Mandic: per capire il Presidio più dei dati serve il “case mix”
La mozione presentata dalla maggioranza Viviamo Merate per "impegnare" il Sindaco sul tema ospedale di Merate è stata senz'altro apprezzabile. Un gesto mai visto in passato. Dal canto suo il Direttore generale dell'ASST ha risposto inviando le tabelle con il numero dei ricoveri reparto per reparto, delle prestazioni ambulatoriali e degli accessi al Pronto soccorso. Bene. Meglio del nulla dei cinque anni precedenti la gestione della maggioranza che fa capo al sindaco Mattia Salvioni. E però, c'è un ma . . non proprio trascurabile. I dati di ricovero sono conteggi numerici che non danno alcuna indicazione circa la complessità del paziente ricoverato. Nè, tanto meno, il livello di specializzazione del Reparto.
Per avere un'autentica fotografia dell'attività del presidio occorre conoscere il cosiddetto "case mix". Di cosa si tratta? Il "case mix" rappresenta la complessità della patologia trattata in ospedale. Le strutture sanitarie erogano prestazioni assistenziali di vario livello, intensità e durata in base alla tipologia del paziente ricoverato: la produzione di differenti tipi di casi, con diversi livelli di complessità, rappresenta la casistica globale dell'ospedale. Il "case mix" rappresenta giustappunto l'espressione di questa casistica. Un esempio senza alcun riferimento alla realtà: crescono i numeri di Chirurgia generale ma andando a analizzare la tipologia di intervento possiamo trovare che si tratta di patologie leggere il cui costo/rimborso regionale (DRG) è basso. Al contrario i numeri possono calare ma con interventi di alta specializzazione come l'Oncologia il cui costo/rimborso è molto alto. Quindi è necessario conoscere il "ricavo" delle prestazioni per avere un quadro effettivamente rispondente alla realtà.
In termini semplificati il “case mix” si può definire come la somma dei pesi relativi di tutti i DRG assegnati in un dato periodo, diviso per il corrispondente numero di dimessi.
E’ di fatto un indice della produttività di un Ospedale o di un suo reparto, ma anche del suo livello di specializzazione.
Un indice alto significa che le Unità Operative del Presidio vantano importanti aree di eccellenza, che garantiscono una forte capacità di attrazione e conseguentemente la difesa del loro bacino d'utenza e la cosiddetta mobilità attiva.
Per anni il Mandic, grazie all'alto indice di case-mix dei reparti strategici di un ospedale di primo livello come la Chirurgia, la Ginecologia, la Medicina, l'Ortopedia, la Cardiologia, la Pediatria e la Neurologia, ha registrato un vantaggio della mobilità attiva sulla passiva (utenti del Meratese e Casatese che scelgono altri Presidi per prestazioni primo livello) con un bacino d'utenza calcolato intorno ai 140 mila utenti. Bacino che ora si calcola intorno agli 80 mila potenziali utenti.
All'interno dei vari Dipartimenti aziendali il confronto dell'indice (o peso) tra questi reparti del Manzoni e del Mandic non evidenziava significativi scostamenti. In qualche caso erano addirittura le Unità Operative del Mandic a prevalere.
Ma adesso, a distanza di un decennio com’è la situazione?
I dati del " confronto numerico" 2023 - primo semestre 2024” presentati in una seduta del Consiglio Comunale di Merate, offrono lo spunto per qualche considerazione: il volume dei ricavi e quindi delle prestazioni conferma un trend non certamente positivo. Nulla fa sperare in un recupero del bacino d'utenza " storico". Qualche reparto può anche aumentare i ricavi, ma è importante capire se ciò è dovuto al rapporto con un numero maggiore di prestazioni con un indice basso di case-mix o se il reparto è in grado di reggere la concorrenza dei Presidi limitrofi, relativamente al suo bacino, attraverso indici di produttività che rispecchiano la media degli Ospedali di primo livello.
Altri Direttori Generali in passato hanno insistito molto sulle indicazioni che possono fornire i dati del case-mix.
Per questo chiediamo (anzi, abbiamo già richiesto) al dottor Marco Trivelli, numero uno dell’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale Lecchese se non ritiene utile presentare un confronto almeno circoscritto all’ospedale di Merate tra i dati del Mandic del periodo pre Covid e quelli attuali un po’ più circostanziati del semplice calcolo algebrico dei ricoveri.
Per avere un'autentica fotografia dell'attività del presidio occorre conoscere il cosiddetto "case mix". Di cosa si tratta? Il "case mix" rappresenta la complessità della patologia trattata in ospedale. Le strutture sanitarie erogano prestazioni assistenziali di vario livello, intensità e durata in base alla tipologia del paziente ricoverato: la produzione di differenti tipi di casi, con diversi livelli di complessità, rappresenta la casistica globale dell'ospedale. Il "case mix" rappresenta giustappunto l'espressione di questa casistica. Un esempio senza alcun riferimento alla realtà: crescono i numeri di Chirurgia generale ma andando a analizzare la tipologia di intervento possiamo trovare che si tratta di patologie leggere il cui costo/rimborso regionale (DRG) è basso. Al contrario i numeri possono calare ma con interventi di alta specializzazione come l'Oncologia il cui costo/rimborso è molto alto. Quindi è necessario conoscere il "ricavo" delle prestazioni per avere un quadro effettivamente rispondente alla realtà.
In termini semplificati il “case mix” si può definire come la somma dei pesi relativi di tutti i DRG assegnati in un dato periodo, diviso per il corrispondente numero di dimessi.
E’ di fatto un indice della produttività di un Ospedale o di un suo reparto, ma anche del suo livello di specializzazione.
Un indice alto significa che le Unità Operative del Presidio vantano importanti aree di eccellenza, che garantiscono una forte capacità di attrazione e conseguentemente la difesa del loro bacino d'utenza e la cosiddetta mobilità attiva.
Per anni il Mandic, grazie all'alto indice di case-mix dei reparti strategici di un ospedale di primo livello come la Chirurgia, la Ginecologia, la Medicina, l'Ortopedia, la Cardiologia, la Pediatria e la Neurologia, ha registrato un vantaggio della mobilità attiva sulla passiva (utenti del Meratese e Casatese che scelgono altri Presidi per prestazioni primo livello) con un bacino d'utenza calcolato intorno ai 140 mila utenti. Bacino che ora si calcola intorno agli 80 mila potenziali utenti.
All'interno dei vari Dipartimenti aziendali il confronto dell'indice (o peso) tra questi reparti del Manzoni e del Mandic non evidenziava significativi scostamenti. In qualche caso erano addirittura le Unità Operative del Mandic a prevalere.
Ma adesso, a distanza di un decennio com’è la situazione?
I dati del " confronto numerico" 2023 - primo semestre 2024” presentati in una seduta del Consiglio Comunale di Merate, offrono lo spunto per qualche considerazione: il volume dei ricavi e quindi delle prestazioni conferma un trend non certamente positivo. Nulla fa sperare in un recupero del bacino d'utenza " storico". Qualche reparto può anche aumentare i ricavi, ma è importante capire se ciò è dovuto al rapporto con un numero maggiore di prestazioni con un indice basso di case-mix o se il reparto è in grado di reggere la concorrenza dei Presidi limitrofi, relativamente al suo bacino, attraverso indici di produttività che rispecchiano la media degli Ospedali di primo livello.
Altri Direttori Generali in passato hanno insistito molto sulle indicazioni che possono fornire i dati del case-mix.
Per questo chiediamo (anzi, abbiamo già richiesto) al dottor Marco Trivelli, numero uno dell’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale Lecchese se non ritiene utile presentare un confronto almeno circoscritto all’ospedale di Merate tra i dati del Mandic del periodo pre Covid e quelli attuali un po’ più circostanziati del semplice calcolo algebrico dei ricoveri.
Claudio Brambilla