Imbersago: il dovere di fare memoria del passato
E' stata il vicesindaco Elena Codara questa mattina a fare memoria dell'anniversario della Liberazione.

La celebrazione ha visto il paese tingersi di drappi tricolore e anche tante punte di rosso a ricordare il sacrificio di colore che diedero la loro vita per la Libertà, lottando per scacciare l'oppressore.
Nella piazza del paese, è stato letto il pensiero per questo 80° anniversario alla presenza dei labari delle associazioni e degli alpini e di diversi cittadini che non hanno voluto mancare a questo momento.

La celebrazione ha visto il paese tingersi di drappi tricolore e anche tante punte di rosso a ricordare il sacrificio di colore che diedero la loro vita per la Libertà, lottando per scacciare l'oppressore.
Nella piazza del paese, è stato letto il pensiero per questo 80° anniversario alla presenza dei labari delle associazioni e degli alpini e di diversi cittadini che non hanno voluto mancare a questo momento.
Facciamo memoria oggi di quanto è avvenuto 80 anni fa.
Sono trascorsi 80 anni da quel 25 Aprile che ha scandito un passaggio fondamentale per il
nostro Paese, un passaggio che ha consegnato alle future generazioni un’Italia libera, democratica, e soprattutto un paese in pace. “Il 25 aprile – ci ricorda il nostro Presidente della Repubblica, – è una ricorrenza fondante: la festa della pace, della libertà ritrovata, e del ritorno nel novero delle nazioni democratiche. Quella pace e quella libertà hanno prodotto la Costituzione repubblicana, in cui tutti possono riconoscersi”. Si è trattato di un passaggio drammatico e doloroso, di cui è opportuno preservare ancor oggi il ricordo.
Faccio mia la rievocazione di un nostro concittadino che ha vissuto proprio ad Imbersago e in prima persona il momento della Liberazione. Mi chiamo Paolo Villa, sono nato ad Imbersago il 27 agosto 1934. Quando finì la guerra abitavo di fronte al Comune (allora via Nazionale, oggi via Castelbarco). Mio padre aveva un negozietto di frutta e verdura proprio di fronte al Comune. Ricordo il 25 aprile 1945 come il giorno in cui arrivò dalla stazione di Cernusco Lombardone il Sergente Maggiore Giuseppe Riva. Giuseppe era vestito in uniforme e portava un grosso cappello con una lunga penna nera. Alle 16 di quello stesso giorno arrivarono due camion con i nostri paesani. Erano stati prelevati a Calco dagli alleati. Purtroppo su quei camion erano rimaste anche delle bombe e venne chiamato il Sergente Giuseppe Riva per valutare cosa fare. Si decise dunque di “farle brillare” negli orti del paese (zona dove ora ci sono il bar, l’edicola e la farmacia). Con l’esplosione andarono in frantumi i vetri dell’attigua Torre e delle abitazioni adiacenti. Ma non era ancora finita. Verso sera, dalla Garavesa, arrivò ancora un motocarro Guzzi con altre persone. Non sapendo chi fosse quella gente, i paesani salirono ancora sui camion, imbracciarono i loro fucili e si prepararono a sparare. Fortunatamente si scoprì che “erano dei nostri” e non successe nulla.
Dal racconto di Paolo emerge ciò che ha contraddistinto anche la nostra piccola comunità durante quei giorni di riscatto, ovvero la tenacia e il sacrificio di tante donne e tanti uomini che, nonostante le rilevanti difficoltà materiali e la comprensibile paura, hanno deciso di opporsi a un sistema politico che, specie con l’ingresso dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, aveva precipitato il Paese in un clima di violenza, oppressione e prevaricazione. Le testimonianze di coloro che hanno vissuto in prima persona i drammatici eventi della Seconda Guerra Mondiale, vanno conservate e tramandate senza perdere di vista il fatto che nessuno dei valori democratici affermatisi dopo il 25 aprile 1945 può essere dato per scontato. La libertà non è mai garantita, dobbiamo essere sempre vigili nel difenderla. Queste testimonianze sono un monito contro il risorgere di odio, intolleranza e autoritarismo, che ancora oggi in tante parti del mondo portano alla violazione dei diritti umani e alla perdita delle conquiste democratiche.
Il 25 aprile è quindi l'occasione per richiamare ognuno di noi all'impegno quotidiano, al restare uniti nel difendere i valori e nel ricordare che solo attraverso il rispetto reciproco e la cooperazione possiamo costruire un futuro migliore per tutti. Viviamo un tempo di grandi e improvvisi cambiamenti, un'epoca che ci impone di scegliere e di decidere da quale parte stare, sia nel nostro piccolo vivere quotidiano che nelle grandi questioni globali. Non dobbiamo dimenticare che la lotta per l’affermazione e la difesa della libertà e della democrazia sono un processo continuo che richiede il contributo di tutti noi . Ogni scelta ed ogni azione devono basarsi sui pilastri chehanno finora retto la nostra Repubblica, inserita nel contesto dell’Unione Europea, , vale a dire Democrazia, Libertà e Giustizia.
E' una coincidenza toccante che questa commemorazione ricorra nei giorni in cui il nostro paese ha proclamato il lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco, un uomo moderno che tanto si è speso per la pace e per opporsi ad ogni forma di indifferenza, di odio e di divisione. Il Santo Padre ha incarnato i valori che esaltano l’importanza della solidarietà e della collaborazione per affrontare le sfide comuni e costruire una società più giusta e inclusiva.
A tutti noi, oggi, rimane la responsabilità morale nei confronti di chi ci ha preceduto, il dovere di ricordare che la libertà e i diritti di cui possiamo beneficiare non sono stati sanciti una volta per sempre, ma sono un valore collettivo da difendere e presidiare, la necessità di una riflessione sul passato che ci inviti celebrare le conquiste del presente e a impegnarci per costruire un domani migliore per le generazioni future.
Un sincero ringraziamento alla Protezione Civile e alla Pro Loco per il supporto logistico, al gruppo Alpini sempre presente in queste manifestazioni, al circolo Arci e all'associazione Guarda c'è un Libro nell'Albero che hanno allestito al lavatoio un pannello con le frasi sulla Resistenza che vi invito a visitare, al Pime con cui abbiamo organizzato una serata sui missionari che hanno attivamente partecipato alla Resistenza e ai volontari e alle volontarie degli addobbi che ci hanno regalato una piazza meravigliosa e che si occupano tutto l'anno di rendere più bello il paese.
Buon 25 aprile.
