Robbiate: Benatti presenta il suo libro “Thriller di ricette”

Nel pomeriggio di sabato 29 giugno l’airunese, ora residente a Lecco, Ivo Benatti ha presentato il suo ultimo libro “Thriller di ricette” pubblicato nel 2019, insieme alla sua prima opera “Il titolo è solo un dettaglio”.
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La bibliotecaria Gloria Serratore e Ivo Benatti

L’autore ha esordito rivelando che l’interesse verso la scrittura è nato all’improvviso nel 2012, quando lavorava in azienda, poco prima di lasciare l’occupazione per aprire un’attività di pasticceria nel centro del capoluogo di provincia. Da uno stimolo ricevuto da una collega, Benatti ha trovato il giusto incoraggiamento per raccontare le vicende di un ragazzo alla ricerca delle sue origini, una storia iniziata dallo scrittore a diciotto anni e mai completata. L’airunese aveva difatti avviato la stesura di un romanzo che rifletteva le sue sensazioni ed emozioni di gioventù, precisamente durante il periodo di passaggio alla maggiore età, quando si sentiva spinto ad esplorare ed evadere da tutto. All’età di 48 anni, con il senno di poi, Benatti ha deciso di completare questo racconto ambientato nella Spagna del 1981, in una narrazione dettata da ampi salti temporali, dall’incontro di una moltitudine di personaggi, di viaggi e di passioni, che l’hanno portato, rivelandosi nel protagonista, alla riscoperta di se stesso.
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L’esperienza della prima opera ha lasciato nell’autore una sorta di assuefazione che l’ha spinto a continuare a produrre, nonostante non avesse già un’idea dalla quale prendere ispirazione. “Mi prudevano le dita alla tastiera del computer, così ho buttato giù una frase e da lì ho costruito tutto, come con i pezzi di lego, incastrando i tasselli si è alzata una torre”. Così nel 2015 ha iniziato a prendere forma il suo secondo romanzo “Thriller di ricette”, un giallo che incorpora la passione dell’autore verso la cucina. Una narrazione atipica che si allontana dallo standard: il colpevole viene subito rivelato mentre la vittima rimane ignota. Il racconto si sviluppa a ritroso, da un individuo che risvegliandosi dal coma cerca di ripercorrere i fatti che lo hanno portato a ritrovarsi ricoverato in un letto d’ospedale. L’ambientazione spazia tra Trieste e la Sardegna, due luoghi che l’autore aveva conosciuto bene durante gli anni di servizio militare e che fanno da cornice alle investigazioni del commissario Piras all’inizio degli anni 2000. Il titolo fa riferimento ad uno dei personaggi, uno chef, ma soprattutto alle ricette rivisitate da Benatti che concludono ogni capitolo. Entrambi i libri sono molto densi ed estesi, in quanto contengono diversi riferimenti storici e numerose figure marginali, spesso ispirate da persone reali, per riuscire a riportare in poche righe, con concretezza e credibilità, personalità e indoli. 
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Lo scrittore ha rivelato, come a differenza di altri colleghi, per lui la pandemia abbia rappresentato un blocco. Difficoltà e problematiche personali lo hanno portato ad allontanarsi da un terzo romanzo, rimasto incompleto dal 2020. Ad anni di distanza la difficoltà nel terminarlo è più forte che mai: “è come quando un podista smette di correre e torna ad allenarsi a distanza di anni. Di certo non potrà mai ottenere gli stessi risultati di prima. È necessario riprendere il ritmo e concentrarsi con dedizione sull’attività per tornare ad ottenere grandi successi”. Una “regola” applicabile, secondo l’autore, alla scrittura, che dunque Benatti è determinato a riprendere per superare questo stallo e dare una degna chiusa ad uno scritto già lungo 400 pagine, ambientato in America con un’impostazione completamente diversa dai due primi successi.
I.Bi.
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