Pagnano: il centro medico di R. Casiraghi in Madagascar è pronto a partire da ottobre
È passato più di un anno da quando, nel giugno del 2023, avevamo incontrato il pagnanese Roberto Casiraghi in piazza Prinetti a Merate. Giunto in Italia per pochi giorni dal Madagascar – dove risiede da più di 20 anni – in quell’occasione ci aveva raccontato di persona come stesse procedendo la realizzazione del centro medico in un villaggio bisognoso nei pressi di Belobaka, a una ventina di chilometri dalla città di Mahajanga, un’opera che Roberto ha fortemente voluto e ha potuto avviare anche grazie al supporto economico di tanti generosi italiani e meratesi che hanno creduto in lui e nel suo progetto finalizzato a offrire cure mediche gratuite alle persone bisognose e anche un luogo sicuro per le donne che devono partorire.
Tutto era nato da un appello lanciato attraverso il bollettino mensile della parrocchia di Pagnano nel marzo del 2022. Roberto aveva spiegato le sue intenzioni e chiedeva, a chi avrebbe voluto, un piccolo aiuto a livello economico. La risposta, era stata buona e già a settembre aveva potuto avviare il cantiere dopo aver smaltito pratiche burocratiche ed essere riuscito a chiudere l’acquisto di un terreno di quasi 2.000 mtq grazie alla donazione di una signora dall’Italia.
Il terreno si estende nel verde ed è raggiungibile solo con fuoristrada. Roberto insieme a una squadra di uomini in due anni ha realizzato l’edificio centrale che ospiterà il centro medico, e persino un pozzo, che fin da subito è stato apprezzato anche da molti abitanti delle aree vicine. Adesso, a distanza appunto di poco più di un anno, il centro è praticamente pronto per essere aperto. A gennaio era iniziata la costruzione di una casa supporto per i medici, erano terminate le finiture nell’edificio centrale ed erano iniziati i lavori per costruire una casa per il custode del centro.
Lo scorso maggio sono arrivate le porte e le finestre, mentre a luglio è finita la costruzione della recinzione esterna, sono stati posati i cancelli e – soprattutto – sono arrivati i letti e i materassi per i pazienti.
Nel corso dell’anno Roberto ha anche incontrato i tecnici comunali. È stato attestato che la metratura del terreno del centro è pari a 1.922 metri quadri e che la popolazione dividerà i restanti 28.078 metri tra 25 proprietari e che verranno ridisegnate le strade di accesso che, pur non gravando sulla proprietà del Centro, si può dire verrano realizzate anche in funzione dell’opera pensata da Roberto.
Naturalmente i lavori non sono sempre stati facili da realizzare. Settimanalmente attraverso il gruppo What’s App in cui Roberto ha inserito tutti i sostenitori del progetto, lui stesso ha raccontato lo stato d’avanzamento, raccontando anche delle pause dovute ai periodi di forte pioggia piuttosto che delle intrusioni da parte di ladri, che hanno portato all’organizzazione di ronde notturne. Casiraghi ha fornito ai volontari gilet con bande fluorescenti e fischietti per segnalare pericoli di notte e richiamare l’attenzione del vicinato.
Nonostante questi piccoli intoppi, l’opera è di fatto conclusa. A giugno al centro – benché non fosse ancora attivo – si era già presentato peraltro il primo paziente. Un uomo con un piede gonfio e un abrasione infetta. “Le persone presenti in quel momento al centro hanno provveduto a dare una prima forma di aiuto con il bendaggio e hanno aiutato la persona che altrimenti avrebbe dovuto girare per chilometri per curarsi e spendere circa un terzo di uno stipendio medio mensile” ha spiegato Roberto.
Il piano per l’apertura vera e propria è già ben definito. “Entro la metà di ottobre intendiamo essere operativi col centro medico e pronti anche con la gestione del personale e della struttura, stimato in 10 unità, di cui 2 persone alla direzione, una responsabile dell'operatività del Centro e una responsabile del lato amministrativo e contabile” ha detto Roberto, spiegando che quest’ultima figura all'inizio sarà ricoperta da lui senza remunerazione. “In seguito troverò la persona adatta che sarà remunerata e io resterò sempre supervisore di tutto. Le altre figure saranno un medico, due infermiere/i, due ostetriche, un addetto/a alle pulizie, un addetto alla sicurezza, un custode. Inoltre ci sarà la gestione dei farmaci e delle degenze di chi non se lo potrà permettere”.
Per poter affrontare questi costi, Roberto ha lanciato una proposta a chi sta già sostenendo il suo progetto ma anche a chi è interessato a farlo. “Cerchiamo un certo numero di persone disposte a dare un contributo mensile per sostenere queste spese per almeno due anni”. Qualcuno, benché il centro non sia ancora operativo, ha già iniziato a dare il suo contributo. “50 persone disposte a donare 20 euro a testa al mese ci darebbero la sicurezza di poter sostenere le spese del personale. Anche se fosse meno, tutto può aiutare. Il versamento o bonifico sarebbe su un conto in Italia per ridurre le spese e potrebbe essere mensile, trimestrale o come uno pensa meglio per sé” ha spiegato il meratese.
Chi è interessato a sostenere l’opera di Roberto Casiraghi in Madagascar può scrivere a redazione@merateonline.it ed essere messo in contatto con lui.
Tutto era nato da un appello lanciato attraverso il bollettino mensile della parrocchia di Pagnano nel marzo del 2022. Roberto aveva spiegato le sue intenzioni e chiedeva, a chi avrebbe voluto, un piccolo aiuto a livello economico. La risposta, era stata buona e già a settembre aveva potuto avviare il cantiere dopo aver smaltito pratiche burocratiche ed essere riuscito a chiudere l’acquisto di un terreno di quasi 2.000 mtq grazie alla donazione di una signora dall’Italia.
Il terreno si estende nel verde ed è raggiungibile solo con fuoristrada. Roberto insieme a una squadra di uomini in due anni ha realizzato l’edificio centrale che ospiterà il centro medico, e persino un pozzo, che fin da subito è stato apprezzato anche da molti abitanti delle aree vicine. Adesso, a distanza appunto di poco più di un anno, il centro è praticamente pronto per essere aperto. A gennaio era iniziata la costruzione di una casa supporto per i medici, erano terminate le finiture nell’edificio centrale ed erano iniziati i lavori per costruire una casa per il custode del centro.
Lo scorso maggio sono arrivate le porte e le finestre, mentre a luglio è finita la costruzione della recinzione esterna, sono stati posati i cancelli e – soprattutto – sono arrivati i letti e i materassi per i pazienti.
Nel corso dell’anno Roberto ha anche incontrato i tecnici comunali. È stato attestato che la metratura del terreno del centro è pari a 1.922 metri quadri e che la popolazione dividerà i restanti 28.078 metri tra 25 proprietari e che verranno ridisegnate le strade di accesso che, pur non gravando sulla proprietà del Centro, si può dire verrano realizzate anche in funzione dell’opera pensata da Roberto.
Naturalmente i lavori non sono sempre stati facili da realizzare. Settimanalmente attraverso il gruppo What’s App in cui Roberto ha inserito tutti i sostenitori del progetto, lui stesso ha raccontato lo stato d’avanzamento, raccontando anche delle pause dovute ai periodi di forte pioggia piuttosto che delle intrusioni da parte di ladri, che hanno portato all’organizzazione di ronde notturne. Casiraghi ha fornito ai volontari gilet con bande fluorescenti e fischietti per segnalare pericoli di notte e richiamare l’attenzione del vicinato.
Nonostante questi piccoli intoppi, l’opera è di fatto conclusa. A giugno al centro – benché non fosse ancora attivo – si era già presentato peraltro il primo paziente. Un uomo con un piede gonfio e un abrasione infetta. “Le persone presenti in quel momento al centro hanno provveduto a dare una prima forma di aiuto con il bendaggio e hanno aiutato la persona che altrimenti avrebbe dovuto girare per chilometri per curarsi e spendere circa un terzo di uno stipendio medio mensile” ha spiegato Roberto.
Il piano per l’apertura vera e propria è già ben definito. “Entro la metà di ottobre intendiamo essere operativi col centro medico e pronti anche con la gestione del personale e della struttura, stimato in 10 unità, di cui 2 persone alla direzione, una responsabile dell'operatività del Centro e una responsabile del lato amministrativo e contabile” ha detto Roberto, spiegando che quest’ultima figura all'inizio sarà ricoperta da lui senza remunerazione. “In seguito troverò la persona adatta che sarà remunerata e io resterò sempre supervisore di tutto. Le altre figure saranno un medico, due infermiere/i, due ostetriche, un addetto/a alle pulizie, un addetto alla sicurezza, un custode. Inoltre ci sarà la gestione dei farmaci e delle degenze di chi non se lo potrà permettere”.
Per poter affrontare questi costi, Roberto ha lanciato una proposta a chi sta già sostenendo il suo progetto ma anche a chi è interessato a farlo. “Cerchiamo un certo numero di persone disposte a dare un contributo mensile per sostenere queste spese per almeno due anni”. Qualcuno, benché il centro non sia ancora operativo, ha già iniziato a dare il suo contributo. “50 persone disposte a donare 20 euro a testa al mese ci darebbero la sicurezza di poter sostenere le spese del personale. Anche se fosse meno, tutto può aiutare. Il versamento o bonifico sarebbe su un conto in Italia per ridurre le spese e potrebbe essere mensile, trimestrale o come uno pensa meglio per sé” ha spiegato il meratese.
Chi è interessato a sostenere l’opera di Roberto Casiraghi in Madagascar può scrivere a redazione@merateonline.it ed essere messo in contatto con lui.
E.Ma.