Imbersago: storie dal carcere in "Tutte le lacrime sono trasparenti"

È iniziato lo scorso lunedì il primo incontro di un progetto organizzato dal gruppo “Imbersago per Tutti”, in collaborazione con l'Amministrazione, per coinvolgere, una volta al mese, con un appuntamento a tema, tutta la popolazione.
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L'autrice Luisa Colombo

Il primo argomento affrontato, con il ritorno in paese dell'arte terapeuta Luisa Colombo, è stato le donne e il carcere, in occasione dell'appena celebrata Festa della Donna. Partendo dal suo libro “Tutte le lacrime sono trasparenti”, l'autrice ha raccontato di donne che hanno subito violenza in carcere e comunità protette, che lei ha incontrato esercitando la sua professione. Un'opera nata in carcere non per spaventare le persone sulle tragedie che accadono ogni giorno, ma per dare un segno di speranza. “Perché le donne se scelgono di rinascere, anche se è difficile, lo possono fare e oggi ci sono una serie di meccanismi e istituzioni che le sostengono. Se decidi di farcela puoi farcela”.
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Protagoniste di questa narrazione sono proprio donne che ce l'hanno fatta, ma anche quelle che hanno avuto ricadute e coloro che non ce l'hanno fatta, rimanendo vittime di un meccanismo di sopraffazione. La prefazione e l'editing sono stati curati da un detenuto, Nicola Sapone, che dopo essere stato condannato giovanissimo all'ergastolo, ha stravolto la sua vita, vedendo il reato attraverso l'approccio di giustizia riparativa, concentrandosi sullo studio e conseguendo una laurea in filosofia. “In questi tempi dove molte persone non hanno occhi che per se stessi, il tuo libro, o meglio le donne che raccontano le loro vite, ci fanno capire l'importanza di vedersi e rispecchiarsi negli occhi degli altri, di non essere soli e cadere nella prigione della solitudine di noi stessi” scrive Sapone, con la speranza di generare con il suo passato travagliato qualcosa di positivo.
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L'autrice con il vicesindaco Elena Codara

Tra le pagine del libro, scoprire il vissuto donne porta ad entrare nella loro anima, per avvicinare il lettore a situazioni che spesso si credono lontane dalla propria realtà e che invece toccano tutti, perché la violenza, che colpisce anche l'uomo, non dipende dal livello di istruzione, di povertà o dall'etnia, bensì da preconcetti e convinzioni tramandati da generazione in generazione. Occorre dunque rieducare e prevenire, partendo dai più piccoli, per combattere la disparità di genere. In prigione il percorso di educazione e cambiamento è ancora più complicato, ma efficace, come testimonia il tasso della recidiva, che nel carcere di Bollate, l'eccellenza rieducativa in Italia, tocca solo il 25% dei detenuti rispetto al 75% della media nazionale.
Un'esperienza raccontata è quella di Sonia, che per decenni non è riuscita ad uscire da relazioni tossiche con uomini che le hanno portato forti disagi. Arriva da una situazione in cui, durante l'infanzia, il padre era in prigione e la madre, prostituta e con una grave patologia psichiatrica, faceva dentro e fuori dal carcere. Lei come risposta, ha deciso di accompagnarsi con uomini che le hanno causato forti dolori. “Una scienza recente dice che ci portiamo nel Dna le scelte dei nostri predecessori, noi non possiamo non tenerne conto quando si presentano queste situazioni”.
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Con la sua professione di arte terapeuta nelle scuole e nelle carceri, Colombo ha iniziato un percorso su se stessa per poi intraprendere un viaggio verso gli altri per aprire l'interiorità attraverso percorsi di formazione. Un impegno che le è stato riconosciuto nella giornata di domenica con il premio "Eccellenza Donna", il merito che il dipartimento brianzolo Tutela Vittime di Fratelli d’Italia assegna, in occasione della Giornata della donna, a chi si è distinta nei vari campi.
Un lavoro che porta a incontrare sempre nuove vicende, di cui le lacrime sono il filo conduttore. Lacrime di gratitudine e di dolore, che hanno unito la terapeuta e le donne conosciute e sostenute negli anni, lacrime che ha raccolto e che sono diventate il titolo del libro.
I.Bi.
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