Sanità: serve una rete capace di prendersi cura del malato

Concordo con l'articolo di De Salvo e ritengo importante la sinergia territoriale tra Sindaci e Media nella direzione della garanzia di qualita' del Mandic. Aggiungo una considerazione strategica. Differenti comunita' lombarde sono impegnate nella difesa di ospedali sotto I 400 posti che subiscono processi di progressivo depauperamento simili a quello del Mandic. I più recenti sono Saronno e Vaprio dove agli investimenti strutturali ( es nuovi blocchi operatori) sono seguite chiusure di Psichiatrie e difficolta' sui punti nascita ( vi ricorda qualcosa?). Dunque la programmazione sanitaria regionale sta indirizzando verso i grandi Hub provinciali o milanesi a discapito della rete territoriale di strutture di 1° livello la cui necessita' di potenziamento si era resa palese durante la pandemia Covid. Ma come potranno reggere 12-15 grandi ospedali alla domanda di 9 milioni di lombardi sia per le acuzie gravi che per i quotidiani bisogni di accertamenti della maggioranza dei pazienti cronici e anziani? Domande da porre all'Ass.re Bertolaso nella sua prossima visita a Merate. Occorre vigilare sui processi di trasformazione in corso, trattenendo i professionisti di qualita' del Mandic e analizzando i bisogni sanitari del territorio. I tempi di attesa non sono piu' argomento di risoluzione ma rasentano una sorta di rassegnazione che non puo' essere risolta solo per chi oggi riesce ancora a pagare di tasca propria la prestazione nel privato. Prestazione, non presa in cura. E' un mercato di 4,5 miliardi all'anno in Italia. E 4 milioni di cittadini hanno rinunciato ai percorsi di diagnosi e cura. Occorre una solida riforma del sistema che riporti al centro il diritto alla salute del paziente, con una rete capace di prendersi cura, non un prestazionificio.
Franco Tortorella
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