Robbiate: Barbara Bramati in biblioteca con "Il cuore della vita"
Negli scorsi giorni la biblioteca comunale di Robbiate ha accolto Barbara Bramati, autrice esordiente che ha presentato il suo primo libro "Il cuore della mia vita", un memoir che si è rivelato essere molto più di una semplice autobiografia: un viaggio interiore fatto di gratitudine, riscoperta, coraggio e libertà.

Con voce sincera e uno sguardo carico di emozione, l’autrice ha raccontato al pubblico le origini della sua opera, nata dal desiderio di condividere pensieri e riflessioni che per anni aveva custodito tra le righe dei suoi diari. "Scrivo da quando sono bambina" ha confidato Bramati. "Ma solo recentemente ho sentito l’urgenza di trasformare la scrittura in un atto pubblico, spinta da un impulso forte, quasi come se fossi un tramite".

Il punto di svolta è stato un momento difficile: la scomparsa di una persona cara che ha segnato profondamente la sua vita e ha fatto emergere un bisogno di ricostruzione attraverso le parole. Quel dolore, però, si è trasformato presto in ricerca di bellezza e positività, portandola ad abbandonare il lavoro che svolgeva da trent'anni per dedicarsi maggiormente a se stessa ed ai suoi desideri più grandi. "Questa esperienza mi ha aiutata a riscoprirmi e liberarmi dai limiti che mi autoimponevo. Ho scommesso in un momento difficile della mia vita e ne sono uscita vincitrice". È proprio questo il filo conduttore del libro: l'atto di gratitudine alla vita, anche nei momenti più oscuri. L’autrice ha saputo cogliere il lato luminoso dell’esistenza, portando sulla pagina incontri, esperienze e ricordi in cui molti lettori, così ha testimoniato Bramati, si sono già riconosciuti.

Simbolo potente dell’intero percorso è la fotografia in copertina: uno scatto realizzato da Bramati stessa, raffigurante un dente di leone immortalato nell’atto di essere soffiato via. Al centro del fiore, dopo il volo dei petali, è apparso un corpo verde a forma di cuore. Un’immagine che ha assunto per l’autrice il significato di un segnale, un messaggio lasciato da chi non c’è più, che nel tempo è tornato più volte a illuminare la sua strada. "In quel cuore ho visto la presenza viva e costante delle persone care che ho perso, ed è anche da lì che è nato questo libro" ha spiegato.
La presentazione è stata anche l’occasione per raccontare alcune delle esperienze che hanno arricchito la sua narrazione: i viaggi – in particolare un periodo di volontariato in Brasile, in una comunità povera ma umanamente ricca – e la passione per la fotografia, entrambi strumenti per cogliere e fissare la bellezza del mondo. Tra i passaggi più toccanti, il racconto del legame nato con una bambina brasiliana, che ha lasciato un segno profondo nel cuore dell’autrice. È anche attraverso questo episodio che emerge un altro desiderio mai realizzato: quello della maternità, che però trova nel libro una nuova forma di espressione e di dono verso gli altri.

La pubblicazione del libro ha segnato un momento di svolta personale. Per due anni ha girato l’Italia, biblioteca dopo biblioteca, incontrando lettori e raccogliendo testimonianze che l’hanno arricchita e incoraggiata. "Mi sono liberata da tante costrizioni che mi ero imposta - ha raccontato - e oggi sono felice di aver trovato un lavoro che prima non avrei mai pensato di poter fare. Questa avventura mi ha insegnato a credere in me stessa".
Lo sguardo dell’autrice, però, è già rivolto al futuro. Sta lavorando a un nuovo progetto – un romanzo di formazione – e ha in mente anche un’opera dedicata interamente ai suoi viaggi, in particolare all’esperienza vissuta in Brasile. Un cambiamento di rotta rispetto all’autobiografia, ma sempre animato dalla stessa volontà: quella di raccontare la vita nelle sue sfumature, e di offrire al lettore uno spunto per riflettere, ritrovarsi, o magari, proprio come è successo a lei, rinascere.

Con "Il cuore della mia vita", Barbara Bramati ha dato forma a un messaggio universale: anche una vita apparentemente ordinaria può custodire qualcosa di straordinario, se si impara a guardarla con occhi grati e aperti.

Con voce sincera e uno sguardo carico di emozione, l’autrice ha raccontato al pubblico le origini della sua opera, nata dal desiderio di condividere pensieri e riflessioni che per anni aveva custodito tra le righe dei suoi diari. "Scrivo da quando sono bambina" ha confidato Bramati. "Ma solo recentemente ho sentito l’urgenza di trasformare la scrittura in un atto pubblico, spinta da un impulso forte, quasi come se fossi un tramite".

Il punto di svolta è stato un momento difficile: la scomparsa di una persona cara che ha segnato profondamente la sua vita e ha fatto emergere un bisogno di ricostruzione attraverso le parole. Quel dolore, però, si è trasformato presto in ricerca di bellezza e positività, portandola ad abbandonare il lavoro che svolgeva da trent'anni per dedicarsi maggiormente a se stessa ed ai suoi desideri più grandi. "Questa esperienza mi ha aiutata a riscoprirmi e liberarmi dai limiti che mi autoimponevo. Ho scommesso in un momento difficile della mia vita e ne sono uscita vincitrice". È proprio questo il filo conduttore del libro: l'atto di gratitudine alla vita, anche nei momenti più oscuri. L’autrice ha saputo cogliere il lato luminoso dell’esistenza, portando sulla pagina incontri, esperienze e ricordi in cui molti lettori, così ha testimoniato Bramati, si sono già riconosciuti.

Simbolo potente dell’intero percorso è la fotografia in copertina: uno scatto realizzato da Bramati stessa, raffigurante un dente di leone immortalato nell’atto di essere soffiato via. Al centro del fiore, dopo il volo dei petali, è apparso un corpo verde a forma di cuore. Un’immagine che ha assunto per l’autrice il significato di un segnale, un messaggio lasciato da chi non c’è più, che nel tempo è tornato più volte a illuminare la sua strada. "In quel cuore ho visto la presenza viva e costante delle persone care che ho perso, ed è anche da lì che è nato questo libro" ha spiegato.
La presentazione è stata anche l’occasione per raccontare alcune delle esperienze che hanno arricchito la sua narrazione: i viaggi – in particolare un periodo di volontariato in Brasile, in una comunità povera ma umanamente ricca – e la passione per la fotografia, entrambi strumenti per cogliere e fissare la bellezza del mondo. Tra i passaggi più toccanti, il racconto del legame nato con una bambina brasiliana, che ha lasciato un segno profondo nel cuore dell’autrice. È anche attraverso questo episodio che emerge un altro desiderio mai realizzato: quello della maternità, che però trova nel libro una nuova forma di espressione e di dono verso gli altri.

La pubblicazione del libro ha segnato un momento di svolta personale. Per due anni ha girato l’Italia, biblioteca dopo biblioteca, incontrando lettori e raccogliendo testimonianze che l’hanno arricchita e incoraggiata. "Mi sono liberata da tante costrizioni che mi ero imposta - ha raccontato - e oggi sono felice di aver trovato un lavoro che prima non avrei mai pensato di poter fare. Questa avventura mi ha insegnato a credere in me stessa".
Lo sguardo dell’autrice, però, è già rivolto al futuro. Sta lavorando a un nuovo progetto – un romanzo di formazione – e ha in mente anche un’opera dedicata interamente ai suoi viaggi, in particolare all’esperienza vissuta in Brasile. Un cambiamento di rotta rispetto all’autobiografia, ma sempre animato dalla stessa volontà: quella di raccontare la vita nelle sue sfumature, e di offrire al lettore uno spunto per riflettere, ritrovarsi, o magari, proprio come è successo a lei, rinascere.

Con "Il cuore della mia vita", Barbara Bramati ha dato forma a un messaggio universale: anche una vita apparentemente ordinaria può custodire qualcosa di straordinario, se si impara a guardarla con occhi grati e aperti.
M.Pen.