Mandic: Pneumologia in crisi, mancano fondi e infermieri. La Regione chiuda con l’Inrca e il reparto entri nell’ASST
Nel 2023, a ogni dimissione di medico, rispondeva la direzione strategica o qualche consigliere regionale di lungo corso, minimizzando e rilanciando. Da Paolo Favini a Mauro Piazza, la parola magica, prova provata della volontà di potenziare il San Leopoldo Mandic era: Pneumologia.

La nuova divisione, per la verità, ancora e tuttora dell’Inrca di Ancona, avrebbe dovuto svolgere il ruolo di “civetta”, attraendo pazienti da ogni parte di Lombardia grazie alla dotazione strumentistica d’avanguardia e alla consistenza del personale. Ma le pietose bugie, per non dire l’incompetenza, hanno sempre vita corta.
Avevamo già lanciato l’allarme sul depotenziamento del reparto posto al quinto piano (CLICCA QUI). Un bel reparto, ordinato, organizzato, attrezzato. Ma semivuoto. La ragione risiede nel mai sciolto legame con l’Istituto di ricerca scientifica di Ancona che ha in Casatenovo il suo piccolo presidio. Presente una volta in dieci regioni, ora l’Inrca è ridotto a due sedi esterne, Cosenza e Casatenovo e alla sede centrale. Era evidente sin dai tempi di Pietro Caltagirone, il primo Dg che avviò le trattative, che la struttura dovesse passare definitivamente sotto l’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale di Lecco. Ma l’operazione deve essere gestita direttamente dalla Regione. Che, a quanto pare, non è intenzionata a aprire la trattativa con Ancona. Così in questi mesi si è assistito al paradosso di infermieri Inrca partecipare al concorso dell’ASST, lasciando il quinto piano per scendere in altri reparti. E ora la Pneumologia è ridotta al lumicino, nonostante abbia un potenziale e una progettualità straordinari. La questione tutto sommato è semplice: l’Inrca incassa il contratto da regione Lombardia, si parla di circa 6 milioni l’anno più un milione di ambulatoriale, di cui una parte, non è chiaro a quanto ammonta ma ragionevolmente a più di un milione, viene utilizzato per le spese della direzione generale anconetana. Risparmiare sui costi del reparto del Mandic è utile al bilancio complessivo dell’Irccs. Fino a qualche anno fa la direzione generale dell’Inrca manteneva una forte attenzione sulla sede lombarda non facendo mancare i fondi per il potenziamento di Casatenovo e di Merate. L’allora dg. dr. Genga aveva svolto un ruolo determinante nello sviluppo della Sede rendendo in particolare la Pneumologia del Mandic di Merate una delle strutture più complete della Lombardia. Sotto la sua Direzione, e quella del primario Daniele Colombo, dirigente anche di Casatenovo, è stata istituita a Merate un'unità di terapia intensiva respiratoria con sei posti letto autonomi con centrale di monitoraggio, tra le poche riconosciute dalla Regione Lombardia e che, nel periodo pandemico, si è trasformata in terapia Intensiva in stretta collaborazione con la Rianimazione. Parallelamente, è stata potenziata l’area interventistica grazie all’introduzione di tecnologie avanzate, tra cui fibroscopia EBUS, la minisonda radiale e criosonda che hanno finalmente permesso anche nel nostro territorio di poter utilizzare tecniche avanzate poco invasive nella diagnostica delle neoplasie polmonari.

A dicembre 2022, la Direzione Generale INRCA è passata nelle mani della dr.ssa Capalbo, nominata dalla Regione Marche, la cui presenza in Lombardia dal suo insediamento si è tuttavia limitata a una breve visita di poche ore nel giugno 2023, senza peraltro completarla raggiungendo da Casatenovo la Pneumologia nella sede Meratese.
Dal dicembre 2022, la Pneumologia di Merate ha subito una progressiva riduzione del personale infermieristico, senza che vi sia stato un adeguato reintegro. Questa situazione ha determinato un crescente malcontento tra il personale, un sovraccarico di lavoro con conseguenti dimissioni a catena del personale infermieristico che hanno ulteriormente aggravato le criticità operative.
È stata data priorità alla Pneumologia Riabilitativa di Casatenovo, dove sono stati mantenuti attivi 30 posti letto, nessuna riduzione, a discapito della Pneumologia di Merate, che ha subito una continua riduzione dei posti letto, prima con la chiusura dell’UTIR, l’Unità di Terapia Intensiva Respiratoria, poi con un’ulteriore contrazione nel reparto fino agli attuali 13 posti letto attivi con inevitabili ricadute sull’intero ospedale.

Contestualmente, è stato chiuso l’ambulatorio delle fibroscopie per pazienti esterni e gli ambulatori di fisiopatologia respiratoria, mentre l’attività di reparto e le richieste dai vari ospedali di procedure sono state progressivamente ridotte.
A partire dal 6 aprile gli infermieri rimasti non saranno più sufficienti a coprire il turno: rimangono infatti quattro infermieri marchigiani che lasceranno definitivamente il servizio con cadenza settimanale. Anche la storica coordinatrice Betti ha preferito lasciare il coordinamento per trasferirsi al piano terra del Mandic come semplice infermiera dell’ASST.
Per affrontare questa emergenza, sono stati finora assunti tre infermieri interinali tramite agenzia, ovviamente non sufficienti, mentre l’opzione di ricorrere a una cooperativa è stata scartata da Ancona, presumibilmente per ragioni economiche. E’ stato bandito un concorso per infermieri ma conoscendo le tempistiche e la percentuale di assunzioni non si prevedono tempi migliori. Nel frattempo lo stesso dottor Colombo potrebbe optare per il pensionamento, lasciando un vuoto difficilmente colmabile al vertice del reparto.

A Casatenovo, non è mai stato nominato un nuovo Direttore Medico per sostituire il dr Montoli, dimissionario nel 2017, né è stata mai designata la figura di Direttore amministrativo di sede. Inoltre, da oltre tre anni l’URP non è più operativo e molte responsabilità gestionali (sicurezza, piano pandemico, controllo infezioni,) che in un normale ospedale sarebbero suddivise nei vari uffici con le relative competenze, ricadono su un numero esiguo di figure, spesso medici, aggravando ulteriormente le difficoltà organizzative.
E’ partita in tutto il Mandic la cartella elettronica: INRCA ovviamente non ha aderito.
In questo contesto le ridondanti promesse formulate nel 2023 e rilanciate dalla stampa prona al politico forte appaiono come solenni prese in giro. All’attuale Dg Marco Trivelli l’ingrato compito di impedire la chiusura definitiva del reparto o quanto meno la riduzione al lumicino dell’attività.
Ma il tema centrale è l’acquisizione del reparto all’interno dell’ASST, staccato quindi dall’Inrca. E qui è la politica che deve giocare la sua parte. A Mauro Piazza, il sottosegretario indubitabilmente più ascoltato dai vertici regionali il compito di assumersi questa pratica che è di importanza strategica per il San Leopoldo Mandic. Assieme ai colleghi Giacomo Zamperini e Gian Mario Fragomeli.

La nuova divisione, per la verità, ancora e tuttora dell’Inrca di Ancona, avrebbe dovuto svolgere il ruolo di “civetta”, attraendo pazienti da ogni parte di Lombardia grazie alla dotazione strumentistica d’avanguardia e alla consistenza del personale. Ma le pietose bugie, per non dire l’incompetenza, hanno sempre vita corta.
Avevamo già lanciato l’allarme sul depotenziamento del reparto posto al quinto piano (CLICCA QUI). Un bel reparto, ordinato, organizzato, attrezzato. Ma semivuoto. La ragione risiede nel mai sciolto legame con l’Istituto di ricerca scientifica di Ancona che ha in Casatenovo il suo piccolo presidio. Presente una volta in dieci regioni, ora l’Inrca è ridotto a due sedi esterne, Cosenza e Casatenovo e alla sede centrale. Era evidente sin dai tempi di Pietro Caltagirone, il primo Dg che avviò le trattative, che la struttura dovesse passare definitivamente sotto l’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale di Lecco. Ma l’operazione deve essere gestita direttamente dalla Regione. Che, a quanto pare, non è intenzionata a aprire la trattativa con Ancona. Così in questi mesi si è assistito al paradosso di infermieri Inrca partecipare al concorso dell’ASST, lasciando il quinto piano per scendere in altri reparti. E ora la Pneumologia è ridotta al lumicino, nonostante abbia un potenziale e una progettualità straordinari. La questione tutto sommato è semplice: l’Inrca incassa il contratto da regione Lombardia, si parla di circa 6 milioni l’anno più un milione di ambulatoriale, di cui una parte, non è chiaro a quanto ammonta ma ragionevolmente a più di un milione, viene utilizzato per le spese della direzione generale anconetana. Risparmiare sui costi del reparto del Mandic è utile al bilancio complessivo dell’Irccs. Fino a qualche anno fa la direzione generale dell’Inrca manteneva una forte attenzione sulla sede lombarda non facendo mancare i fondi per il potenziamento di Casatenovo e di Merate. L’allora dg. dr. Genga aveva svolto un ruolo determinante nello sviluppo della Sede rendendo in particolare la Pneumologia del Mandic di Merate una delle strutture più complete della Lombardia. Sotto la sua Direzione, e quella del primario Daniele Colombo, dirigente anche di Casatenovo, è stata istituita a Merate un'unità di terapia intensiva respiratoria con sei posti letto autonomi con centrale di monitoraggio, tra le poche riconosciute dalla Regione Lombardia e che, nel periodo pandemico, si è trasformata in terapia Intensiva in stretta collaborazione con la Rianimazione. Parallelamente, è stata potenziata l’area interventistica grazie all’introduzione di tecnologie avanzate, tra cui fibroscopia EBUS, la minisonda radiale e criosonda che hanno finalmente permesso anche nel nostro territorio di poter utilizzare tecniche avanzate poco invasive nella diagnostica delle neoplasie polmonari.

L'inaugurazione del febbraio 2019
A dicembre 2022, la Direzione Generale INRCA è passata nelle mani della dr.ssa Capalbo, nominata dalla Regione Marche, la cui presenza in Lombardia dal suo insediamento si è tuttavia limitata a una breve visita di poche ore nel giugno 2023, senza peraltro completarla raggiungendo da Casatenovo la Pneumologia nella sede Meratese.
Dal dicembre 2022, la Pneumologia di Merate ha subito una progressiva riduzione del personale infermieristico, senza che vi sia stato un adeguato reintegro. Questa situazione ha determinato un crescente malcontento tra il personale, un sovraccarico di lavoro con conseguenti dimissioni a catena del personale infermieristico che hanno ulteriormente aggravato le criticità operative.
È stata data priorità alla Pneumologia Riabilitativa di Casatenovo, dove sono stati mantenuti attivi 30 posti letto, nessuna riduzione, a discapito della Pneumologia di Merate, che ha subito una continua riduzione dei posti letto, prima con la chiusura dell’UTIR, l’Unità di Terapia Intensiva Respiratoria, poi con un’ulteriore contrazione nel reparto fino agli attuali 13 posti letto attivi con inevitabili ricadute sull’intero ospedale.

Il primario Daniele Colombo
Contestualmente, è stato chiuso l’ambulatorio delle fibroscopie per pazienti esterni e gli ambulatori di fisiopatologia respiratoria, mentre l’attività di reparto e le richieste dai vari ospedali di procedure sono state progressivamente ridotte.
A partire dal 6 aprile gli infermieri rimasti non saranno più sufficienti a coprire il turno: rimangono infatti quattro infermieri marchigiani che lasceranno definitivamente il servizio con cadenza settimanale. Anche la storica coordinatrice Betti ha preferito lasciare il coordinamento per trasferirsi al piano terra del Mandic come semplice infermiera dell’ASST.
Per affrontare questa emergenza, sono stati finora assunti tre infermieri interinali tramite agenzia, ovviamente non sufficienti, mentre l’opzione di ricorrere a una cooperativa è stata scartata da Ancona, presumibilmente per ragioni economiche. E’ stato bandito un concorso per infermieri ma conoscendo le tempistiche e la percentuale di assunzioni non si prevedono tempi migliori. Nel frattempo lo stesso dottor Colombo potrebbe optare per il pensionamento, lasciando un vuoto difficilmente colmabile al vertice del reparto.

A Casatenovo, non è mai stato nominato un nuovo Direttore Medico per sostituire il dr Montoli, dimissionario nel 2017, né è stata mai designata la figura di Direttore amministrativo di sede. Inoltre, da oltre tre anni l’URP non è più operativo e molte responsabilità gestionali (sicurezza, piano pandemico, controllo infezioni,) che in un normale ospedale sarebbero suddivise nei vari uffici con le relative competenze, ricadono su un numero esiguo di figure, spesso medici, aggravando ulteriormente le difficoltà organizzative.
E’ partita in tutto il Mandic la cartella elettronica: INRCA ovviamente non ha aderito.
In questo contesto le ridondanti promesse formulate nel 2023 e rilanciate dalla stampa prona al politico forte appaiono come solenni prese in giro. All’attuale Dg Marco Trivelli l’ingrato compito di impedire la chiusura definitiva del reparto o quanto meno la riduzione al lumicino dell’attività.
Ma il tema centrale è l’acquisizione del reparto all’interno dell’ASST, staccato quindi dall’Inrca. E qui è la politica che deve giocare la sua parte. A Mauro Piazza, il sottosegretario indubitabilmente più ascoltato dai vertici regionali il compito di assumersi questa pratica che è di importanza strategica per il San Leopoldo Mandic. Assieme ai colleghi Giacomo Zamperini e Gian Mario Fragomeli.
Claudio Brambilla