Imbersago: la Resistenza del padre servita Camillo De Piaz, amico fraterno di Turoldo
E' proseguito con un secondo incontro ad Imbersago il percorso con cui l'associazione ''La Semina'' intende quest'anno proiettare la propria attenzione, e quella del territorio, sull'impatto che ha avuto e oggi ancora continua ad avere la Resistenza nel tessuto sociale italiano. Un percorso destinato a costituirsi sull'eredità culturale e artistica di quei tempi, con un obiettivo ben preciso, come ha tenuto a sottolineare anche mercoledì sera, 21 febbraio, il presidente del sodalizio, Pierangelo Marucco: creare un legame tra le personalità protagoniste di quel movimento e i giovani, il futuro.
''Questo progetto ha avuto inizio lo scorso maggio in seguito ad un incontro avvenuto a Milano con Aldo Mari, presidente del premio Morlotti, il critico Giorgio Seveso e il presidente dell'associazione alle Belle Arti - ha spiegato Marucco - Ci è stato proposto di aderire all'iniziativa 'Un 25 aprile di Pace' e abbiamo accettato immediatamente. Abbiamo però scelto di elaborare un percorso secondo il taglio tipico della nostra associazione. Vogliamo analizzare il senso della Resistenza partendo da tre punti: la memoria e l'eredità, capire come queste memoria si apre al futuro, e creare una relazione intergenerazionale con i giovani''.
Mercoledì sera nella sala consigliare imbersaghese con Marucco è intervenuto anche (e soprattutto) Espedito D'Agostini, padre della comunità dei Servi in Sant'Egidio di Fontanella, località collinare di Sotto il Monte. Il suo legame con figure della ''stazza'' di padre David Maria Turoldo e padre Camillo De Piaz, entrambi ''colleghi'' serviti del frate ospite nella sala consigliare imbersaghese, è proprio una parte di quel filo conduttore con cui ''La Semina'' e le Amministrazioni comunali coinvolte - Merate, Calco e Imbersago - vogliono congiungere il passato al futuro. Padre D'Agostini ha trascorso la serata a descrivere con parecchio entusiasmo soprattutto lo spessore culturale del secondo, padre De Piaz. Una luce all'ombra di padre Turoldo.
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Si potrebbe definire così avendo De Piaz attirato a sé molte meno attenzioni rispetto a Turoldo, del quale è stato l'amico intimo di una vita intera. Insieme hanno condiviso gli studi, come ha spiegato padre D'Agostini, si sono divisi un periodo per poi ritrovarsi nel 1941 nel convento San Carlo di Milano, dove assieme hanno contribuito alla nascita della Resistenza e al suo ''successo'', ma soprattutto hanno contribuito allo sviluppo di un pensiero culturale e un movimento letterario e artistico che ancora oggi ha molto da insegnare. Padre D'Agostini non si è limitato a descrivere l'uno o l'altro basandosi soltanto sulle opere. In certi passaggi ha parlato del rapporto di amicizia che c'era tra i due. Sostanzialmente, erano due opposti.
''Padre Camillo è sempre stato accostato a padre David - ha spiegato - Era come nascosto dietro quella figura. Parlava e scriveva poco, l'essenziale. Al contrario, erano rare le occasioni in cui Turoldo non apriva la bocca, sarebbe stato male solo al pensiero di aver perso l'occasione di intervenire. Infatti, padre Camillo usava dire in maniera scherzosa che era più semplice far tacere padre David, che far parlare lui''. Si può trovare il motivo per cui padre D'Agostini abbia scelto mercoledì sera di presentare al pubblico la figura di padre De Piaz anche nei primi passi del libro che l'autore Giuseppe Gozzini gli ha dedicato, letto in alcuni passaggi dal frate della Comunità dei Servi in Sant'Egidio di Sotto il Monte, come questo: ''in molti hanno letto i libri e le poesie di Padre David, ma in pochi o in pochissimi hanno letto gli scritti di Camillo De Piaz'. Eppure è un autore importante almeno quanto il primo. Un uomo trasversale, la cui presenza o voce ha influenzato molte vite e la coscienza civile, culturale e religiosa del secondo dopoguerra. I suoi amici lo sanno che De Piaz è una memoria di consapevolezza circoscritta anche ad oggi e sarebbe il caso che acquistasse il rilievo storico che merita''. ''Padre Camillo è stato peraltro un grande tessitore di amicizie e cultore del rapporto umano, molto più che padre Turoldo - ha proseguito D'Agostini - Far parte dell'ordine dei Servi non significa rinchiudersi dentro uno spazio angusto del pensiero. Al contrario, ha un significato di allargamento mentale e di sensibilità''.
Anche se nell'ordine ci entrarono soltanto nel '53, quelle loro virtù contribuirono già negli anni della guerra a far diventare i due frati amici delle figure di riferimento nella Resistenza di Milano. ''Fondarono insieme ad altre intellettuali importanti che poi costruirono la Repubblica il giornale clandestino L'Uomo - ha raccontato D'Agostini - Contribuirono alla formazione del Fronte Gioventù. Il loro pensiero non si limitò alla Resistenza, ad ogni modo, ma continuò ad influenzare l'ambiente anche negli anni successivi''.
Il progetto dell'associazione La Semina, come ha spiegato il presidente Pierangelo Marucco durante la serata, culminerà il prossimo aprile in una mostra che coinvolgerà poeti e artisti che sarà dislocata tra la Villa Confalonieri di Merate, il Municipio di Imbersago e la sala consiliare di Calco.
''Questo progetto ha avuto inizio lo scorso maggio in seguito ad un incontro avvenuto a Milano con Aldo Mari, presidente del premio Morlotti, il critico Giorgio Seveso e il presidente dell'associazione alle Belle Arti - ha spiegato Marucco - Ci è stato proposto di aderire all'iniziativa 'Un 25 aprile di Pace' e abbiamo accettato immediatamente. Abbiamo però scelto di elaborare un percorso secondo il taglio tipico della nostra associazione. Vogliamo analizzare il senso della Resistenza partendo da tre punti: la memoria e l'eredità, capire come queste memoria si apre al futuro, e creare una relazione intergenerazionale con i giovani''.
Pierangelo Marucco, presidente dell’associazione ''La Semina''
Mercoledì sera nella sala consigliare imbersaghese con Marucco è intervenuto anche (e soprattutto) Espedito D'Agostini, padre della comunità dei Servi in Sant'Egidio di Fontanella, località collinare di Sotto il Monte. Il suo legame con figure della ''stazza'' di padre David Maria Turoldo e padre Camillo De Piaz, entrambi ''colleghi'' serviti del frate ospite nella sala consigliare imbersaghese, è proprio una parte di quel filo conduttore con cui ''La Semina'' e le Amministrazioni comunali coinvolte - Merate, Calco e Imbersago - vogliono congiungere il passato al futuro. Padre D'Agostini ha trascorso la serata a descrivere con parecchio entusiasmo soprattutto lo spessore culturale del secondo, padre De Piaz. Una luce all'ombra di padre Turoldo.
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Si potrebbe definire così avendo De Piaz attirato a sé molte meno attenzioni rispetto a Turoldo, del quale è stato l'amico intimo di una vita intera. Insieme hanno condiviso gli studi, come ha spiegato padre D'Agostini, si sono divisi un periodo per poi ritrovarsi nel 1941 nel convento San Carlo di Milano, dove assieme hanno contribuito alla nascita della Resistenza e al suo ''successo'', ma soprattutto hanno contribuito allo sviluppo di un pensiero culturale e un movimento letterario e artistico che ancora oggi ha molto da insegnare. Padre D'Agostini non si è limitato a descrivere l'uno o l'altro basandosi soltanto sulle opere. In certi passaggi ha parlato del rapporto di amicizia che c'era tra i due. Sostanzialmente, erano due opposti.
Padre Espedito D’Agostini della comunità dei Servi in Sant’Egidio di Fontanella a Sotto il Monte
''Padre Camillo è sempre stato accostato a padre David - ha spiegato - Era come nascosto dietro quella figura. Parlava e scriveva poco, l'essenziale. Al contrario, erano rare le occasioni in cui Turoldo non apriva la bocca, sarebbe stato male solo al pensiero di aver perso l'occasione di intervenire. Infatti, padre Camillo usava dire in maniera scherzosa che era più semplice far tacere padre David, che far parlare lui''. Si può trovare il motivo per cui padre D'Agostini abbia scelto mercoledì sera di presentare al pubblico la figura di padre De Piaz anche nei primi passi del libro che l'autore Giuseppe Gozzini gli ha dedicato, letto in alcuni passaggi dal frate della Comunità dei Servi in Sant'Egidio di Sotto il Monte, come questo: ''in molti hanno letto i libri e le poesie di Padre David, ma in pochi o in pochissimi hanno letto gli scritti di Camillo De Piaz'. Eppure è un autore importante almeno quanto il primo. Un uomo trasversale, la cui presenza o voce ha influenzato molte vite e la coscienza civile, culturale e religiosa del secondo dopoguerra. I suoi amici lo sanno che De Piaz è una memoria di consapevolezza circoscritta anche ad oggi e sarebbe il caso che acquistasse il rilievo storico che merita''. ''Padre Camillo è stato peraltro un grande tessitore di amicizie e cultore del rapporto umano, molto più che padre Turoldo - ha proseguito D'Agostini - Far parte dell'ordine dei Servi non significa rinchiudersi dentro uno spazio angusto del pensiero. Al contrario, ha un significato di allargamento mentale e di sensibilità''.
Anche se nell'ordine ci entrarono soltanto nel '53, quelle loro virtù contribuirono già negli anni della guerra a far diventare i due frati amici delle figure di riferimento nella Resistenza di Milano. ''Fondarono insieme ad altre intellettuali importanti che poi costruirono la Repubblica il giornale clandestino L'Uomo - ha raccontato D'Agostini - Contribuirono alla formazione del Fronte Gioventù. Il loro pensiero non si limitò alla Resistenza, ad ogni modo, ma continuò ad influenzare l'ambiente anche negli anni successivi''.
Padre Camillo De Piaz, secondo a sinistra, e accanto a Padre David Maria Turoldo
Il progetto dell'associazione La Semina, come ha spiegato il presidente Pierangelo Marucco durante la serata, culminerà il prossimo aprile in una mostra che coinvolgerà poeti e artisti che sarà dislocata tra la Villa Confalonieri di Merate, il Municipio di Imbersago e la sala consiliare di Calco.
A.S.