Fabio Vergani (presidente sindaci): più che opportuno un posto di Polizia di Stato. Sul Mandic siamo tutti concentrati
La seduta del 17 maggio 2023 era stata caratterizzata da almeno tre aspetti: il primo, Federico Airoldi sindaco di Brivio, al solito aveva disertato la convocazione; il secondo, Massimo Panzeri sindaco di Merate, al solito aveva posto una serie di paletti al documento congiunto dei primi cittadini sulla chiusura della Psichiatria (voleva capire meglio, che cosa non era né è dato sapere visto che il reparto chiuso nel 2020 non ha più riaperto); il terzo, la nomina del successore di Daniele Villa, ex sindaco di Robbiate dopo due mandati alla presidenza della Conferenza dei sindaci del Meratese aveva registrato, al solito, la spaccatura tra centrosinistra e centrodestra, al di là del merito dei candidati alla carica. Così la partita si era conclusa con un voto di scarto: 7 schede per Fabio Vergani, sindaco di Imbersago e sei schede per Gennaro Toto, sindaco di Cernusco. Assente, oltre a Brivio, anche Lomagna. Vergani, dunque, presidente, Toto, vice presidente.
A distanza di due anni, mentre il primo lavora con serenità, il secondo è in piena bufera sia nei rapporti col personale sia al proprio interno dove i mal di pancia si moltiplicano.
Il circondario del meratese è composto dai 15 comuni del sud-est della Brianza. Due sono i temi che si rincorrono sui giornali: la sicurezza e la sanità. Li affrontiamo col Presidente dei sindaci. 
D. Dopo il “blocco navale” (che nessuno ha mai visto), e gli inseguimenti degli scafisti lungo tutto il globo terracqueo (al momento senza esito) ora si parla dell’esercito nelle stazioni ferroviarie. La Lega in particolare accusa “una certa sinistra” di essere contraria.
“Se ai problemi dei ritardi e dei guasti dei nostri treni sommiamo l’insicurezza per la propria incolumità, creiamo la miscela perfetta per disaffezionare l’utenza all’utilizzo del treno, e non possiamo permettercelo. Da anni vedo i nostri militari presidiare le stazioni, gli aeroporti e i luoghi sensibili delle grandi città; l’utilizzo dei nostri militari è una proposta ragionevole per contrastare un problema concreto, ben diversa dalle operazioni più da slogan propagandistico a cui lei si riferisce”.
D. Secondo lei perché la percezione dell’insicurezza è così diffusa nonostante i dati, almeno quelli ufficiali, indicano un leggero costante calo dei reati?
Il calo dei reati è senz’altro frutto del buon lavoro delle Forze di Polizia che operano sul nostro territorio. Purtroppo il dato dei reati commessi è “sporcato” dalle mancate denunce: spesso ci limitiamo ad andare in caserma e denunciare solo quando dobbiamo attivare la polizza risarcitoria di un danno o di un furto, tralasciando di segnalare molto altro, ad esempio i tentativi di truffa telefonica, del porta a porta, perpetrati soprattutto ai danni delle fasce deboli della popolazione. La percezione va oltre il dato numerico, tiene conto del vissuto quotidiano, delle esperienze negative personali e di tutte le situazioni di insicurezza e paura con le quali siamo costretti a convivere. Il percepito è un indicatore che non va né sottovalutato, né derubricato ad una questione di second’ordine.
D. Lei personalmente ritiene opportuna la presenza di una struttura fissa della Polizia di Stato? Come Conferenza dei sindaci mai avete posto il tema di un Commissariato della Polizia di Stato a Merate o in un paese del circondario?
“Ritengo la presenza di una struttura di Polizia più che opportuna. La Città di Merate ha superato la soglia dei 15.000 abitanti e con i comuni dell’area meratese si superano di poco i 75.000, ma se aggiungiamo l’area del casatese i numeri salgono ancora. Servono uomini e risorse e, a meno che i militari dell’Arma vengano raddoppiati (cosa che ritengo improbabile), un presidio fisso della Polizia di Stato sarebbe davvero preziosissimo. Sebbene l’argomento non sia mai stato trattato in modo specifico dalla Conferenza, è un tema sul quale i sindaci si sono più volte confrontati: nel meratese e nel casatese operano le maggiori attività produttive della Provincia che generano importanti flussi di lavoratori e interessi di business. Non da ultimo, la vicinanza all’area milanese ci espone maggiormente al pendolarismo delinquenziale, un fenomeno da non sottovalutare”.

D. Passiamo alla sanità, partendo dalla Psichiatria che secondo Paolo Favini, ex Dg dell’ASST Lecco avrebbe dovuto riaprire dopo il Covid e invece è tuttora chiusa. E’ ancora nell’agenda del confronto con l’attuale Dg Marco Trivelli?
“Il dottor Trivelli ci ha recentemente comunicato che a breve saranno inseriti sei nuovi medici nella struttura di Psichiatria di ASST: saranno di supporto ai due medici attualmente in servizio a Merate. Purtroppo, considerata la mancanza di personale anche nella struttura ospedaliera di Lecco, ad oggi le condizioni di riapertura a Merate della struttura per acuti è lontana dall’essere anche solo ipotizzata. Una nota senz’altro positiva è la prossima apertura presso il Mandic di un Équipe Specializzata Ospedaliera per le Dipendenze (Esod), che darà senz’altro sostegno alla struttura di Psichiatria nella gestione delle fragilità derivanti da tossicodipendenza”.
D. La cronaca attuale vede in primo piano il caso Pneumologia che ancora oggi è afferita all’Inrca di Ancona. La situazione è un punto talmente critico per mancanza di personale infermieristico che potrebbe chiudere come reparto trasferendo i pazienti della sub-intensiva in Rianimazione e poi in Medicina. Che cosa pensa?
“Inrca ha in corso una selezione per personale infermieristico che dovrebbe concludersi la prossima settimana; l’inserimento di nuove risorse è la soluzione più immediata per sostenere la Pneumologia di Merate. Diversamente, le soluzioni da Lei indicate richiedono il potenziamento della Sub Intensiva e ancor di più del reparto di Medicina. Sono in ogni caso soluzioni emergenziali indispensabili per garantire un servizio altrettanto indispensabile per Merate, ma che non devono andare a discapito della funzionalità di altri reparti. La Direzione Generale, qualora Inrca non finalizzasse le assunzioni, sì è detta pronta ad affrontare anche questo percorso”.
D. Come sindaci state premendo sul dr. Trivelli affinché decida di avviare come ASST, a dispetto dell’Istituto marchigiano, una Pneumologia quanto meno per la fase acuta, pur lasciando la riabilitazione a Casatenovo?
“Giovedì scorso con il Sindaco di Merate abbiamo incontrato il dottor Trivelli: nel comunicarci che nel giro di qualche giorno avrebbe incontrato i referenti di Inrca, ci è sembrato davvero determinato a sostenere il Reparto di Pneumologia meratese. Quale strategia abbia in mente nello specifico la Direzione Generale è difficile dirlo, ma se dalla gestione “in house” dell’emergenza si arrivasse a concretizzare in ASST la Pneumologia di Merate, sarebbe davvero un successo”.
D. Francamente su questi temi quanta “preparazione” c’è da parte dei sindaci e quanto interesse più in generale sulla questione San Leopoldo Mandic?
“Sul Mandic l’interesse e l’attenzione dei sindaci c’è, senza dubbio; il dialogo franco e costruttivo con ASST ha senz’altro aiutato a generare nei sindaci un interesse partecipato. Il valore del Presidio ospedaliero di Merate, manifestato magari con modi e sensibilità diverse, accomuna sostanzialmente tutti i sindaci del territorio. La Preparazione? A macchia di leopardo, ma…e’ evidente che il Sindaco di Casatenovo, Direttore del Reparto di Medicina d'Urgenza e Pronto Soccorso dell’Ospedale Niguarda, ha competenze specifiche, affinità con l’argomento e anche sensibilità ben diverse dalle mie. Il compito dei sindaci è mettere a fattor comune i talenti e le competenze che abbiamo sul territorio, essere il più preparati possibile su aspetti tecnici e gestionali complessi, per essere degli interlocutori davvero credibili con tutti i portatori di un interesse fondamentale: la salute.
Per questo c’è sempre da studiare…”
A distanza di due anni, mentre il primo lavora con serenità, il secondo è in piena bufera sia nei rapporti col personale sia al proprio interno dove i mal di pancia si moltiplicano.
Il circondario del meratese è composto dai 15 comuni del sud-est della Brianza. Due sono i temi che si rincorrono sui giornali: la sicurezza e la sanità. Li affrontiamo col Presidente dei sindaci.

D. Dopo il “blocco navale” (che nessuno ha mai visto), e gli inseguimenti degli scafisti lungo tutto il globo terracqueo (al momento senza esito) ora si parla dell’esercito nelle stazioni ferroviarie. La Lega in particolare accusa “una certa sinistra” di essere contraria.
“Se ai problemi dei ritardi e dei guasti dei nostri treni sommiamo l’insicurezza per la propria incolumità, creiamo la miscela perfetta per disaffezionare l’utenza all’utilizzo del treno, e non possiamo permettercelo. Da anni vedo i nostri militari presidiare le stazioni, gli aeroporti e i luoghi sensibili delle grandi città; l’utilizzo dei nostri militari è una proposta ragionevole per contrastare un problema concreto, ben diversa dalle operazioni più da slogan propagandistico a cui lei si riferisce”.
D. Secondo lei perché la percezione dell’insicurezza è così diffusa nonostante i dati, almeno quelli ufficiali, indicano un leggero costante calo dei reati?
Il calo dei reati è senz’altro frutto del buon lavoro delle Forze di Polizia che operano sul nostro territorio. Purtroppo il dato dei reati commessi è “sporcato” dalle mancate denunce: spesso ci limitiamo ad andare in caserma e denunciare solo quando dobbiamo attivare la polizza risarcitoria di un danno o di un furto, tralasciando di segnalare molto altro, ad esempio i tentativi di truffa telefonica, del porta a porta, perpetrati soprattutto ai danni delle fasce deboli della popolazione. La percezione va oltre il dato numerico, tiene conto del vissuto quotidiano, delle esperienze negative personali e di tutte le situazioni di insicurezza e paura con le quali siamo costretti a convivere. Il percepito è un indicatore che non va né sottovalutato, né derubricato ad una questione di second’ordine.
D. Lei personalmente ritiene opportuna la presenza di una struttura fissa della Polizia di Stato? Come Conferenza dei sindaci mai avete posto il tema di un Commissariato della Polizia di Stato a Merate o in un paese del circondario?
“Ritengo la presenza di una struttura di Polizia più che opportuna. La Città di Merate ha superato la soglia dei 15.000 abitanti e con i comuni dell’area meratese si superano di poco i 75.000, ma se aggiungiamo l’area del casatese i numeri salgono ancora. Servono uomini e risorse e, a meno che i militari dell’Arma vengano raddoppiati (cosa che ritengo improbabile), un presidio fisso della Polizia di Stato sarebbe davvero preziosissimo. Sebbene l’argomento non sia mai stato trattato in modo specifico dalla Conferenza, è un tema sul quale i sindaci si sono più volte confrontati: nel meratese e nel casatese operano le maggiori attività produttive della Provincia che generano importanti flussi di lavoratori e interessi di business. Non da ultimo, la vicinanza all’area milanese ci espone maggiormente al pendolarismo delinquenziale, un fenomeno da non sottovalutare”.

D. Passiamo alla sanità, partendo dalla Psichiatria che secondo Paolo Favini, ex Dg dell’ASST Lecco avrebbe dovuto riaprire dopo il Covid e invece è tuttora chiusa. E’ ancora nell’agenda del confronto con l’attuale Dg Marco Trivelli?
“Il dottor Trivelli ci ha recentemente comunicato che a breve saranno inseriti sei nuovi medici nella struttura di Psichiatria di ASST: saranno di supporto ai due medici attualmente in servizio a Merate. Purtroppo, considerata la mancanza di personale anche nella struttura ospedaliera di Lecco, ad oggi le condizioni di riapertura a Merate della struttura per acuti è lontana dall’essere anche solo ipotizzata. Una nota senz’altro positiva è la prossima apertura presso il Mandic di un Équipe Specializzata Ospedaliera per le Dipendenze (Esod), che darà senz’altro sostegno alla struttura di Psichiatria nella gestione delle fragilità derivanti da tossicodipendenza”.
D. La cronaca attuale vede in primo piano il caso Pneumologia che ancora oggi è afferita all’Inrca di Ancona. La situazione è un punto talmente critico per mancanza di personale infermieristico che potrebbe chiudere come reparto trasferendo i pazienti della sub-intensiva in Rianimazione e poi in Medicina. Che cosa pensa?
“Inrca ha in corso una selezione per personale infermieristico che dovrebbe concludersi la prossima settimana; l’inserimento di nuove risorse è la soluzione più immediata per sostenere la Pneumologia di Merate. Diversamente, le soluzioni da Lei indicate richiedono il potenziamento della Sub Intensiva e ancor di più del reparto di Medicina. Sono in ogni caso soluzioni emergenziali indispensabili per garantire un servizio altrettanto indispensabile per Merate, ma che non devono andare a discapito della funzionalità di altri reparti. La Direzione Generale, qualora Inrca non finalizzasse le assunzioni, sì è detta pronta ad affrontare anche questo percorso”.

“Giovedì scorso con il Sindaco di Merate abbiamo incontrato il dottor Trivelli: nel comunicarci che nel giro di qualche giorno avrebbe incontrato i referenti di Inrca, ci è sembrato davvero determinato a sostenere il Reparto di Pneumologia meratese. Quale strategia abbia in mente nello specifico la Direzione Generale è difficile dirlo, ma se dalla gestione “in house” dell’emergenza si arrivasse a concretizzare in ASST la Pneumologia di Merate, sarebbe davvero un successo”.
D. Francamente su questi temi quanta “preparazione” c’è da parte dei sindaci e quanto interesse più in generale sulla questione San Leopoldo Mandic?
“Sul Mandic l’interesse e l’attenzione dei sindaci c’è, senza dubbio; il dialogo franco e costruttivo con ASST ha senz’altro aiutato a generare nei sindaci un interesse partecipato. Il valore del Presidio ospedaliero di Merate, manifestato magari con modi e sensibilità diverse, accomuna sostanzialmente tutti i sindaci del territorio. La Preparazione? A macchia di leopardo, ma…e’ evidente che il Sindaco di Casatenovo, Direttore del Reparto di Medicina d'Urgenza e Pronto Soccorso dell’Ospedale Niguarda, ha competenze specifiche, affinità con l’argomento e anche sensibilità ben diverse dalle mie. Il compito dei sindaci è mettere a fattor comune i talenti e le competenze che abbiamo sul territorio, essere il più preparati possibile su aspetti tecnici e gestionali complessi, per essere degli interlocutori davvero credibili con tutti i portatori di un interesse fondamentale: la salute.
Per questo c’è sempre da studiare…”
Claudio Brambilla