Azione: la chiusura dello Stallazzo è inaccettabile
Apprendiamo oggi, con particolare preoccupazione e dispiacere che lo Stallazzo, prezioso punto di ristoro e ricettività per chi passeggia lungo il fiume Adda, a partire dal 2 dicembre chiuderà la propria attività.
Le ragioni purtroppo sono ben note e sono state denunciate da tempo dal Presidente della Cooperativa Solleva, che gestisce lo Stallazzo, Luigi Gasparini: le entrate dello Stallazzo si sono ridotte sensibilmente a causa frana che lo scorso 16 maggio ha colpito l'alzaia dell'Adda.
In oltre 6 mesi né Regione Lombardia né il Consorzio Est Ticino Villoresi hanno provveduto ad elaborare un piano concreto per ripristinare il tratto di alzaia franato, che rimane tutt'ora inaccessibile e privo di progettualità, come testimoniano le interrogazioni presentate in Regione dal Consigliere Massimo Vizzardi di Azione e l'audizione in Regione del Presidente del Consorzio ETV.
“Inaccettabile che lo scaricabarile dei livelli di governo pubblico sulla gestione della frana a Cornate d'Adda abbia forzato un’attività di assoluto valore per la comunità come lo Stallazzo a chiudere i battenti” così dichiara la deputata Giulia Pastorella di Azione, che nei mesi scorsi aveva presentato un’interrogazione in Parlamento sulla situazione, senza ricevere alcuna risposta dal Governo.
“Da mesi ci battiamo per smuovere l’inazione delle Istituzioni, Regione e Stato nazionale in primis, ma nello scaricabarile continuo è proprio lo Stallazzo - e i suoi dipendenti che verranno lasciati a casa - ad averne pagato le conseguenze" aggiunge Eleonora Lavelli, segretaria provinciale di Azione Lecco, che negli scorsi giorni ha incontrato anche il sindaco di Cornate d’Adda, Andrea Panzeri, impegnato in prima linea sulla questione.
"Quanto sta accadendo è semplicemente inaccettabile" - aggiungono Lavelli e Pastorella - "per questo con Azione e con tutti coloro che hanno a cuore il ripristino dell'alzaia ci impegneremo per continuare a sollevare questo tema in tutte le sedi istituzionali. È vergognoso che di fronte alle conseguenze del dissesto del territorio le Istituzioni competenti non intervengano per risolvere la situazione".
Le ragioni purtroppo sono ben note e sono state denunciate da tempo dal Presidente della Cooperativa Solleva, che gestisce lo Stallazzo, Luigi Gasparini: le entrate dello Stallazzo si sono ridotte sensibilmente a causa frana che lo scorso 16 maggio ha colpito l'alzaia dell'Adda.
In oltre 6 mesi né Regione Lombardia né il Consorzio Est Ticino Villoresi hanno provveduto ad elaborare un piano concreto per ripristinare il tratto di alzaia franato, che rimane tutt'ora inaccessibile e privo di progettualità, come testimoniano le interrogazioni presentate in Regione dal Consigliere Massimo Vizzardi di Azione e l'audizione in Regione del Presidente del Consorzio ETV.
“Inaccettabile che lo scaricabarile dei livelli di governo pubblico sulla gestione della frana a Cornate d'Adda abbia forzato un’attività di assoluto valore per la comunità come lo Stallazzo a chiudere i battenti” così dichiara la deputata Giulia Pastorella di Azione, che nei mesi scorsi aveva presentato un’interrogazione in Parlamento sulla situazione, senza ricevere alcuna risposta dal Governo.
“Da mesi ci battiamo per smuovere l’inazione delle Istituzioni, Regione e Stato nazionale in primis, ma nello scaricabarile continuo è proprio lo Stallazzo - e i suoi dipendenti che verranno lasciati a casa - ad averne pagato le conseguenze" aggiunge Eleonora Lavelli, segretaria provinciale di Azione Lecco, che negli scorsi giorni ha incontrato anche il sindaco di Cornate d’Adda, Andrea Panzeri, impegnato in prima linea sulla questione.
"Quanto sta accadendo è semplicemente inaccettabile" - aggiungono Lavelli e Pastorella - "per questo con Azione e con tutti coloro che hanno a cuore il ripristino dell'alzaia ci impegneremo per continuare a sollevare questo tema in tutte le sedi istituzionali. È vergognoso che di fronte alle conseguenze del dissesto del territorio le Istituzioni competenti non intervengano per risolvere la situazione".