Molera e Fisco: una storica trattoria comandata da una signora di 86 anni



Naturalmente il giornale è pronto a ospitare qualunque intervento chiarificatore
o di rettifica dei diretti interessati


Era amministrato da una gentile signora meratese di 86 anni il ristorante La Vecchia Molera di Imbersago finito nell'occhio della Guardia di Finanza per inadempinento degli obblighi tributari e l'accusa di avere sottratto materia imponibile e/o carico fiscale incluse sanzioni e interessi per circa un milione di euro dal 2010 al 2013. Si chiama Francesca Sala, è del 1927, abita a Pagnano ed è l'amministratrice unica della società a responsabilità limitata che sotto il medesimo nome gestiva il ristorante dal 7 luglio 2010. A suo nome il 40% del capitale della società,anche se non interamente versato, mentre la maggioranza risulta detenuta da Dario Taschera, milanese del 1950 e domiciliato a Merate in vicolo Carloni. Appare poco credibile che fosse una persona così anziana a gestire l'enorme massa di impegni e scadenze connessi e derivanti da un'attività commerciale così quotidiana e impegnativa. Ma tant'è: per legge carta canta fino a prova contraria.
Ma è curiosa la storia recente di questo ristorante che quantomeno dal 2003 ha avuto una vita singhiozzante e scandita da gestioni brevi, non convinte e molto costose, indice questo o di speculazione da parte dei locatori o di oggettivo ottimo volume di affari a prescindere dalle risultanze in contabilità, per la Gdf addirittura assenti negli ultimi 4 anni.
Dall'agosto 2003 e ancora oggi azienda e licenze appartengono alla società Mape sas di Roberto Mapelli di Montevecchia e Sandro Mandelli, detto Francolino, di Bernareggio, amministratori. L'immobile sede del ristorante è di proprietà di una società di famiglia di uno dei soci, quindi collegata e funzionale al pubblico esercizio. La società, acquistata l'azienda il 1 agosto 2003 dal proprietario Vecchia Molera srl al prezzo di 315.000 euro pagato a rate ha però gestito in forma diretta per breve periodo il ristorante, il tempo necessario per tirarlo su. Poi, dal 30 settembre 2005 il pubblico esercizio è passato di mano in mano fino all'attuale apparente dissesto. Dal settembre 2005 al settembre 2007 ne ha assunto la gestione Luca Funghini. Dall'ottobre 2007 al gennaio 2009 la conduzione è passata alla 2G srl che ha abbandonato nel gennaio 2009 per lasciare il posto alla 7898 srl che si è tenuta il ristorante in affitto per un anno esatto con opzione - non esercitata - per l'acquisto al prezzo di 270.000 euro. Dopo un breve periodo di sospensione dell'attività il 7 luglio 2010 armi e bagagli sono passati in gestione alla società La Molera srl con amministratrice unica la signora Francesca Sala di Pagnano e socio di maggioranza il signor Dario Taschera domiciliato nel cuore storico di Merate in vicolo Carloni, ma residente con la famiglia in via degli Alpini, figura plurimpegnata in 14 società quale socio unico, amministratore unico o liquidatore.

Per effetto di quanto accaduto è assai probabile che il locale, che appare ben arredato e spazioso sia all'interno che all'esterno ( nell'atto di compravendita del 2003 si parla di 140 sedie e 31 tavoli per l'interno, 90 sedie e 24 tavoli per giardino), ritorni nella piena disponibilità dei proprietari Maggioni e Mandelli anche se appare difficile che tornino ad assumerne la conduzione diretta. Tutte le affittanze stipulate prevedavano canoni annuo di affitto dai 50.000 ai 75.000 euro con lauti anticipi in sede di sottoscrizione. Opteranno con ogni probabilità per una nuova gestione che abbia solide basi sia economiche che professionali. Difficile che il ristorante cambi insegna. La gente dimentica in fretta e l'accusa di evasione fiscale colpisce le persone non la cucina.
Si diceva dell'apparente anomalia di un comandante di 86 anni anche se le donne hanno 7 vite e un'altra in panchina. Certo che l'accertata evasione fiscale - che per divenire tale passerà con ogni probabilità il filtro del contenzioso tributario oltre che nelle aule del Tribunale penale - trascina con sé il reato di omessa denuncia dei redditi, omessa dichiarazione annuale iva, mancata tenuta delle scritture contabili e omesso versamento delle imposte sia diretta ( ires - irap ) che indirette ( iva ) E poi c'è l'Inps. La distrazione del denaro incassato non esclude altre ipotesi di reato incluso quello di bancarotta se la società dovesse dichiarare il fallimento. E di tutti questi capi di imputazione sarebbe destinataria unicamente l'intraprendente quasi novantenne con coinvolgimento anche dei propri beni personali, sempre che li abbia. A meno che emerga che il vero amministratore di fatto fosse altra persona, socio o non socio. In tal caso egli ne sarebbe coinvolto alla pari della signora Francesca Sala.
Non sono ancora chiarissimi i meccanismi posti in essere dalla società per realizzare la forte evasione fiscale riscontrata dalle Fiamme Gialle. Pare che il ristorante rilasciasse le ricevute fiscali per fare bella figura con i clienti, pagasse i fornitori, ma poi nessun documento contabile transitava nel libri per confluire nel modello Unico della srl. Comportamento assolutamente rischioso dato che le generalità della srl risultavano al fisco in conseguenza dell'atto di costituzione con attribuzione contestuale di codice fiscale e Pec. Si è trattato quindi di una sfida sul tempo confidando sulla struttura societaria a responsabilità limitata con, sia la srl che l'amministratore unico, privi di beni attaccabili. Non si deve dimenticare, infatti, che l'intera struttura appartiene alla Mape sas e non al Ristorante Molera srl. Speravano di essere scoperti più avanti, gli è andata meno bene del previsto.
Poco credibile è anche che il ristorante avesse in carico 30 dipendenti. Si tratterà della somma matematica del quadriennio o il numero delle persone che vi hanno lavorato anche solo in occasione di pranzi o cene con forte afflusso di clienti. Anche qui, pare, buste paga regolari, ma contributi e ritenute fiscali non versate. Quindi ipotesi di truffa nei riguardi dei dipendenti.
In attesa di ulteriori sviluppi mi sia permessa una licenza poco poetica: quanto narrato è accaduto in terra di Lombardia, sotto l'ala protettrice della Madonna del Bosco e della statua di Papa Giovanni e di fronte alla bella Chiesa di Arlate. Protagonisti imprenditori lombardi da più di qualche generazione. E proprio vero che non c'è più religione. Ditelo a Matteo Salvini e agli assessori provinciali Benedetti e Simonetti che l'esposizione del Crocefisso non basta più per affermare le radici e la cultura della propria terra. Buon Natale.

 



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Alberico Fumagalli
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