Ringrazio Michele Bossi
Ho più di un motivo per ringraziare il cortese sig. Michele Bossi.
Il primo è che è tra i non molti che, come faccio anch'io, si assume direttamente la responsabilità del proprio pensiero firmandosi per esteso (l'avevo già notato in un suo precedente coraggioso scritto sulla questione antifascista).
Il secondo è per l'efficacia del suo circostanziato e documentato argomentare citando alcuni dati essenziali che possono far comprendere la sostanza della questione dei dazi scatenata da Trump.
Del resto a questi dati se ne potrebbero aggiungere altri ora che la “manovra” del tycoon Usa si è apertamente palesata (l'inoltro al sito del mio scritto era, come richiamato nello scritto stesso, antecedente alla formale esibizione mediatica) come ad esempio l'incidenza nei conteggi, non a caso omessi, delle percentuali a saldo degli importi relativi ai servizi venduti ed acquistati a favore dagli Usa ma anche l'infondatezza della prima colonna mostrata nella “lavagnetta” presentata nell'”esibizione”.
Del resto, penso lo si capisse, il mio era un espediente retorico e un modo un po' indiretto per far dubitare delle sparate del presidente americano che in modo evidente aveva già ben dimostrato la sua visione cinica perlomeno da palazzinaro, ma assai peggio. Quindi un modo volutamente provocatorio per semmai suscitare approfondimenti che aiutassero a far aprire gli occhi. https://www.merateonline.it/notizie/145635/sono-dazi-nostri
Ma al di là di queste note e degli aspetti puramente “tecnici” (che sono comunque sostanza anche per i non addetti come me) mi piacerebbe anche confrontarmi su quello che voleva essere il centro del mio argomentare e cioè l'ulteriore dimostrazione, anche in questo pericoloso contesto, dell'elemento strutturale di questo sistema economico nell'aumentare il solco tra sempre più pochi straricchi e sempre più tanti, a vario titolo, precari e soprattutto i poverissimi.
E come questo sistema e le sue leggi spesso propedeutiche alla speculazione finanziaria favoriscano strutturalmente, in un modo o nell'altro, le disuguaglianze sociali assoggettando le sorti di intere popolazioni alla volontà dei Potenti di turno e dei cosiddetti mercati eretti a veri e propri Molok.
Ma rigiro la domanda sostanziale: questi “meccanismi di mercato”( al servizio di una mal interpretata e strumentale geopolitica che gioca sulle divisioni nazionalistiche) che pretendono di essere più importanti degli uomini stessi sono dei dogmi (con relative strutturali distorsioni specie finanziarie) o non invece costruzioni ideologiche interessate per mantenere il giogo dei più potenti e più ricchi sull'enorme resto di quasi sempre inconsapevoli vittime che finiscono quindi con l'esserne in qualche modo “co-artefici”?
Cordialmente
Il primo è che è tra i non molti che, come faccio anch'io, si assume direttamente la responsabilità del proprio pensiero firmandosi per esteso (l'avevo già notato in un suo precedente coraggioso scritto sulla questione antifascista).
Il secondo è per l'efficacia del suo circostanziato e documentato argomentare citando alcuni dati essenziali che possono far comprendere la sostanza della questione dei dazi scatenata da Trump.
Del resto a questi dati se ne potrebbero aggiungere altri ora che la “manovra” del tycoon Usa si è apertamente palesata (l'inoltro al sito del mio scritto era, come richiamato nello scritto stesso, antecedente alla formale esibizione mediatica) come ad esempio l'incidenza nei conteggi, non a caso omessi, delle percentuali a saldo degli importi relativi ai servizi venduti ed acquistati a favore dagli Usa ma anche l'infondatezza della prima colonna mostrata nella “lavagnetta” presentata nell'”esibizione”.
Del resto, penso lo si capisse, il mio era un espediente retorico e un modo un po' indiretto per far dubitare delle sparate del presidente americano che in modo evidente aveva già ben dimostrato la sua visione cinica perlomeno da palazzinaro, ma assai peggio. Quindi un modo volutamente provocatorio per semmai suscitare approfondimenti che aiutassero a far aprire gli occhi. https://www.merateonline.it/notizie/145635/sono-dazi-nostri
Ma al di là di queste note e degli aspetti puramente “tecnici” (che sono comunque sostanza anche per i non addetti come me) mi piacerebbe anche confrontarmi su quello che voleva essere il centro del mio argomentare e cioè l'ulteriore dimostrazione, anche in questo pericoloso contesto, dell'elemento strutturale di questo sistema economico nell'aumentare il solco tra sempre più pochi straricchi e sempre più tanti, a vario titolo, precari e soprattutto i poverissimi.
E come questo sistema e le sue leggi spesso propedeutiche alla speculazione finanziaria favoriscano strutturalmente, in un modo o nell'altro, le disuguaglianze sociali assoggettando le sorti di intere popolazioni alla volontà dei Potenti di turno e dei cosiddetti mercati eretti a veri e propri Molok.
Ma rigiro la domanda sostanziale: questi “meccanismi di mercato”( al servizio di una mal interpretata e strumentale geopolitica che gioca sulle divisioni nazionalistiche) che pretendono di essere più importanti degli uomini stessi sono dei dogmi (con relative strutturali distorsioni specie finanziarie) o non invece costruzioni ideologiche interessate per mantenere il giogo dei più potenti e più ricchi sull'enorme resto di quasi sempre inconsapevoli vittime che finiscono quindi con l'esserne in qualche modo “co-artefici”?
Cordialmente
Germano Bosisio