Pagnano: Sara Bonfanti in cima al Monte Bianco dopo il Sentiero Italia CAI del 2022

A ripagare della fatica di quegli ultimi interminabili 400 metri, c'è stata l'alba in tutta la sua bellezza e magnificenza. Un sole abbagliante ma delicato e penetrante al tempo stesso, da togliere il fiato e far dimenticare gli sforzi profusi fino a qualche istante prima.
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Per Sara Bonfanti e Matteo Beretta la vetta del Monte Bianco, cima più alta d'Europa con i suoi 4810 metri, è stata un momento indimenticabile. E ancora più per la 42enne di Pagnano che solo due anni fa si era imposta percorrendo il sentiero del CAI, 8mila chilometri in solitaria, tenda sulle spalle e scarpe da trekking ai piedi, in sette mesi.
Imprese che segnano non solo il fisico per la fatica ma lasciano un'impronta profonda e carica di emozioni nel cuore e nell'anima.
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La via di salita

“Abbiamo percorso la via Normale italiana in due giorni” ha raccontato “dalla base si sale e si arriva al rifugio Gonella a poco più di tremila metri. A mezzanotte poi si fa colazione e da quel momento si parte per la vetta del Bianco. Si attraversa il ghiacciaio del Dôme e si raggiunge la capanna Vallot. Qui parte l'ultimo tratto: 400 metri bellissimi ma che sembrano non finire mai. Alle 5.30 io e il mio compagno Matteo, che è anche il mio istruttore di alpinismo, siamo arrivati in vetta e lì ci ha accolto l'alba. Vederla dal balcone più alto d'Europa è davvero qualcosa di appagante, non si può spiegare a parole. Ti resta dentro”.
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La via attrezzata per arrivare al rifugio Gonnella

Nel 2022 i chilometri che aveva percorso erano stati 8mila ma più in orizzontale, anche se non del tutto. A parte qualche tratto collinare o comunque montano ma senza mai superare altitudini importanti, Sara per il suo 40esimo compleanno si era regalata il Sentiero Italia CAI:

Il 17 maggio era partita da Muggia, città in provincia di Trieste, e il 17 dicembre era arrivata in Sardegna, terminando la sua impresa a Santa Teresa di Gallura.
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La discesa

“Sono due modi diversi di vivere una esperienza di cammino” ha raccontato, ancora traboccante di gioia per l'esperienza vissuta questa estate, corta a livello di tempo ma di certo elevata per difficoltà, rischio e fatica “il sentiero Italia è bellissimo perchè praticamente ho visto tutto lo stivale nella sua diversità e bellezza. È stato faticoso, l'ho vissuto in solitaria in un'unica soluzione ma diluito in un periodo lungo. Sul Monte Bianco la fatica è stata altrettanto importante ma ristretta in un periodo più breve. Fare una ascensione, infatti, è altrettanto difficile perchè lo sforzo si concentra tutto in pochi giorni e così il successo o l'insuccesso. Ma è altrettanto appagante: quando si arriva in cima l'alba ti si staglia davanti in tutta la sua bellezza e ti lascia senza parole”.
La terza impresa di Sara la porterà a raccontare questi suoi traguardi, passando attraverso la sua professione di ballerina e insegnante di danza, fitness musicale e pilates.
“Dal viaggio sul sentiero Italia ho creato uno spettacolo di teatro-danza e ha luglio ho fatto il primo evento. Ora vorrei portarlo in giro per l'Italia, ripercorrendo un po' le tappe ma in modo decisamente diverso”.
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Sara e Alberto Munarin interpreti e registi dello spettacolo "Sul Sentiero" patrocinato dal CAI. Entrambi lavorano per una compagnia storica veronese "Ersilia Danza"

Un'impresa diversa ma che la giovane donna non mancherà di portare a termine con successo, anche questa volta.
S.V.
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