Robbiate: In municipio l'opera del Viganò contro la violenza
Dopo il flash mob, organizzato dai ragazzi degli istituti Agnesi e Viganò nella mattinata di sabato 23 novembre, l'Amministrazione comunale di Robbiate ha chiesto in prestito un lavoro, realizzato dagli studenti della classe 4^D del Viganò, per continuare la riflessione sul tema dell'eliminazione della violenza contro le donne.
L'opera è stata collocata, nella Giornata internazionale dell'eliminazione della violenza contro le donne, nell'atrio del municipio, come una pietra d'inciampo, per indurre le persone che entrano nell'edificio ad una riflessione su un tema tragico ed estremamente attuale.
“Se mi lasci...” rappresenta l'andamento di una relazione violenta, che con frasi e atti toglie lo spazio e la voce a tante donne. I cartelloni provocatori sono disposti su griglie che volutamente ostacolano e limitano lo spazio del visitatore, per far percepire la sensazione di costrizione.
La composizione è stata ispirata dalla performance degli anni settanta di Marina Abramovic e Ulay, che indagava sui limiti di una relazione di coppia, trasmettendo la situazione di prigionia che attanaglia le donne vittime di violenze fisiche, psicologiche ed economiche.
L'esposizione, insieme ad una sedia e ad un paio di scarpette rosse, rimarrà in comune per tutta la settimana, per mantenere forte l'attenzione della cittadinanza su una problematica che colpisce e affligge tutta la società.
L'opera è stata collocata, nella Giornata internazionale dell'eliminazione della violenza contro le donne, nell'atrio del municipio, come una pietra d'inciampo, per indurre le persone che entrano nell'edificio ad una riflessione su un tema tragico ed estremamente attuale.
“Se mi lasci...” rappresenta l'andamento di una relazione violenta, che con frasi e atti toglie lo spazio e la voce a tante donne. I cartelloni provocatori sono disposti su griglie che volutamente ostacolano e limitano lo spazio del visitatore, per far percepire la sensazione di costrizione.
La composizione è stata ispirata dalla performance degli anni settanta di Marina Abramovic e Ulay, che indagava sui limiti di una relazione di coppia, trasmettendo la situazione di prigionia che attanaglia le donne vittime di violenze fisiche, psicologiche ed economiche.
L'esposizione, insieme ad una sedia e ad un paio di scarpette rosse, rimarrà in comune per tutta la settimana, per mantenere forte l'attenzione della cittadinanza su una problematica che colpisce e affligge tutta la società.
I.Bi.