Robbiate: accusato di furto in Parrocchia viene assolto 'Non ha commesso il fatto'
Sono bastati due testimoni per chiudere il procedimento penale intentato nei confronti di un soggetto mandato a giudizio quale presunto responsabile del furto avvenuto il 9 settembre 2020 all'interno della chiesa parrocchiale di Robbiate. In quell'occasione, qualche mese prima dunque dello scoppio della pandemia, venne asportata la copertura in rame del fonte battesimale. Un prezioso "arredo" descritto dal vicario don Paolo Bizzarri come particolarmente pesante e per questo difficilmente spostabile da una sola persona.
A detta del sacerdote poi il coperchio era ancora al suo posto alle 15 del pomeriggio, al momento del suo ultimo ingresso in chiesa prima della segnalazione del furto risalente alle 17.30. Una sequenza di dettagli che hanno invalidato il castello accusatorio basato sui filmati estratti dal sistema di videosorveglianza comunale. In particolare, all'imputato si era arrivati, come raccontato dal comandante della stazione Carabinieri Edonio Pecoraro, grazie a un fotogramma che ritrae un uomo uscire di chiesa e salire su una Kia Picanto, poi risultata in uso all'imputato. Peccato che l'orario indicato sia le 11.53 e non si veda "la refurtiva".
Ritenuto non necessario sentire altri testi, si è andati dunque a discussione, con la doppia richiesta di assoluzione da parte di Procura e difesa, rappresentante rispettivamente dal vpo Pietro Basso e dall'avvocato Sonia Bova. E assoluzione è stata, decretata dopo veloce camera di consiglio dal giudice Paolo Salvatore. Per non aver commesso il fatto.
A detta del sacerdote poi il coperchio era ancora al suo posto alle 15 del pomeriggio, al momento del suo ultimo ingresso in chiesa prima della segnalazione del furto risalente alle 17.30. Una sequenza di dettagli che hanno invalidato il castello accusatorio basato sui filmati estratti dal sistema di videosorveglianza comunale. In particolare, all'imputato si era arrivati, come raccontato dal comandante della stazione Carabinieri Edonio Pecoraro, grazie a un fotogramma che ritrae un uomo uscire di chiesa e salire su una Kia Picanto, poi risultata in uso all'imputato. Peccato che l'orario indicato sia le 11.53 e non si veda "la refurtiva".
Ritenuto non necessario sentire altri testi, si è andati dunque a discussione, con la doppia richiesta di assoluzione da parte di Procura e difesa, rappresentante rispettivamente dal vpo Pietro Basso e dall'avvocato Sonia Bova. E assoluzione è stata, decretata dopo veloce camera di consiglio dal giudice Paolo Salvatore. Per non aver commesso il fatto.