Trovato morto in una casa in Veneto Umberto Quinterio, il pellegrino originario di Merate
Lo avevamo incontrato in piazza degli Eori a Merate in piena pandemia. Seduto sua una panchina di fronte al municipio, con accanto il suo zaino verde militare e il lungo bastone da viandante, osservava la gente che passava, si fermava all'edicola, entrava a palazzo. Tranquillo e pacato, si limitava a guardare. Non chiedeva nulla, come inizialmente in tanti pensavano visto anche l'aspetto un poco trasandato. In mano teneva un libricino sul quale posava gli occhi, per poi tornare al mondo che lo circondava e che gli scorreva accanto.
Alla richiesta di una chiacchierata finalizzata a una intervista, Umberto Quinterio non aveva detto di no. Rispettoso, con indosso la mascherina (si era nel luglio 2020) aveva chiesto il “permesso” di abbassarla per poter parlare liberamente e non avere ostacoli nella compnresione reciproca e così aveva rivelato la sua scelta di vita. Prima di fare il pastore, poi di lasciare tutto e fare il pellegrino “a tempo pieno”, lasciandosi cullare “come un pezzo di legno dalle acque del fiume”. Dunque senza una meta, una scadenza, un orario. A scandire la sua quotidianità erano, infatti, le stagioni e la ricerca di un giaciglio dove sostare, riprendere fiato e poi ripartire.
Proprio come aveva fatto a Merate, sua terra di origine, fermandosi nel parco delle Rimembranze e poi vicino al cimitero e come ha fatto a san Michele al Tagliamento, comune di 11mila abitanti della città metropolitana di Venezia. Paese che è stato anche il suo ultimo approdo. Qui, infatti, nella mattinata dell'Epifania è stato trovato morto nella casa in un cui un residente gli aveva dato ospitalità da inizio dicembre. Riverso a terra, probabilmente stroncato da un infarto, Umberto Quinterio ha terminato il suo peregrinare.
Ora, terminati gli accertamenti sul decesso, le autorità e la famiglia che gli ha dato ricovero, invitandolo a restare sino all'arrivo della bella stagione, preoccupata per il suo fisico in condizioni non ottimali di salute, stanno cercando di risalire a eventuali parenti (se qualcuno volesse mettersi in contatto può scrivere a redazione@merateonline.it per essere indirizzato a chi se ne sta occupando).
“Avevamo incontrato Umberto ai primi di dicembre, quando dopo qualche notte passata come ospite in un locale messo a disposizione dalla nostra parrocchia, si era trovato una sistemazione provvisoria e quantomeno precaria, dormendo sotto un porticato nel nostro centro abitato” hanno raccontato i coniugi
“Dopo qualche giorno, gli abbiamo proposto di sostare per alcune settimane in un’abitazione di nostra proprietà, al momento sfitta e non usata, per quanto abitabile. Umberto ci è rimasto fino a ieri, quando abbiamo fatto il solitoo giro per salutarlo e sentire come stesse e purtroppo, lo abbiamo scoperto già freddo. Il medico di guardia che è sopraggiunto dopo pochi minuti, non ha potuto far altro che constatarne il decesso, che ha stimato sia avvenuto domenica 5 gennaio”.
La salma è stata spostata in camera mortuaria e ora il comunesi è attivato per cercare qualche parente e informare del decesso l’ultimo comune di residenza, che pare fosse a Demonte, provincia di Cuneo.
"Non potrei dire di averlo conosciuto bene ma ciò nonostante, mi ha da subito colpito la sua profonda religiosità, anche testimoniata da alcuni oggetti che portava sempre con sé, come il crocifisso appeso al collo ed alcuni testi religiosi” ha concluso il residente che gli ha dato accoglienza in queste sue ultime settimane di vita “Come del resto, trovo che il contenuto dell’articolo che lo riguarda collimi con quanto ho potuto cogliere fosse la sua visione del mondo, non secondaria nell’averlo portato alla decisione di diventare una persona senza fissa dimora, nonché per quanto riguarda gli oggetti simbolo del suo pellegrinare: lo zaino, i cappelli lunghi, ricci ed intrecciati in inestricabili dredlocks, il bastone da cammino. Abbiamo provato a indirizzarlo anche verso strutture ricettive finalizzate ad accogliere persone nelle sue condizioni, ma ha rifiutato. La sua era una scelta precisa di vita”.
Alla richiesta di una chiacchierata finalizzata a una intervista, Umberto Quinterio non aveva detto di no. Rispettoso, con indosso la mascherina (si era nel luglio 2020) aveva chiesto il “permesso” di abbassarla per poter parlare liberamente e non avere ostacoli nella compnresione reciproca e così aveva rivelato la sua scelta di vita. Prima di fare il pastore, poi di lasciare tutto e fare il pellegrino “a tempo pieno”, lasciandosi cullare “come un pezzo di legno dalle acque del fiume”. Dunque senza una meta, una scadenza, un orario. A scandire la sua quotidianità erano, infatti, le stagioni e la ricerca di un giaciglio dove sostare, riprendere fiato e poi ripartire.
Proprio come aveva fatto a Merate, sua terra di origine, fermandosi nel parco delle Rimembranze e poi vicino al cimitero e come ha fatto a san Michele al Tagliamento, comune di 11mila abitanti della città metropolitana di Venezia. Paese che è stato anche il suo ultimo approdo. Qui, infatti, nella mattinata dell'Epifania è stato trovato morto nella casa in un cui un residente gli aveva dato ospitalità da inizio dicembre. Riverso a terra, probabilmente stroncato da un infarto, Umberto Quinterio ha terminato il suo peregrinare.
Ora, terminati gli accertamenti sul decesso, le autorità e la famiglia che gli ha dato ricovero, invitandolo a restare sino all'arrivo della bella stagione, preoccupata per il suo fisico in condizioni non ottimali di salute, stanno cercando di risalire a eventuali parenti (se qualcuno volesse mettersi in contatto può scrivere a redazione@merateonline.it per essere indirizzato a chi se ne sta occupando).
“Avevamo incontrato Umberto ai primi di dicembre, quando dopo qualche notte passata come ospite in un locale messo a disposizione dalla nostra parrocchia, si era trovato una sistemazione provvisoria e quantomeno precaria, dormendo sotto un porticato nel nostro centro abitato” hanno raccontato i coniugi
“Dopo qualche giorno, gli abbiamo proposto di sostare per alcune settimane in un’abitazione di nostra proprietà, al momento sfitta e non usata, per quanto abitabile. Umberto ci è rimasto fino a ieri, quando abbiamo fatto il solitoo giro per salutarlo e sentire come stesse e purtroppo, lo abbiamo scoperto già freddo. Il medico di guardia che è sopraggiunto dopo pochi minuti, non ha potuto far altro che constatarne il decesso, che ha stimato sia avvenuto domenica 5 gennaio”.
La salma è stata spostata in camera mortuaria e ora il comunesi è attivato per cercare qualche parente e informare del decesso l’ultimo comune di residenza, che pare fosse a Demonte, provincia di Cuneo.
"Non potrei dire di averlo conosciuto bene ma ciò nonostante, mi ha da subito colpito la sua profonda religiosità, anche testimoniata da alcuni oggetti che portava sempre con sé, come il crocifisso appeso al collo ed alcuni testi religiosi” ha concluso il residente che gli ha dato accoglienza in queste sue ultime settimane di vita “Come del resto, trovo che il contenuto dell’articolo che lo riguarda collimi con quanto ho potuto cogliere fosse la sua visione del mondo, non secondaria nell’averlo portato alla decisione di diventare una persona senza fissa dimora, nonché per quanto riguarda gli oggetti simbolo del suo pellegrinare: lo zaino, i cappelli lunghi, ricci ed intrecciati in inestricabili dredlocks, il bastone da cammino. Abbiamo provato a indirizzarlo anche verso strutture ricettive finalizzate ad accogliere persone nelle sue condizioni, ma ha rifiutato. La sua era una scelta precisa di vita”.
S.V.