Viaggio tra le bande musicali/6: dalla compagine di strumenti a fiato fino al ''Corpo musicale'' Robbiatese con tanti giovani

Nel racconto delle bande musicali, questa settimana ci inoltriamo a conoscere l’esperienza di Robbiate.


LA STORIA DEL “CORPO MUSICALE ROBBIATESE”
L’atto di fondazione viene fatto risalire al gennaio 1984 quando fu eletto il primo Consiglio Direttivo. Tuttavia, se questa fosse la sceneggiatura di un film, sarebbe opportuno inserire un flashback, un salto all’indietro, per menzionare il passato musicale di questo paese. Bisognerebbe tornare alla metà degli anni Venti del secolo scorso, quando Robbiate si trovò ad avere una sua formazione di strumenti a fiato. Non è rimasto molto di quel periodo. Si sa che venne istituita per volontà del medico Mignoli e che accantonò le proprie pretese musicali con lo scoppio della guerra. Pochi sono i ricordi – oggi rimasti senza testimoni diretti – sufficienti però a far scattare una scintilla di riscossa negli anni Ottanta. Va chiarito che è stato uno spunto iniziale. Quarant’anni di stop sono troppi per parlare di continuità, e del resto nemmeno gli attuali musicanti e dirigenti la avvertono. Alcuni cittadini sentirono l’esigenza di avere una associazione di musica che si unisse alle già presenti attività culturali, sociali e sportive del paese.


Furono in particolare Vincenzo d’Angelo e Vincenzo Panettiere, a cui si aggiunsero Carlo Sozzi e Giovanni Riva, a imprimere la prima fiammata. «Ricordo ancora il volantino che mi trovai tra le mani sul banco delle scuole elementari – ha raccontato Riccardo Corno, che ha aderito fin da subito al progetto – nel quale veniva pubblicizzata la nascente scuola di musica a indirizzo bandistico». Era l’ottobre del 1983. Le prime lezioni si svolsero proprio in un’aula (da gennaio 1984 si spostarono nel seminterrato) delle elementari e nel giro di poco tempo si iscrissero 52 persone. L’amministrazione locale riconobbe subito l’importanza dell’iniziativa e la sovvenzionò con 15 milioni di lire. Forse anche per questo ancora oggi il labaro riporta lo stemma del Comune. Come presidente fu eletto Vincenzo Panettiere e come suo vice Vincenzo d’Angelo. Nella direzione si susseguirono repentinamente i Maestri Antonello Rizzieri, Luigi Romeo e Renato Leone. Alla fine Panettiere fu costretto a tirare le redini dello sviluppo artistico. I primi tempi furono fondamentali per l’impostazione generale, la teoria e il solfeggio.


La prima uscita pubblica fu in occasione della “Festa dello sport” del giugno 1984. Nel Natale di quell’anno fu portata la Piva in giro per Robbiate. L’8 settembre 1985 si svolsero i primi due servizi ufficiali: l’inaugurazione della biblioteca al mattino e la processione alla festa patronale. Durante il primo concerto del 21 settembre 1985 i musicanti indossarono anche la prima divisa. Giacca azzurra, pantaloni o gonna grigi e camicia bianca. Sul capo anche il cappello (fino agli anni Novanta). A dirigere c’era il Maestro Vincenzo Bardaro, che rimase al timone fino al 1997. Fu dunque il primo direttore stabile. Si era diplomato al Conservatorio di Napoli, sua terra d’origine, ma il legame con il paese brianzolo lo portò a comporre nel 1987 la marcia “La Robbiatese”.
Nel libro “Corpo Musicale Robbiatese. 1984-2009, 25 Anni di Musica a Robbiate” a cui abbiamo attinto, viene segnalato come anno particolare il 1986, quando la partecipazione della banda alla vita pubblica divenne più consistente anche al di fuori del paese. A giugno partecipò per la prima volta al raduno provinciale che si svolse a Osnago, mentre nel mese precedente svolsero la prima gita sociale a Busseto, la città di nascita di Giuseppe Verdi. Gli anni Novanta sono stati anni di cambiamenti. Il presidente divenne Paolo Bassano nel 1994, figlio di un altro musicante/insegnante e fino ad allora maestro di percussioni a Robbiate. Lo abbiamo già conosciuto in quanto attualmente è il direttore della banda di Brivio. Dal 1996 al 2002 l’incarico passò a Damiano Cricrì (Paolo Bassano succedette al padre come capobanda).

La svolta avvenne anche per la conduzione artistica. Il Maestro divenne nel 1997 Massimo Mazza. La sua impostazione fu molto più rigida rispetto alla precedente e, nonostante la sua profonda conoscenza musicale di cui vanta numerosi successi, si registrò un calo degli iscritti. La qualità dell’organico crebbe, ma si dimezzò dal punto di vista quantitativo. Con l’inizio del nuovo millennio la bacchetta passò per un paio di anni ad Alessandro Cadario e nel 2002 a Ferruccio Valtemara, che anche grazie alla nuova presidenza di Riccardo Corno seppe rinfrescare il gruppo. Nel 2003 la banda trasferì nella sede dell’ex sala civica (l’auditorium Monteverdi), dove tutt’oggi svolge le prove. Il successivo Maestro Alessandro Castelli introdusse i concerti a tema.

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LA BANDA OGGI
Il primo aspetto dell’attuale Corpo Musicale Robbiatese che balza all’occhio è la dirigenza al femminile. Dal 2013 la presidente è Azzurra Spreafico e il Maestro è Gabriella Molgora. Anche la vice presidenza è colorata di rosa con Guendalina Molteni. Per quanto riguarda i componenti della banda invece sono in leggero vantaggio gli uomini per 13 a 9. Stupisce poi l’età media, piuttosto bassa a circa 33 anni. Un terzo dei 22 musicanti totali sono minorenni.
L’utenza ha un bacino che si spinge anche fuori da Robbiate, nei paesi che non hanno una banda come Verderio e Imbersago. Del gruppo iniziale degli anni Ottanta ne sono rimasti fedeli in tre. Il resto si è avvicinato più per occasioni fortuite che per la precedente esperienza in banda di un parente. Magari perché ne si è sentito parlare o per aver letto un volantino a scuola o alla festa di paese di settembre. Il corpo musicale organizza poi due open day all’anno. Il primo si tiene ormai fisso al terzo sabato del mese, l’altro a dicembre. Nelle scuole espongono gli strumenti e li fanno provare agli studenti. Ultimamente la promozione non sta sortendo gli effetti sperati. La Scuola Allievi è infatti composta da soli cinque aspiranti percussionisti. Un segnale positivo lo si ha invece dai bambini più piccoli dell’asilo. In 12 si sono iscritti al corso di propedeutica e musicoterapia, attivo da 6 o 7 anni.

 Un altro elemento caratteristico ancora non riscontrato nelle altre bande è il ruolo dei genitori. C’è chi si è avvicinato al mondo della banda perché accompagnava il figlio alle prove. E tra una chiacchiera e l’altra restava lì fino a quando gli strumenti non venivano riposti nelle fodere. Era un’occasione di socializzazione molto più sentita di adesso. Qualcuno di loro fa ancora capolino al lunedì sera in via Sant’Alessandro. «Le mamme un tempo portavano le torte e ce le mangiavamo in compagnia. C’era più un senso di unione. Il problema è che la famiglia ha perso qualcosa oggi» ha spiegato uno dei “reduci”.
Qualcuno si è spinto a gonfiare i polmoni e soffiare nei beccucci, qualcun altro invece si è inserito nella gestione amministrativa. Giancarlo Cassago per esempio è il tesoriere del corpo musicale pur non suonando nessuno strumento. Si definiscono una banda versatile, con un repertorio vario. Il Maestro Gabriella Molgora è cresciuta nel vivaio bandistico robbiatese e si è poi diplomata al conservatorio. Negli ultimi anni hanno sperimentato l’introduzione nei concerti, in base alla loro tipologia, di strumenti solisti quali l’arpa, il violino o le percussioni.
A proposito di concerti, ne propongono mediamente tre all’anno. Si comincia con quello di primavera, poi c’è quello del 2 giugno e infine il classico concerto per Santa Cecilia alla terza domenica di novembre. Per questa stagione si esibiranno il 22 aprile in occasione del 45esimo anniversario della fondazione del Gruppo Alpini di Robbiate. Svolgono poi tutta una serie di servizi a chiamata, come da tradizione bandistica.
Attualmente ci sono sette clarinetti, quattro sassofoni, tre flauti e altrettante trombe, due percussioni, due tube e un trombone. Vengono suonati da studenti, ma anche da una maestra d’asilo, da una manager e da impiegati. C’è anche il camionista da poco in pensione e altre persone che ormai hanno smesso di lavorare.
In generale la giovane età media sembra dia una vivacità che rende piacevoli i momenti in banda. I numeri degli iscritti – specialmente per gli allievi – non gratificano molto chi si occupa della gestione e arrecano qualche malumore ai veterani. Tutti però credono in questa compagnia musicale e non si distaccherebbero da essa molto facilmente.
Marco Pessina
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