Imbersago: arte e poesia in mediateca con Rosadini e tanti pittori e scultori locali
È stato un pomeriggio tra arte e poesia quello di sabato 25 maggio a Imbersago. La rassegna “Poesia sul Traghetto” di Marco Bellini ha portato alla Mediateca del paese la poetessa e editor Giovanna Rosadini e moltissimi artisti e artiste del territorio che, ispirati dalle opere della ospite, hanno prodotto quadri e sculture per la mostra “Ritorno dall’oscurità” curata da Sara Fruet.
Dialogando con Marco Bellini, Rosadini ha presentato le sue opere e inevitabilmente ha raccontato di sé, della sua vita e del fatto accadutole che ha cambiato per sempre la sua esistenza e che ha ispirato molti dei suoi lavori. Nata a Genova nel 1963 e poi trapiantata a Milano, è sempre stata una grande appassionata di libri, tanto da essere poi approdata nella casa editrice torinese Einaudi a lavorare come redattrice ed editor, curando raccolte di poesie di quelli che Bellini non ha esitato a definire “mostri sacri”, come Raffaello Baldini e Alda Merini.
Parallelamente al suo lavoro Rosadini ha sempre scritto, senza mai pubblicare. Il 28 maggio del 2005 a causa di un errore medico è finita in coma per quaranta giorni. Al risveglio ha realizzato che la sua vita non sarebbe stata più quella di prima, ma che la scrittura in qualche modo avrebbe potuto aiutarla. “Ho cercato di mettere a frutto l’esperienza. Prima dell’incidente non avevo mai avuto il coraggio di fare outing e dire che anche io scrivevo. Dopo si sono ribaltate le necessità, come se l’incidente avesse legittimato la mia scrittura” ha raccontato. Le prime poesie, Rosadini le ha pubblicate sulla rivisita Atelier, di cui oggi è direttrice. Poi nel 2010 con Einaudi ha pubblicato “Unità di risveglio”, raccolta di poesie che narrano l’esperienza pre, post e durante il coma. Rosadini infatti ha raccontato di ricordare sogni, lampi e momenti vissuti mentre si trovava in quello stato. “La mente percepiva quello che avveniva intorno e traduceva in sogni quello che sentiva” ha detto.
Il titolo del libro fa riferimento al reparto ospedaliero dove sono ricoverati i pazienti che stanno uscendo dal coma e il volume è diviso in tre parti. La prima, “Sintomi”, raccoglie poesie che l’autrice ha scritto qualche mese prima dell’incidente, ma che in qualche modo annunciavano ciò che di lì a poco sarebbe successo. Non solo, Rosadini è stata anche in grado di scriverlo con terminologia accurata. “Queste cose le ho scritte di notte, in montagna, come se le frasi mi arrivassero da un cosmo” ha detto, spiegando che forse il fatto di essere figlia di un neurochirurgo ha fatto sì che avesse già sentito qualche volta – seppur inconsciamente – determinati termini, come per esempio “arco riflesso”.
Nella seconda parte, “Terra di nessuno”, la poetessa ha raccontato invece in versi l’esperienza del coma, mettendo su carta ciò che ricordava. Infine la terza parte, “Itaca”, descrive il ritorno a casa e la sua ripartenza.
A distanza di quindici anni dall’incidente, dopo aver pubblicato nel frattempo altre opere, Rosadini è tornata a scrivere di quell’esperienza. Ne è uscito “Un altro tempo”, pubblicato da Interno Poesia Editore nel 2021. Si tratta di un libro in cui l’autrice ha ripercorso l’episodio ma da una maggiore distanza, descrivendolo e analizzandolo da un punto di vista completamente diverso.
Nel corso della presentazione sono stati letti diversi passi delle due opere. Il pubblico, rimasto molto colpito dalla presentazione e dal racconto, si è poi soffermato sulle opere realizzate dagli artisti locali ed esposte sempre all’interno della Mediateca vedendole con una luce diversa. Come anticipato, infatti, queste opere che compongono la mostra “Ritorno dall’oscurità” sono state ispirate dai libri di Rosadini e in particolare dalle liriche di “Unità di risveglio”.
Terminata la prestazione i presenti hanno avuto il piacere di scambiare qualche parola con l’autrice e gli artisti. Le opere sono state realizzate da Alberto Casiraghy, Raffaela Lamberti, Germana Sironi, Maria Luisa Farina, Dolores Previtali, Rosanna Tomasi, Sara Fruet, Daniela Sala, Antonio Triacca, Patrizia Improvola, Elena Sala e Pietro Viganò.
Dialogando con Marco Bellini, Rosadini ha presentato le sue opere e inevitabilmente ha raccontato di sé, della sua vita e del fatto accadutole che ha cambiato per sempre la sua esistenza e che ha ispirato molti dei suoi lavori. Nata a Genova nel 1963 e poi trapiantata a Milano, è sempre stata una grande appassionata di libri, tanto da essere poi approdata nella casa editrice torinese Einaudi a lavorare come redattrice ed editor, curando raccolte di poesie di quelli che Bellini non ha esitato a definire “mostri sacri”, come Raffaello Baldini e Alda Merini.
Parallelamente al suo lavoro Rosadini ha sempre scritto, senza mai pubblicare. Il 28 maggio del 2005 a causa di un errore medico è finita in coma per quaranta giorni. Al risveglio ha realizzato che la sua vita non sarebbe stata più quella di prima, ma che la scrittura in qualche modo avrebbe potuto aiutarla. “Ho cercato di mettere a frutto l’esperienza. Prima dell’incidente non avevo mai avuto il coraggio di fare outing e dire che anche io scrivevo. Dopo si sono ribaltate le necessità, come se l’incidente avesse legittimato la mia scrittura” ha raccontato. Le prime poesie, Rosadini le ha pubblicate sulla rivisita Atelier, di cui oggi è direttrice. Poi nel 2010 con Einaudi ha pubblicato “Unità di risveglio”, raccolta di poesie che narrano l’esperienza pre, post e durante il coma. Rosadini infatti ha raccontato di ricordare sogni, lampi e momenti vissuti mentre si trovava in quello stato. “La mente percepiva quello che avveniva intorno e traduceva in sogni quello che sentiva” ha detto.
Il titolo del libro fa riferimento al reparto ospedaliero dove sono ricoverati i pazienti che stanno uscendo dal coma e il volume è diviso in tre parti. La prima, “Sintomi”, raccoglie poesie che l’autrice ha scritto qualche mese prima dell’incidente, ma che in qualche modo annunciavano ciò che di lì a poco sarebbe successo. Non solo, Rosadini è stata anche in grado di scriverlo con terminologia accurata. “Queste cose le ho scritte di notte, in montagna, come se le frasi mi arrivassero da un cosmo” ha detto, spiegando che forse il fatto di essere figlia di un neurochirurgo ha fatto sì che avesse già sentito qualche volta – seppur inconsciamente – determinati termini, come per esempio “arco riflesso”.
A distanza di quindici anni dall’incidente, dopo aver pubblicato nel frattempo altre opere, Rosadini è tornata a scrivere di quell’esperienza. Ne è uscito “Un altro tempo”, pubblicato da Interno Poesia Editore nel 2021. Si tratta di un libro in cui l’autrice ha ripercorso l’episodio ma da una maggiore distanza, descrivendolo e analizzandolo da un punto di vista completamente diverso.
Nel corso della presentazione sono stati letti diversi passi delle due opere. Il pubblico, rimasto molto colpito dalla presentazione e dal racconto, si è poi soffermato sulle opere realizzate dagli artisti locali ed esposte sempre all’interno della Mediateca vedendole con una luce diversa. Come anticipato, infatti, queste opere che compongono la mostra “Ritorno dall’oscurità” sono state ispirate dai libri di Rosadini e in particolare dalle liriche di “Unità di risveglio”.
Terminata la prestazione i presenti hanno avuto il piacere di scambiare qualche parola con l’autrice e gli artisti. Le opere sono state realizzate da Alberto Casiraghy, Raffaela Lamberti, Germana Sironi, Maria Luisa Farina, Dolores Previtali, Rosanna Tomasi, Sara Fruet, Daniela Sala, Antonio Triacca, Patrizia Improvola, Elena Sala e Pietro Viganò.
E.Ma.