Ultimo appello per salvare lo Stallazzo dopo la frana
Ultimo appello per lo Stallazzo. Senza interventi concreti e in tempi brevi, il sito turistico e punto di ristoro che si trova lungo l'alzaia nei pressi della Rocchetta, in sofferenza a seguito della frana che ha chiuso l'accesso dalla parte sud del Naviglio, si avvia verso la chiusura.
La cooperativa Solleva che lo gestisce non è più in grado di sostenere i costi del personale e della attività giornaliera, visto che gli incassi sono crollati a qualche centinaio di euro a settimana.
Nonostante gli appelli rivolti agli enti preposti, in primis Regione, ad oggi non è ancora stato predisposto un progetto e meno ancora stanziati fondi ad hoc per il ripristino del camminamento.
“Sono stati disposti gli studi che probabilmente inizieranno in primavera e che dovranno far luce su come realizzare l'intervento” ha spiegato amareggiato ma anche determinato a fare tutto il possibile per andare avanti, il consigliere legale rappresentante della cooperativa Luigi Gasparini “servirà poi reperire i fondi e dare il via ai lavori con l'assegnazione e la consegna del cantiere, insomma prima del 2026 non se ne farà nulla. La situazione è ormai al collasso: dei due lavoratori, uno è riuscito a ricollocarsi per l'altro invece l'INPS ha negato la proroga della cassaintegrazione e con le poche centinaia di euro che riusciamo a incassare a settimana non ci è possibile coprirne il costo. La nostra idea è di lanciare una raccolta firme, cartacea e digitale, per sensibilizzare e coinvolgere la popolazione e poi presentarci a Regione e agli enti preposti. Visti i tempi lunghi, abbiamo proposto di realizzare una passerella sopra il tratto di naviglio interessato dalla frana in modo da poter superare l'ostacolo. Si tratta di un manufatto prefabbricato, certamente più veloce e meno oneroso da realizzare rispetto all'intervento definitivo ma per noi sarebbe già qualcosa. Senza qualche soluzione, non ci resta che chiudere”.
La cooperativa Solleva che lo gestisce non è più in grado di sostenere i costi del personale e della attività giornaliera, visto che gli incassi sono crollati a qualche centinaio di euro a settimana.
Nonostante gli appelli rivolti agli enti preposti, in primis Regione, ad oggi non è ancora stato predisposto un progetto e meno ancora stanziati fondi ad hoc per il ripristino del camminamento.
“Sono stati disposti gli studi che probabilmente inizieranno in primavera e che dovranno far luce su come realizzare l'intervento” ha spiegato amareggiato ma anche determinato a fare tutto il possibile per andare avanti, il consigliere legale rappresentante della cooperativa Luigi Gasparini “servirà poi reperire i fondi e dare il via ai lavori con l'assegnazione e la consegna del cantiere, insomma prima del 2026 non se ne farà nulla. La situazione è ormai al collasso: dei due lavoratori, uno è riuscito a ricollocarsi per l'altro invece l'INPS ha negato la proroga della cassaintegrazione e con le poche centinaia di euro che riusciamo a incassare a settimana non ci è possibile coprirne il costo. La nostra idea è di lanciare una raccolta firme, cartacea e digitale, per sensibilizzare e coinvolgere la popolazione e poi presentarci a Regione e agli enti preposti. Visti i tempi lunghi, abbiamo proposto di realizzare una passerella sopra il tratto di naviglio interessato dalla frana in modo da poter superare l'ostacolo. Si tratta di un manufatto prefabbricato, certamente più veloce e meno oneroso da realizzare rispetto all'intervento definitivo ma per noi sarebbe già qualcosa. Senza qualche soluzione, non ci resta che chiudere”.
Di seguito il comunicato inviato a presidente del parco Adda Nord e ai sindaci di Paderno e Cornate
Carissimo Presidente, carissimi Sindaci, siamo a comunicare che in assenza di fatti concreti ad elevato impatto che dovranno però verificarsi nelle prossime ore o giornate, saremo costretti a sospendere le attività del Ristoro Stallazzo dal mese di dicembre e più precisamente da lunedì 2 dicembre
Le condizioni economiche non permettono il prosieguo dei servizi
Presenze estremamente ridotte, incassi largamente insufficienti a coprire le spese
A queste negatività si è aggiunta nei giorni scorsi la decisione INPS di non prorogare la cassa integrazione per i lavoratori
Per meglio comprendere le dinamiche ecco una breve cronistoria
A seguito della frana che ha interrotto l'alzaia dell'Adda che porta al Ristoro Stallazzo, la cooperativa ha dovuto porre in cassa integrazione i dipendenti in servizio, revocando tutti i contratti di tirocinio ed inserimento lavorativo
Uno dei due soggetti interessati dalla cassa integrazione ha trovato subito una diversa opportunità lavorativa, mentre l'altro ha usufruito dell'ammortizzatore sociale per i primi tre mesi
Nei giorni scorsi l'INPS ha però inaspettatamente rigettato la richiesta di proroga della cassa integrazione Il lavoratore dovrebbe quindi rientrare in servizio allo stallazzo, ma la circostanza si rende impossibile perché la cooperativa non dispone della necessaria economia
Negli ultimi mesi, lo stallazzo riceve introiti molto ridotti e specificatamente in questo mese di novembre l'incasso complessivo mensile sarà probabilmente inferiore a €1500
Considerando che le spese mensili energetiche assommano mediamente a €450 e la spesa per gli acquisti delle derrate alimentari è di circa €500, sommando anche i costi per le bombole gas e altre voci minori, resta ben poco da dividere
Impossibile pensare di prendere in carico il lavoratore che ha un costo aziendale di 2500-3000 euro
Abbiamo subito chiesto la disponibilità di cooperative sorelle per farsi carico del lavoratore, ma è impensabile poter risolvere nell'immediato.
L'unica possibilità rimasta è "chiudere" per non compromettere l'intero assetto della cooperativa
Ringraziamo tutti coloro che in questi mesi ci sono stati vicini, sostenendo nella concretezza quotidiana le nostre attività: il Rotary Club di Merate, varie Pro loco, varie Associazioni e Cooperative, musicisti ed artisti in genere, privati cittadini
Ringraziamo anche i media locali che hanno accolto e rilanciato i nostri appelli
Certamente non intendiamo mollare il colpo, anzi insisteremo con forza in tutte le sedi per chiedere la soluzione dei problemi
Siamo convinti che lo stallazzo e l'area ecomuseale meritino un'attenzione assoluta perché rappresentano il meglio delle nostre tradizioni e della nostra cultura operosa.
Siamo consci che lasciare le strutture all'abbandono significhi compromettere il lavoro svolto negli anni da decine di volontari
Facciamo quindi un appello a tutte le parti perché da subito si metta in campo uno sforzo straordinario per provare ad "inventare" qualcosa e percorrere strade nuove
RingraziamoLuigi Gasparini - Cooperativa Sociale Solleva