Paderno e Robbiate, i valori dei caduti per la pace e unità
A 106 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, le Amministrazioni di Robbiate e Paderno, insieme alle sezioni degli Alpini, alla Protezione Civile, alle Forze Armate, alle associazioni e ai cittadini, hanno ricordato il sacrificio dei ragazzi che hanno fatto la storia del Paese, in occasione della Festa dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Un lungo corteo è partito da piazza della Repubblica in direzione della sede degli Alpini di Robbiate, dove si è svolto il rito dell'Alzabandiera ed è stato posato un omaggio floreale alle penne nere passate avanti. La processione, guidata dal Corpo Musicale Robbiatese e Cernuschese, è giunta quindi al camposanto, dove è stato osservato un minuto di silenzio davanti alla cappella.
“È dall'esperienza della storia che nascono i valori irrinunciabili di una nazione. Il significato del ricordo della Grande Guerra non è quello delle celebrazioni di una vittoria o della sopraffazione del nemico, ma è quello di aver reso il nostro paese un paese libero, raggiungendo un'unità tanto difficile ma fortemente voluta” ha esordito nel suo discorso il sindaco Marco Magni, dopo aver deposto una corona d'alloro al Monumento dei Caduti.
“Come possiamo non ricordare la guerra che si scatena nell'animo di molte persone ogni giorno. Offuscati dall'invidia, del menefreghismo, dalla cecità dei nostri occhi e dalle nostre orecchie che non sanno più ascoltare i bisogni dei più deboli. La gelosia che attanaglia molti e si scatena nei confronti di una donna, di una moglie, di una ragazza, di un'amica. Come possiamo dare punti di riferimento ai nostri ragazzi e adolescenti, che molto spesso sono disorientati da questa società moderna?”.
Il primo cittadino ha dunque invitato a tramandare i valori di solidarietà, rispetto, sobrietà, concretezza e umiltà, che i caduti hanno lasciato affinché l'Italia possa continuare ad essere libera e solidale e a vivere nella pace e nella fierezza del cuore. “Non dobbiamo avere paura, dobbiamo continuare il cammino sul sentiero tracciato dai nostri padri, prendendoci per mano ogni giorno per camminare insieme con forza e coraggio sul sentiero della vita”. Magni ha chiuso il suo intervento con una frase del beato don Carlo Gnocchi: “Molti si preoccupano di stare bene, assai più che di vivere bene, per questo finiscono anche per stare molto male. Cerca di fare tanto bene nella vita e finirai anche tu per stare tanto bene”.
Dopo un ringraziamento a tutti i presenti e al lavoro quotidiano dei militari a favore della sicurezza e dell'ordine pubblico e a coloro impegnati nelle missioni internazionali di pace, la celebrazione è terminata con una messa presso la chiesa di Sant'Alessandro.
Un lungo corteo è partito da piazza della Repubblica in direzione della sede degli Alpini di Robbiate, dove si è svolto il rito dell'Alzabandiera ed è stato posato un omaggio floreale alle penne nere passate avanti. La processione, guidata dal Corpo Musicale Robbiatese e Cernuschese, è giunta quindi al camposanto, dove è stato osservato un minuto di silenzio davanti alla cappella.
“È dall'esperienza della storia che nascono i valori irrinunciabili di una nazione. Il significato del ricordo della Grande Guerra non è quello delle celebrazioni di una vittoria o della sopraffazione del nemico, ma è quello di aver reso il nostro paese un paese libero, raggiungendo un'unità tanto difficile ma fortemente voluta” ha esordito nel suo discorso il sindaco Marco Magni, dopo aver deposto una corona d'alloro al Monumento dei Caduti.
“Come possiamo non ricordare la guerra che si scatena nell'animo di molte persone ogni giorno. Offuscati dall'invidia, del menefreghismo, dalla cecità dei nostri occhi e dalle nostre orecchie che non sanno più ascoltare i bisogni dei più deboli. La gelosia che attanaglia molti e si scatena nei confronti di una donna, di una moglie, di una ragazza, di un'amica. Come possiamo dare punti di riferimento ai nostri ragazzi e adolescenti, che molto spesso sono disorientati da questa società moderna?”.
Il primo cittadino ha dunque invitato a tramandare i valori di solidarietà, rispetto, sobrietà, concretezza e umiltà, che i caduti hanno lasciato affinché l'Italia possa continuare ad essere libera e solidale e a vivere nella pace e nella fierezza del cuore. “Non dobbiamo avere paura, dobbiamo continuare il cammino sul sentiero tracciato dai nostri padri, prendendoci per mano ogni giorno per camminare insieme con forza e coraggio sul sentiero della vita”. Magni ha chiuso il suo intervento con una frase del beato don Carlo Gnocchi: “Molti si preoccupano di stare bene, assai più che di vivere bene, per questo finiscono anche per stare molto male. Cerca di fare tanto bene nella vita e finirai anche tu per stare tanto bene”.
Dopo un ringraziamento a tutti i presenti e al lavoro quotidiano dei militari a favore della sicurezza e dell'ordine pubblico e a coloro impegnati nelle missioni internazionali di pace, la celebrazione è terminata con una messa presso la chiesa di Sant'Alessandro.
I.Bi.