Dopo la frana, allo "Stallazzo" si valuta la chiusura. “Danni enormi”

Un danno di dimensioni enormi quello causato dalla frana che si è abbattuta ieri lungo l'alzaia dell'Adda causando il cedimento del muro di contenimento dell'area boschiva e la distruzione di un tratto di camminamento. Tanto che la cooperativa Solleva che gestisce lo “Stallazzo” sta valutando di fermare l'attività per le conseguenze economiche che inevitabilmente deriveranno dal mancato afflusso di turisti dal versante milanese.

Attualmente, infatti, il punto di ristoro che si trova ai piedi della Rocchetta è accessibile solamente da Paderno o tramite il sentiero che scende dal cimitero di Porto d'Adda.
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Il cancello collocato all'inizio della discesa che parte subito dopo la scalinata della Rocchetta in direzione Cornate, chiuso su indicazione del consorzio Villoresi
Da Trezzo non è più possibile arrivare perchè lo smottamento ha cancellato il tratto di sentiero e ci vorranno mesi per ripristinarlo.

Già la stagione non era iniziata nel migliore dei modi per la cooperativa che gestisce egregiamente il sito perchè tra fine settimana e ponti caratterizzati da maltempo, l'afflusso era decisamente ridotto.

Ora l'ipotesi del mancato afflusso da sud di turisti, costituirebbe un danno incalcolabile.
“Stiamo valutando la possibilità di cessare l'attività a fronte delle oggettive difficoltà economiche cui andremo in contro e a cui già stiamo facendo fronte” ha spiegato il direttore Luigi Gasparini che in questi giorni si sta comunque attivando per alleviare al massimo i disagi per gli escursionisti “a breve incontreremo le istituzioni preposte, tra cui i sindaci di Paderno e Cornate per valutare soluzioni temporanee atte a contenere i danni e il disagio ma la situazione è davvero critica.
La perdita di funzionalità al ristoro Stallazzo significa anche rinunciare ad un punto di riferimento emergenziale strategico lungo l'Adda, una stazione di primo soccorso e di accoglienza di persone in transito in palese difficoltà. Il nostro appello è di avere un aiuto dalle istituzioni e una maggiore comprensione da parte dei turisti che comprendano come senza la loro presenza non potremo andare avanti. Gli chiediamo uno sforzo: continuare a venire da noi utilizzando le vie alternative, sino al ripristino della normalità. Ciascuno deve fare la propria parte e dare il proprio contributo, altrimenti non ce la faremo”.
S.V.
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