Calco: racconti di p. Luigi Mandelli (Pime) dal Brasile

Nell’ottobre del 2023 era tornato dal Brasile all’Italia per festeggiare il suo 60° anniversario di ordinazione sacerdotale a Olgiate Molgora e salutare i fedeli di Calco che aveva guidato all’inizio della sua attività sacerdotale, ma in quel periodo don Giuseppe Sala non era ancora approdato a Calco e dunque non si erano potuti vedere. Così Padre Luigi Mandelli, da 57 è missionario in Brasile, ha scelto di scrivere una lettera al nuovo sacerdote della sua Calco, “sua” perché da Ibiporã – da dove scrive – padre Luigi Mandelli si definisce ancora suo “parrocchiano”. 

“Vorrei darle qualche mia notizia perché non ci siamo mai incontrati” scrive nelle prime righe di una lunga epistola recentemente pubblicata sul mensile della parrocchia. “Cresciuto a Calco, sono diventato missionario nel PIME. Ho celebrato la prima messa nella chiesa di San Vigilio nel 1963. Dopo un servizio in Italia, nel 1968 sono partito per la missione, dove mi trovo ancora oggi. Il mio desiderio era per l'Asia, ma i superiori pensarono che per me, per la mia salute, era meglio il Brasile, dove ho trovato gente di ogni razza, colore e cultura”. 
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La prima tappa della sua vita missionaria, padre Luigi l’ha vissuta nel sud del Brasile, nello stato di San Paulo, in gran parte nella periferia di questa grande città. “Erano gli anni ’70-’80. Ero parroco in una grande parrocchia che in quegli anni, a poco a poco, si è riempita di favelas. Non è stato facile lavorare in un ambiente di grande povertà e anche criminalità”. Con altri si era impegnato soprattutto a creare comunità tra i più lontani. 

“Sono felice di sapere che dove c'era la mia parrocchia, oggi ci sono cinque parrocchie. Quando nel 1975 sono tornato in Italia, ho trovato che era stata creata una nuova parrocchia, Maria Madre della Chiesa, e siccome la mia famiglia abitava a Olgiate, ho sempre frequentato più la parrocchia nuova che quella di Calco”. 

Dopo una pausa di studio in Italia, nel 1986 padre Luigi è tornato in Brasile. Il suo desiderio era di andare in Amazzonia, dove al PIME erano affidati vasti campi di lavoro. “Manaus, Parintins, Macapá. Manifestai al Superiore la mia volontà e mi destinò a Manaus, la capitale dello stato dell'Amazonas, una regione tutta fiumi e foreste. Temevo di non farcela per il clima caldo umido che dura tutto l'anno, ma mi sono trovato bene e lì ho passato trentadue anni. La città di Manaus è passata, in cinquant'anni, da 200 mila abitanti a più di due milioni. È cresciuta soprattutto per via delle 'invasioni', enormi baraccopoli che i poveri costruiscono abbattendo la foresta. Ho sempre lavorato nelle periferie, in varie aree, creando comunità partendo da zero. La mia preoccupazione è sempre stata quella di costruire chiese e cappelle nei nuovi insediamenti, per mostrare che Dio non abbandona i suoi figli e avere un posto dove la gente riunirsi”.
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Padre Luigi Mandelli a dicembre del 2023
Una volta compiuti 75 anni, padre Luigi Mandelli si è ritirato nella Casa Regionale del PIME, continuando però ad aiutare le parrocchie e in particolare prestando assistenza religiosa in un grande Pronto Soccorso-Ospedale del governo, dove ogni giorno arrivava gente malata. Un’esperienza cristiana e umana definita “unica” dal missionario. 
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“Purtroppo, sei anni fa ho sofferto un incidente domestico, una brutta caduta che mi ha costretto a lasciare l'Amazzonia e venire al sud del Brasile per recuperarmi.Risiedo in una Casa del PIME nello stato del Paraná” ha scritto, ricordando della messa celebrata per il 60° di ordinazione. “Alla mia età potevo restare in Italia ma ho preferito tornare in Brasile perché sento di essere ancora utile qui. Ho alcuni impegni. Insegno la lingua portoghese ai padri del PIME africani e asiatici destinati al Brasile.
Tutte le settimane preparo una riflessione sul Vangelo della domenica che invio a un gruppo di sacerdoti e laici. Nel fine settimana celebro sempre in qualche parrocchia di Ibiporã e Londrina. Chiese e cappelle qui, nel sud Brasile, sono sempre piene. Infine, da vari anni, sono Padre di appoggio in una Casa di ricupero per ragazze e donne dipendenti da droga e alcol, chiamata Fazenda da Esperanza. Le ospiti sono solo una quindicina. La cura dura un anno. In genere sono persone cresciute in famiglie che non sono mai esistite o problematiche. Alcune hanno figli, nati da unioni passeggere. Celebro messa e preparo al Battesimo e Prima Eucaristia” ha proseguito, riconoscendo un sostegno da parte del Signore per quello che potuto fare. 

“Non avrei mai immaginato che, seguendo Gesù, la mia vita potesse essere così ricca e così bella” ha concluso, augurandosi che anche don Giuseppe Sala a Calco  Spero che abbia trovato una parrocchia accogliente. “Che il Signore la aiuti nella guida di questo popolo che Dio le ha affidato”
E.Ma.
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