Olgiate: progettato uno stagno tra via Pianezzo e via Robinie Problemi ambientali per la Greenway, ciclovia sul sedime FS

Un nuovo stagno a Olgiate Molgora, all’interno del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone. Se ne parla da qualche anno e i lavori per realizzare il bacino cominceranno tra un anno, a fine settembre del 2025. Deve prima essere impostata tutta la procedura burocratica e deve essere prodotta la progettazione di fattibilità e poi quella definitiva. La creazione della zona umida costerà 51.340 euro con un contributo di Regione Lombardia ad intera copertura dell’intervento. La ricezione della somma è praticamente scontata. Verrà infatti sfruttato un finanziamento già assegnato al Parco. La Regione potrebbe ostacolare la destinazione del contributo soltanto se evidenziasse che lo specifico progetto non sia in linea con gli indirizzi di recupero del patrimonio naturale.
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L’area individuata si trova ad angolo tra via Pianezzo e via Robinie, una zona alluvionale che presenta delle criticità idrauliche, come dimostrato di recente con l’ultimo forte temporale. In caso di intense precipitazioni si accumula in quell’angolo l’acqua della vicina collinetta, ingolfando i campi e la strada.

La zona fa parte di un più ampio terreno di 4.950 mq acquistato a inizio 2023 dall’Ente Parco per circa 50 mila euro, anche in questo caso con fondi regionali [clicca QUI]. L’acquisizione è funzionale alla creazione di un parcheggio da 150-200 posti auto, in modo tale che i turisti potranno accedere alle porte del Parco a piedi. L’obiettivo finale del Comune di Olgiate Molgora è di istituire una Zona a Traffico Limitato a Pianezzo. L’intervento sullo stagno eviterà che l’area di sosta sia spesso allagata.

Saranno dunque innanzitutto scavati dei fossi per il drenaggio dell’acqua piovana, che avranno un primo punto di raccolta in una conca posta a Nord. Lo stagno vero e proprio, collegato con la vasca più piccola, sarà invece a Sud. Un invaso da 330 mq che sarà impermeabilizzato nella porzione più profonda di 130 mq con geocomposito bentonitico, per permettere la presenza delle acque più a lungo, anche nei periodi siccitosi. Lo strato impermeabilizzato sarà rivestito da un cuscinetto di terreno argilloso. I due bacini artificiali non avranno profondità superiore agli 80 centimetri e comunque le sponde saranno contenute da un sistema di palizzate. A protezione dei fruitori ci sarà una staccionata di castagno o larice. Tutto intorno saranno seminati a prato 400 mq e saranno piantati 40 tra alberi e arbusti. I lavori dureranno un anno, termineranno cioè nel settembre del 2026.
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Quanto al parcheggio strategico le tempistiche sono ben più incerte. I ragionamenti sono fermi da parecchio. La progettazione potrebbe essere effettuata dagli uffici del Parco, anche perché l’area dovrà rispondere a dei criteri paesaggistici adeguati al contesto. Non sarà una colata di cemento, bensì un punto di sosta con elementi di pregio ben inseriti nell’ambiente naturalistico. Ancora devono essere fissati gli accordi tra il Comune di Olgiate e l’Ente Parco sullo sviluppo progettuale, sulle fonti di finanziamento e sul cronoprogramma. L’amministrazione comunale dovrà anche fare una Variante puntuale al PGT per modificare la destinazione d’uso da agricolo ad area a standard. Incartamenti che fino ad ora l’Ufficio tecnico comunale non ha potuto portare avanti perché oberato e in sottorganico (il cantiere della scuola media con annessi e connessi ha rallentato l’attività ordinaria, già pressata dalle richieste autorizzative private per gli interventi edilizi legati al Bonus 110%). Quanto alle somme a disposizione, margini liberi da parte del Parco non ce ne sarebbero. E va ricordato che Cascina Butto ha fatto risparmiare i costi dell’acquisto dell’area, della regimentazione delle acque, della creazione dello stagno e, probabilmente, della progettazione. Dunque la realizzazione del parcheggio sarebbe interamente a carico del Comune, che in questa fase non si può permettere di aggiungere investimenti nel bilancio avendo ricevuto dallo Stato solo una piccola quota dei 2,7 milioni anticipati per la scuola media.

A completare il quadro di quel comparto, non si può non parlare della Greenway, la pista ciclabile che correrà sul sedime ferroviario dismesso. L’iter dell’intera procedura è stato fino ad ora sorretto dal Comune capofila di Olgiate Molgora. La complessità della partita (viste le ingenti risorse in campo, la qualità e l’estensione dell’intervento e il numero di soggetti coinvolti) ha fatto ritardare la concretizzazione del progetto. A breve sarà convocata una riunione tra i diversi attori dalla Regione, che erogherà 1,9 milioni di euro tramite la Fondazione Cariplo.

A metà agosto RFI, proprietaria della maggior parte dei terreni su cui sorgerà il tracciato ciclabile, ha comunicato i frazionamenti catastali con i relativi costi di acquisto delle aree suddivisi per singolo Comune. Rispetto ai quasi 300 mila euro complessivi ipotizzati inizialmente, RFI ha ridimensionato notevolmente le pretese, arrivando circa a un terzo. Inoltre un paio di settimane fa sempre RFI ha fatto sapere che il Governo avrebbe intenzione di investire sui progetti legati alle ciclovie lungo i sedimi ferroviari. Olgiate Molgora come capofila ha quindi recapitato tutta la documentazione in possesso ma è del tutto ignoto quali siano le reali intenzioni dello Stato centrale e con quali ritmi.
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Alle buone notizie sulla Greenway si aggiungono però quelle negative. Una porzione del tracciato ricadrebbe su zone critiche da un punto di vista idrogeologico. Il che farebbe aumentare i costi (l’opera ad oggi supera i 3 milioni di euro). In particolare il tratto di Brivio sarebbe il più infelice. Dalle prime indagini sarebbero emersi problemi strutturali della galleria di 200-300 metri. Inoltre il PGT di Brivio classifica come zona di dissesto inedificabile praticamente l’intero blocco sul suo suolo. Gli interventi di messa in sicurezza farebbero schizzare in alto le voci di costo, per un’opera che, per la sua collocazione, marginalmente interesserebbe i briviesi. È ipotizzabile che nelle prossime settimane si assisterà perciò alla rinuncia del Comune guidato da Federico Airoldi.

A ciò si aggiunge che la nuova Giunta di Merate, con in testa Mattia Salvioni, ha già chiesto a Olgiate di ridefinire il percorso sul proprio territorio per evitare il passaggio dal centro abitato della frazione di Pagnano e valorizzare la valle del torrente Molgora. Il progetto di fattibilità predisposto dallo Studio Marchisio di Aosta è già pronto da maggio, ma la Giunta di Olgiate ha atteso prima di approvarlo, per via delle ultime informazioni che dovevano arrivare da RFI e per rispetto nei confronti dei due Comuni che stavano andando al voto (Airuno e Merate). Dal confronto che ci sarà a breve tra gli Enti si capirà se le modifiche dovranno già essere messe nero su bianco nella fase preliminare o se si potrà attendere la fase definitiva, per non accumulare ulteriori ritardi. Regione Lombardia difficilmente ora aumenterebbe la propria quota di contributo. Con gli aumenti inflattivi dei prezzi, probabilmente se Brivio si facesse indietro si arriverebbe a un pareggio rispetto alla somma complessiva inizialmente stimata. Qualora però in futuro Brivio volesse tornare tra i protagonisti del progetto si potranno richiedere nuovi finanziamenti alla Regione o ad Enti superiori.
M.P.
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