Cosa conta a livello locale
A una decina di giorni dal bi-responso elettorale, pur in punta di piedi, qualche valutazione occorrere pur farla.
Come semplice cittadino, che non rinuncia però a pensare, ovviamente nessuna presunzione di oggettività ma solo opinioni anche in cerca di confronto.
Quella che a prima vista appare una iniziale fondata considerazione non può che riguardare, perlomeno a livello locale - ma non solo-, il divario tra i risultati delle europee e quelle comunali: un centrodestra vincente alle europee ma in sostanza perdente alle comunali.
Sulle più o meno fondate ragioni di tale apparente contraddizione lascio sbizzarrirsi a profusione commentatori e opinionisti di professione. Da parte mia solo qualche considerazione spicciola richiamandomi anche ad un mio precedente contributo di pensiero:
https://www.merateonline.it/notizie/137063/considerazioni-sulle-elezioni-comunali
https://www.merateonline.it/notizie/137266/elezioni-ma-non-solo
Che la politica nazionale registri purtroppo una crescente disaffezione da parte dei cittadini è ormai un dato acclarato costatato che per la prima volta quello che viene chiamato non solo ironicamente il Partito degli Astensionisti ha raggiunto la maggioranza assoluta.
Certo le spiegazioni di tale molto preoccupante fenomeno possono essere varie ma tutte comunque rimandano ad un anacronistico e variamente motivato disimpegno partecipativo che, nei fatti, serve solo a consolidare lo strapotere dei partiti e soprattutto delle loro leadership.
Ma si sa, la delega è lo sport nazionale, salvo poi lamentarsene quando le politiche dei governi ricadono inesorabilmente sulle teste e sulla quotidianità.
La mia impressione è che tutto ciò giovi alle élite che ci dovrebbero rappresentare e che, al di là delle apparenti loro preoccupate disquisizioni sul tema, sono in gran parte ben contente di un sempre maggior numero di cittadini non interessati alla Politica (quella con la P maiuscola), lasciando loro libero campo d'azione.
Su questo aspetto: solo un rinnovato ed attivo senso partecipativo, al di là di come la si pensi e a partire dal livello locale, potrà portare ad un miglioramento del quadro sociale, economico e democratico. Inutile e controproducente illudersi: o la Democrazia è Partecipativa o non è vera Democrazia.
Un altro “fenomeno” che vorrei segnalare è quell'enorme peso che l'informazione politico-mediatica sta via via assumendo in un crescendo rossiniano fatto più di pettegolezzi e beghe di partito che di effettivi contributi alla formazione delle coscienze costruttivamente critiche dei Cittadini.
Non che le dinamiche interne ai partiti e tra di loro e le coalizioni non debbano essere oggetto di analisi, visti perlomeno i risultati che producono, ma è l'indulgere esageratamente su aspetti assolutamente secondari, e perciò stesso fuorvianti dai temi più importanti, che rende insopportabili specie certi talk show televisivi. Sempre più attenti ad aspetti assolutamente personali, specie dei leader, che all'approfondimento critico circa la fondatezza o meno delle loro affermazioni.
Si potrebbe dire, come sostengono sempre più tanti, che il mondo dei media, perlomeno in gran parte, non sia tra i problemi di questa società ma sia “Il problema”, visto il peso che esercita sulla formazione delle opinioni e del cosiddetto “immaginario collettivo”. E anche a livello locale non mancano esempi di un eccesso di “racconti dietrologici” in chiave bottegaia.
Come, sempre a livello locale, non si può non registrare nel concreto che un eccesso di tatticismo spartitorio da manuale Cencelli da parte delle più o meno presunte coalizioni politiche non ha pagato. Mentre ha pagato la credibilità personale, la forza dei fatti e il primato dell'interesse collettivo e non delle convenienze dei Partiti, ne tanto meno dei loro proclami.
Quello che c'è d'augurarsi è che il senso critico dei Cittadini sappia ben distinguere l'Informazione più attenta al sensazionale da quella maggiormente informativa quanto quindi anche formativa.
Sempre ben consapevole che tutti gli strumenti dell'Informazione debbano potersi auto-sostenere oso sperare che lo facciano trovando un decoroso equilibrio tra esigenze di “cassetta” e nobile funzione pubblica info-formativa.
Come semplice cittadino, che non rinuncia però a pensare, ovviamente nessuna presunzione di oggettività ma solo opinioni anche in cerca di confronto.
Quella che a prima vista appare una iniziale fondata considerazione non può che riguardare, perlomeno a livello locale - ma non solo-, il divario tra i risultati delle europee e quelle comunali: un centrodestra vincente alle europee ma in sostanza perdente alle comunali.
Sulle più o meno fondate ragioni di tale apparente contraddizione lascio sbizzarrirsi a profusione commentatori e opinionisti di professione. Da parte mia solo qualche considerazione spicciola richiamandomi anche ad un mio precedente contributo di pensiero:
https://www.merateonline.it/notizie/137063/considerazioni-sulle-elezioni-comunali
https://www.merateonline.it/notizie/137266/elezioni-ma-non-solo
Che la politica nazionale registri purtroppo una crescente disaffezione da parte dei cittadini è ormai un dato acclarato costatato che per la prima volta quello che viene chiamato non solo ironicamente il Partito degli Astensionisti ha raggiunto la maggioranza assoluta.
Certo le spiegazioni di tale molto preoccupante fenomeno possono essere varie ma tutte comunque rimandano ad un anacronistico e variamente motivato disimpegno partecipativo che, nei fatti, serve solo a consolidare lo strapotere dei partiti e soprattutto delle loro leadership.
Ma si sa, la delega è lo sport nazionale, salvo poi lamentarsene quando le politiche dei governi ricadono inesorabilmente sulle teste e sulla quotidianità.
La mia impressione è che tutto ciò giovi alle élite che ci dovrebbero rappresentare e che, al di là delle apparenti loro preoccupate disquisizioni sul tema, sono in gran parte ben contente di un sempre maggior numero di cittadini non interessati alla Politica (quella con la P maiuscola), lasciando loro libero campo d'azione.
Su questo aspetto: solo un rinnovato ed attivo senso partecipativo, al di là di come la si pensi e a partire dal livello locale, potrà portare ad un miglioramento del quadro sociale, economico e democratico. Inutile e controproducente illudersi: o la Democrazia è Partecipativa o non è vera Democrazia.
Un altro “fenomeno” che vorrei segnalare è quell'enorme peso che l'informazione politico-mediatica sta via via assumendo in un crescendo rossiniano fatto più di pettegolezzi e beghe di partito che di effettivi contributi alla formazione delle coscienze costruttivamente critiche dei Cittadini.
Non che le dinamiche interne ai partiti e tra di loro e le coalizioni non debbano essere oggetto di analisi, visti perlomeno i risultati che producono, ma è l'indulgere esageratamente su aspetti assolutamente secondari, e perciò stesso fuorvianti dai temi più importanti, che rende insopportabili specie certi talk show televisivi. Sempre più attenti ad aspetti assolutamente personali, specie dei leader, che all'approfondimento critico circa la fondatezza o meno delle loro affermazioni.
Si potrebbe dire, come sostengono sempre più tanti, che il mondo dei media, perlomeno in gran parte, non sia tra i problemi di questa società ma sia “Il problema”, visto il peso che esercita sulla formazione delle opinioni e del cosiddetto “immaginario collettivo”. E anche a livello locale non mancano esempi di un eccesso di “racconti dietrologici” in chiave bottegaia.
Come, sempre a livello locale, non si può non registrare nel concreto che un eccesso di tatticismo spartitorio da manuale Cencelli da parte delle più o meno presunte coalizioni politiche non ha pagato. Mentre ha pagato la credibilità personale, la forza dei fatti e il primato dell'interesse collettivo e non delle convenienze dei Partiti, ne tanto meno dei loro proclami.
Quello che c'è d'augurarsi è che il senso critico dei Cittadini sappia ben distinguere l'Informazione più attenta al sensazionale da quella maggiormente informativa quanto quindi anche formativa.
Sempre ben consapevole che tutti gli strumenti dell'Informazione debbano potersi auto-sostenere oso sperare che lo facciano trovando un decoroso equilibrio tra esigenze di “cassetta” e nobile funzione pubblica info-formativa.
Germano Bosisio