Merate: è morto Renato Deja Mihali, 18 anni. Nel 2023 era stato travolto sulla SP54. “Tutti dovrebbero avere un Renny nella vita”
A poco più di un anno di distanza dall'incidente Renato Deja Mihali non ce l'ha fatta ed è morto nella struttura riabilitativa di Capriate dove era ricoverato dopo essere stato dimesso dall'ospedale di Bergamo, primo luogo di trasferimento dal tragico investimento.Ora il magistrato ha disposto l'autopsia e poi gli sarà tributato l'ultimo saluto in una cerimonia mista, ortodossa e cattolica.
18 anni, residente in città con la famiglia di origini rumene, Renato quella sera di novembre stava facendo ritorno a piedi dalla palestra. Superato il semaforo, giunto di fronte al colorificio stava attraversando la SP54 quando era stato travolto da una Peugeot in transito in direzione Paderno.
Il 18enne era stato sbalzato sul cofano della macchina e sul parabrezza ed era poi stramazzato al suolo. Un impatto violentissimo che gli aveva provocato ferite da subito giudicate molto gravi. Per lui erano stati mobilitati i soccorsi con l'arrivo anche dell'elicottero. Dopo le manovre di stabilizzazione, Renato era stato trasferito d'urgenza all'ospedale Papa Giovanni di Bergamo dove la sua famiglia lo aveva raggiunto informata dell'accaduto.
Il 18enne, però, non si era mai più ripreso. Troppo gravi le ferite riportate. Dopo diverse settimane, era stato trasferito in una struttura riabilitativa, l'ultima quella di Capriate dove a seguito presumibilmente di complicazioni è deceduto nella giornata di mercoledì.
Una notizia che presto ha fatto il giro tra gli amici del giovane.
Tanti i messaggi di dolore per “Renny” che stanno circolando in rete e che per la famiglia, stretta nel silenzio di un dolore inconsolabile, rappresentano un po' di conforto.
“Tutti dovrebbe avere un Renny nella vita” ha ricordato Daniele, tra i suoi più cari amici “ci eravamo conosciuti attraverso un videogioco e da quel momento non ci siamo più lasciati. Era una persona dal cuore d'oro, aiutava chiunque fosse in difficoltà, anche chi magari lo aveva trattato male. Lui andava oltre e dava una mano. Era riservato, non dava subito confidenza e fiducia ma poi una volta allacciata una relazione, Renato eri certo che non ti avrebbe più lasciato. Lui ti stava vicino, ti garantiva l'aiuto. Era una di quelle persone che ti restano dentro e non ti lasciano più”.
Amava ascoltare musica, in particolare il genere trap, e andare in palestra. Così come quella tragica sera, quando è stato investito. “Quando ho saputo quello che gli era accaduto è stato terribile” ha proseguito Daniele “era una parte di me, eravamo legatissimi. Sono riuscito ad andare a trovarlo solo qualche settimana fa, era troppo forte il dolore di saperlo in quelle condizioni. Nei prossimi giorni farò un tatuaggio in sua memoria così lo potrò portare sempre con me”.
La data del funerale sarà stabilita una volta ricevuto il nulla osta da parte del magistrato, a seguito dell'autopsia.
18 anni, residente in città con la famiglia di origini rumene, Renato quella sera di novembre stava facendo ritorno a piedi dalla palestra. Superato il semaforo, giunto di fronte al colorificio stava attraversando la SP54 quando era stato travolto da una Peugeot in transito in direzione Paderno.
Il 18enne era stato sbalzato sul cofano della macchina e sul parabrezza ed era poi stramazzato al suolo. Un impatto violentissimo che gli aveva provocato ferite da subito giudicate molto gravi. Per lui erano stati mobilitati i soccorsi con l'arrivo anche dell'elicottero. Dopo le manovre di stabilizzazione, Renato era stato trasferito d'urgenza all'ospedale Papa Giovanni di Bergamo dove la sua famiglia lo aveva raggiunto informata dell'accaduto.
Il 18enne, però, non si era mai più ripreso. Troppo gravi le ferite riportate. Dopo diverse settimane, era stato trasferito in una struttura riabilitativa, l'ultima quella di Capriate dove a seguito presumibilmente di complicazioni è deceduto nella giornata di mercoledì.
Una notizia che presto ha fatto il giro tra gli amici del giovane.
Tanti i messaggi di dolore per “Renny” che stanno circolando in rete e che per la famiglia, stretta nel silenzio di un dolore inconsolabile, rappresentano un po' di conforto.
“Tutti dovrebbe avere un Renny nella vita” ha ricordato Daniele, tra i suoi più cari amici “ci eravamo conosciuti attraverso un videogioco e da quel momento non ci siamo più lasciati. Era una persona dal cuore d'oro, aiutava chiunque fosse in difficoltà, anche chi magari lo aveva trattato male. Lui andava oltre e dava una mano. Era riservato, non dava subito confidenza e fiducia ma poi una volta allacciata una relazione, Renato eri certo che non ti avrebbe più lasciato. Lui ti stava vicino, ti garantiva l'aiuto. Era una di quelle persone che ti restano dentro e non ti lasciano più”.
Amava ascoltare musica, in particolare il genere trap, e andare in palestra. Così come quella tragica sera, quando è stato investito. “Quando ho saputo quello che gli era accaduto è stato terribile” ha proseguito Daniele “era una parte di me, eravamo legatissimi. Sono riuscito ad andare a trovarlo solo qualche settimana fa, era troppo forte il dolore di saperlo in quelle condizioni. Nei prossimi giorni farò un tatuaggio in sua memoria così lo potrò portare sempre con me”.
La data del funerale sarà stabilita una volta ricevuto il nulla osta da parte del magistrato, a seguito dell'autopsia.
S.V.