Merate: in aula Retesaslute con utile di 172mila euro e l'assistenza educativa scolastica
Conti in ordine per Retesalute, ma c’è preoccupazione per l’inizio dell’anno scolastico con il servizio di Assistenza Educativa Scolastica. In Consiglio comunale a Merate nella seduta di fine luglio è stato approvato il rendiconto del 2023 dell’azienda speciale meratese, che già aveva raccolto l’unanimità dell’assemblea dei soci. A presentare i numeri e l’attività di Retesalute è stato il suo direttore generale Luca Rigamonti, che ha parlato di un bilancio complessivo di oltre 15 milioni di euro. Il 2023 si è chiuso con un utile, al netto delle imposte, di 171.994 euro. Nel 2022 era di 51.182 euro. In fase di budget 2023 si era previsto prudenzialmente un utile di 22 mila euro. Si è arrivati ai quasi 172 mila euro anche perché è stato eliminato il fondo da 94 mila euro creato in passato per una causa legale che è stata risolta nel marzo del 2023 con una sentenza del Consiglio di Stato a favore di Retesalute sull’aumento delle rette del Centro Diurno Disabili.
I ricavi nel conto economico dell’azienda sono stati di 10 milioni di euro e sono molto condizionati dai servizi resi dall’azienda. Uno di questi è l’AES. “Abbiamo avuto molte difficoltà l’anno scorso per garantire la copertura del servizio, ahimè ancora dovremo soffrire quest’anno. Poi a regime, essendo previsto un affidamento pluriennale di cinque anni dovremmo superare questa situazione” ha dichiarato il direttore Rigamonti, ammettendo che l’offerta del servizio sarà farraginosa alla ripresa delle scuole a settembre. Del resto avevamo già segnalato questo rischio quando è stato aperto, soltanto l’11 luglio, il bando per trovare gli operatori economici in grado di mettere in campo e gestire una batteria di educatori sul territorio.
Rigamonti ha precisato che la crescita dei ricavi è indice del fatto che Retesalute è riuscita a fronteggiare le richieste di AES, nonostante le difficoltà del cambio di appalto nel corso dell’anno. A giugno c’è stato un tasso di copertura del servizio al 92%. “Dietro al restante 8% ci sono delle persone, delle famiglie e dei ragazzi che hanno bisogno di assistenza educativa scolastica. Il nostro obiettivo è di soddisfare tutti” ha detto il direttore, ricordando che nel frattempo sono state fatte delle assunzioni dirette. Al momento Retesalute ha nel proprio organico 11 educatori. “Speriamo quest’anno, superata la prima fase, di non arrivare al maggio 2025 a coprire il 92% dell’Educativa Scolastica, ma molto prima”.
Il primo a drizzare le antenne a queste parole è stato l’ex sindaco nonché presidente dell’assemblea dei soci di Retesalute, Massimo Panzeri: “Mi preoccupano le dichiarazioni del direttore sull’Assistenza Educativa Scolastica per l’inizio delle lezioni. Ci auguriamo che non si ripetano dei problemi né quest’anno né in quelli futuri dato l’appalto pluriennale”.
Si è detta “spaesata” sui probabili disagi nell’offrire l’assistenza scolastica la consigliera di Noi Merate Franca Maggioni, ex assessore al Sociale. “Spero che sia stato detto solo per un po’ di paura e di scrupolo, ma che poi si possa superare e arrivare, non dico dal 1° giorno di scuola, ma dai giorni immediatamente a venire a coprire questa esigenza nell’interesse dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, delle loro famiglie, senza un continuo cambio degli educatori”.
Il problema è che le offerte delle cooperative o consorzi possono essere accettate nella procedura di gara fino al 12 agosto. Poi la commissione giudicatrice dovrà prendersi il suo tempo per valutare, per poi aggiudicare l’appalto. Dopodiché, in caso di cambio di operatore, andranno effettuati nuovamente i colloqui con gli educatori, che dovranno poi essere contrattualizzati. Un iter che difficilmente potrà essere concluso per l’inizio di settembre.
Menzionata di sfuggita la questione del credito nei confronti di alcuni Comuni soci risultante dal riconoscimento della copertura della soccombenza legale per lite temeraria verso ex dipendenti per la vicenda della passata gestione contabile dell’azienda speciale. “Ancora oggi abbiamo da riscuotere alcune voci. Dei 93 mila euro ne abbiamo incassato 56.338” ha dichiarato Rigamonti.
Nessun accenno invece al mancato parziale ripiano delle perdite da parte di Merate per 86 mila euro e Olgiate Molgora per 35 mila euro. L’ex sindaco di Merate per questo è più volte andato in rotta di collisione con alcuni membri del CdA di Retesalute e alcuni colleghi, in primis Filippo Galbiati di Casatenovo e Stefano Motta di Calco. La cifra attribuita a Merate non è stata ancora versata in quanto per Massimo Panzeri e l’ex segretaria comunale Vignola nel criterio di ripartizione andava seguita la proporzione per quote di partecipazione. La scelta politica di non far pesare invece sui Comuni dell’Oggionese le perdite accumulate nelle annualità in cui non facevano parte di Retesalute non era stata formalmente deliberata in Assemblea dei soci, sebbene i sindaci proprio in quella sede avessero convenuto di muoversi in tal senso. Ora che il sindaco è cambiato insieme alla segretaria comunale potrebbe essere arrivato il momento per risolvere l’annosa questione.
Rigamonti ha sostenuto che Retesalute per poter funzionare con tutti i suoi servizi generali ha bisogno all’anno di circa 985 mila euro. Di questi 629 mila vengono dal contributo di funzionamento, 98 mila dall’Ambito per i servizi e il personale forniti. “La differenza di circa 300 mila euro viene ottenuta dai margini di contribuzione sui vari servizi. Quindi si potrebbe o aumentare il contributo di funzionamento per avere tariffe più basse oppure mantenerlo così com’è” il direttore ha esposto così al Consiglio comunale il dubbio amletico.
Per le assunzioni l’azienda ha intenzione di creare 5 posizioni organizzative, tra cui quelle per la domiciliarità e la disabilità. “Questo ci permetterà nei prossimi anni di fare dei ragionamenti per vedere se possono essere internalizzati alcuni servizi, come il CDD o il SAD, non solo per un risparmio economico ma anche per un miglioramento della qualità dei servizi” ha detto Rigamonti, che per la domiciliarità ha ammesso il calo delle richieste, un servizio che probabilmente andrebbe svecchiato.
Al di là delle preoccupazioni sull’Assistenza Educativa Scolastica, i gruppi consiliari hanno espresso fiducia nei confronti di Retesalute. Il capogruppo di maggioranza Ernesto Sellitto ha puntato sul concetto di territorialità, punto di forza dell’azienda speciale meratese radicata sul territorio.
Dario Perego di Noi Merate ha stimolato a controllare l’evoluzione dei bisogni anche per i mutamenti demografici, che vedono un Paese che invecchia e con un maggior tasso di stranieri. Perego vedrebbe di buon occhio una crescita territoriale di Retesalute nell’erogazione dei servizi, mentre ultimamente il fenomeno è andato in senso opposto con il dietrofront dell’Oggionese e la fuoriuscita di La Valletta Brianza.
Per Più Prospettiva, Massimo Panzeri ha rivendicato la scelta fatta nella sua consigliatura di mettere a disposizione la palazzina di via Garibaldi e di due appartamenti per dei progetti abitativi sul “Dopo di noi”, quando l’amministrazione comunale avrebbe potuto procedere con l’alienazione degli immobili. Ha ricordato anche l’adeguamento della sede nell’auspicio che possa simboleggiare un miglioramento in generale della qualità dell’azienda.
Per la vice sindaca, nonché assessore al Sociale, Valeria Marinari, Retesalute è un’azienda vivace, con tante progettualità, e la coscienza delle proprie possibilità di miglioramento. Il rendiconto 2023 di Retesalute è stato approvato all’unanimità.
I ricavi nel conto economico dell’azienda sono stati di 10 milioni di euro e sono molto condizionati dai servizi resi dall’azienda. Uno di questi è l’AES. “Abbiamo avuto molte difficoltà l’anno scorso per garantire la copertura del servizio, ahimè ancora dovremo soffrire quest’anno. Poi a regime, essendo previsto un affidamento pluriennale di cinque anni dovremmo superare questa situazione” ha dichiarato il direttore Rigamonti, ammettendo che l’offerta del servizio sarà farraginosa alla ripresa delle scuole a settembre. Del resto avevamo già segnalato questo rischio quando è stato aperto, soltanto l’11 luglio, il bando per trovare gli operatori economici in grado di mettere in campo e gestire una batteria di educatori sul territorio.
Rigamonti ha precisato che la crescita dei ricavi è indice del fatto che Retesalute è riuscita a fronteggiare le richieste di AES, nonostante le difficoltà del cambio di appalto nel corso dell’anno. A giugno c’è stato un tasso di copertura del servizio al 92%. “Dietro al restante 8% ci sono delle persone, delle famiglie e dei ragazzi che hanno bisogno di assistenza educativa scolastica. Il nostro obiettivo è di soddisfare tutti” ha detto il direttore, ricordando che nel frattempo sono state fatte delle assunzioni dirette. Al momento Retesalute ha nel proprio organico 11 educatori. “Speriamo quest’anno, superata la prima fase, di non arrivare al maggio 2025 a coprire il 92% dell’Educativa Scolastica, ma molto prima”.
Il primo a drizzare le antenne a queste parole è stato l’ex sindaco nonché presidente dell’assemblea dei soci di Retesalute, Massimo Panzeri: “Mi preoccupano le dichiarazioni del direttore sull’Assistenza Educativa Scolastica per l’inizio delle lezioni. Ci auguriamo che non si ripetano dei problemi né quest’anno né in quelli futuri dato l’appalto pluriennale”.
Si è detta “spaesata” sui probabili disagi nell’offrire l’assistenza scolastica la consigliera di Noi Merate Franca Maggioni, ex assessore al Sociale. “Spero che sia stato detto solo per un po’ di paura e di scrupolo, ma che poi si possa superare e arrivare, non dico dal 1° giorno di scuola, ma dai giorni immediatamente a venire a coprire questa esigenza nell’interesse dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, delle loro famiglie, senza un continuo cambio degli educatori”.
Il problema è che le offerte delle cooperative o consorzi possono essere accettate nella procedura di gara fino al 12 agosto. Poi la commissione giudicatrice dovrà prendersi il suo tempo per valutare, per poi aggiudicare l’appalto. Dopodiché, in caso di cambio di operatore, andranno effettuati nuovamente i colloqui con gli educatori, che dovranno poi essere contrattualizzati. Un iter che difficilmente potrà essere concluso per l’inizio di settembre.
Menzionata di sfuggita la questione del credito nei confronti di alcuni Comuni soci risultante dal riconoscimento della copertura della soccombenza legale per lite temeraria verso ex dipendenti per la vicenda della passata gestione contabile dell’azienda speciale. “Ancora oggi abbiamo da riscuotere alcune voci. Dei 93 mila euro ne abbiamo incassato 56.338” ha dichiarato Rigamonti.
Nessun accenno invece al mancato parziale ripiano delle perdite da parte di Merate per 86 mila euro e Olgiate Molgora per 35 mila euro. L’ex sindaco di Merate per questo è più volte andato in rotta di collisione con alcuni membri del CdA di Retesalute e alcuni colleghi, in primis Filippo Galbiati di Casatenovo e Stefano Motta di Calco. La cifra attribuita a Merate non è stata ancora versata in quanto per Massimo Panzeri e l’ex segretaria comunale Vignola nel criterio di ripartizione andava seguita la proporzione per quote di partecipazione. La scelta politica di non far pesare invece sui Comuni dell’Oggionese le perdite accumulate nelle annualità in cui non facevano parte di Retesalute non era stata formalmente deliberata in Assemblea dei soci, sebbene i sindaci proprio in quella sede avessero convenuto di muoversi in tal senso. Ora che il sindaco è cambiato insieme alla segretaria comunale potrebbe essere arrivato il momento per risolvere l’annosa questione.
Rigamonti ha sostenuto che Retesalute per poter funzionare con tutti i suoi servizi generali ha bisogno all’anno di circa 985 mila euro. Di questi 629 mila vengono dal contributo di funzionamento, 98 mila dall’Ambito per i servizi e il personale forniti. “La differenza di circa 300 mila euro viene ottenuta dai margini di contribuzione sui vari servizi. Quindi si potrebbe o aumentare il contributo di funzionamento per avere tariffe più basse oppure mantenerlo così com’è” il direttore ha esposto così al Consiglio comunale il dubbio amletico.
Per le assunzioni l’azienda ha intenzione di creare 5 posizioni organizzative, tra cui quelle per la domiciliarità e la disabilità. “Questo ci permetterà nei prossimi anni di fare dei ragionamenti per vedere se possono essere internalizzati alcuni servizi, come il CDD o il SAD, non solo per un risparmio economico ma anche per un miglioramento della qualità dei servizi” ha detto Rigamonti, che per la domiciliarità ha ammesso il calo delle richieste, un servizio che probabilmente andrebbe svecchiato.
Al di là delle preoccupazioni sull’Assistenza Educativa Scolastica, i gruppi consiliari hanno espresso fiducia nei confronti di Retesalute. Il capogruppo di maggioranza Ernesto Sellitto ha puntato sul concetto di territorialità, punto di forza dell’azienda speciale meratese radicata sul territorio.
Dario Perego di Noi Merate ha stimolato a controllare l’evoluzione dei bisogni anche per i mutamenti demografici, che vedono un Paese che invecchia e con un maggior tasso di stranieri. Perego vedrebbe di buon occhio una crescita territoriale di Retesalute nell’erogazione dei servizi, mentre ultimamente il fenomeno è andato in senso opposto con il dietrofront dell’Oggionese e la fuoriuscita di La Valletta Brianza.
Per Più Prospettiva, Massimo Panzeri ha rivendicato la scelta fatta nella sua consigliatura di mettere a disposizione la palazzina di via Garibaldi e di due appartamenti per dei progetti abitativi sul “Dopo di noi”, quando l’amministrazione comunale avrebbe potuto procedere con l’alienazione degli immobili. Ha ricordato anche l’adeguamento della sede nell’auspicio che possa simboleggiare un miglioramento in generale della qualità dell’azienda.
Per la vice sindaca, nonché assessore al Sociale, Valeria Marinari, Retesalute è un’azienda vivace, con tante progettualità, e la coscienza delle proprie possibilità di miglioramento. Il rendiconto 2023 di Retesalute è stato approvato all’unanimità.
M.P.