è così – ha commentato il presidente – Appoggiamo e contribuiamo a diverse iniziative di sollievo alla famiglia. Ad ottobre abbiamo fatto partire il progetto del pomeriggio insieme. Partecipano dei ragazzi disabili che per un motivo o l’altro non lavorano più e sono rimasti a casa. Mettiamo a disposizione una delle nostre stanza, qui in Villa, e svolgono insieme a degli educatori dei lavoretti molto interessanti. Seguiamo poi il progetto con AMA del sabato mattina, dove alcuni bambini con problemi vengono avvicinati al calcio, e un altro progetto di ippoterapia''.
Il Grappolo non è perciò solo un servizio di trasporto rivolto al sociale, ma molto di più. E persone come Salvioni, Visigalli, Colombo e gli altri numerosi soci dell’associazione non sono solamente volontari, ma persone da cui prendere esempio.
A.S.