E' ora di gettare la maschera
Rafah, siamo veramente ad un passo dalla strage degli innocenti.
La narrazione Biblica è esplicita quando descrive l'interesse di Erode a sacrificare bambini innocenti alla sua brama di potere: la definisce in modo inorridito e straziante come “la strage degli innocenti”.
Come chiamare quindi ciò che sembra intenzionato a compiere oggi nei confronti di oltre un milione di inermi Palestinesi un suo “successore” e la sua cricca, mosso da analoghe aspirazioni?
A Netanyahu e purtroppo a molti degli attuali abitanti di Israele non sembrano bastare le oltre 34000 vittime civili, in gran parte donne e bambini, che già sono state uccise nel corso di quella che ben si può definire una super sproporzionata reazione all'inumano e altrettanto orribile massacro perpetrato da Hamas nei loro confronti il 7 ottobre scorso.
Già avevo scritto più volte ( qui l'ultima https://www.merateonline.it/notizie/136274/la-terribile-lezione-di-israele) di questa ipocrisia ma non si può certamente restare muti nel veder perpetrare un'ulteriore rovesciamento delle parti che pretenderebbe, più o meno sottilmente, di giustificare anche quello che potrebbe rappresentare l'atto finale contro il popolo Palestinese costretto continuamente a cambiare destinazione per sottrarsi a questa cinica e preordinata follia vendicativa.
Ma il massimo dell'ipocrisia non si può non registrare che nella “copertura” garantita, di fatto e non nei proclami, dal cosiddetto Occidente anche a quest'ultima possibile azione stragista.
Adesso, e per ultimo, la sceneggiata delle Casa Bianca che dice d'aver sospeso provvisoriamente una fornitura di armi ad Israele, volendo dimostrare apparentemente la sua resistenza alla linea del governo Netanyahu, ma al contempo dichiarando che l'alleanza con Israele non è messa in discussione.
A Biden (non parliamo neppure di Trump!), se volesse realmente far cessare il massacro, basterebbe far chiudere realmente il rubinetto del rifornimento di armi ( ma le relative lobby glielo permetterebbero?) e così facendo potrebbe pure contribuire a salvare la considerazione storica presso l'opinione pubblica del resto del mondo su Israele ( altro che rigurgiti di antisemitismo, i veri antisemiti sono Netanyahu e il suo governo) e su buona parte dei suoi abitanti visto che sempre più numerosi stanno manifestando contro quello che anche ai loro occhi appare una vera e propria vergogna perpetrata dalla dirigenza.
Del resto come si può definire Israele avamposto di Democrazia e Civiltà in Medio Oriente se, tra le tante assurde contraddizioni, la sua leadership impedisce pure il rifornimento di generi essenziali alla popolazione della striscia di Gaza, di fatto riducendola ulteriormente alla fame?
E come giustificare un premier che dichiara apertamente di voler procedere nell'attacco a Rafah a prescindere dall'andamento della trattativa in corso?
E così pure come giustificare i toni quantomeno soft e relative acrobazie lessicali di gran parte dei media nei confronti di comportamenti simili? Comportamenti che in altri casi sarebbero bollati con i peggiori epiteti?
Ieri sentivo il nostro ministro della Difesa pronunciare in tv parole sul sacrosanto diritto alla difesa di un popolo aggredito e mi chiedevo se tutte le sue puntuali osservazioni non valessero pure anche per la Palestina e non solo per l'Ucraina, visto che non si possono identificare di certo i Palestinesi con Hamas.
Come del resto non si può giustamente identificare l'intero popolo israeliano con l'attuale governo.
Occorrerebbe che alle convenienze dettate da logiche falsamente nazionalistiche o di alleanza d'interessi speculativi si privilegiasse l'unica e basilare logica: quella della comune appartenenza all'Umanità, fatta di pari diritti e doveri, ben al di là di ogni distinzione di qualsiasi genere e natura.
Su questo la speranza operosa non deve mai morire.
La narrazione Biblica è esplicita quando descrive l'interesse di Erode a sacrificare bambini innocenti alla sua brama di potere: la definisce in modo inorridito e straziante come “la strage degli innocenti”.
Come chiamare quindi ciò che sembra intenzionato a compiere oggi nei confronti di oltre un milione di inermi Palestinesi un suo “successore” e la sua cricca, mosso da analoghe aspirazioni?
A Netanyahu e purtroppo a molti degli attuali abitanti di Israele non sembrano bastare le oltre 34000 vittime civili, in gran parte donne e bambini, che già sono state uccise nel corso di quella che ben si può definire una super sproporzionata reazione all'inumano e altrettanto orribile massacro perpetrato da Hamas nei loro confronti il 7 ottobre scorso.
Già avevo scritto più volte ( qui l'ultima https://www.merateonline.it/notizie/136274/la-terribile-lezione-di-israele) di questa ipocrisia ma non si può certamente restare muti nel veder perpetrare un'ulteriore rovesciamento delle parti che pretenderebbe, più o meno sottilmente, di giustificare anche quello che potrebbe rappresentare l'atto finale contro il popolo Palestinese costretto continuamente a cambiare destinazione per sottrarsi a questa cinica e preordinata follia vendicativa.
Ma il massimo dell'ipocrisia non si può non registrare che nella “copertura” garantita, di fatto e non nei proclami, dal cosiddetto Occidente anche a quest'ultima possibile azione stragista.
Adesso, e per ultimo, la sceneggiata delle Casa Bianca che dice d'aver sospeso provvisoriamente una fornitura di armi ad Israele, volendo dimostrare apparentemente la sua resistenza alla linea del governo Netanyahu, ma al contempo dichiarando che l'alleanza con Israele non è messa in discussione.
A Biden (non parliamo neppure di Trump!), se volesse realmente far cessare il massacro, basterebbe far chiudere realmente il rubinetto del rifornimento di armi ( ma le relative lobby glielo permetterebbero?) e così facendo potrebbe pure contribuire a salvare la considerazione storica presso l'opinione pubblica del resto del mondo su Israele ( altro che rigurgiti di antisemitismo, i veri antisemiti sono Netanyahu e il suo governo) e su buona parte dei suoi abitanti visto che sempre più numerosi stanno manifestando contro quello che anche ai loro occhi appare una vera e propria vergogna perpetrata dalla dirigenza.
Del resto come si può definire Israele avamposto di Democrazia e Civiltà in Medio Oriente se, tra le tante assurde contraddizioni, la sua leadership impedisce pure il rifornimento di generi essenziali alla popolazione della striscia di Gaza, di fatto riducendola ulteriormente alla fame?
E come giustificare un premier che dichiara apertamente di voler procedere nell'attacco a Rafah a prescindere dall'andamento della trattativa in corso?
E così pure come giustificare i toni quantomeno soft e relative acrobazie lessicali di gran parte dei media nei confronti di comportamenti simili? Comportamenti che in altri casi sarebbero bollati con i peggiori epiteti?
Ieri sentivo il nostro ministro della Difesa pronunciare in tv parole sul sacrosanto diritto alla difesa di un popolo aggredito e mi chiedevo se tutte le sue puntuali osservazioni non valessero pure anche per la Palestina e non solo per l'Ucraina, visto che non si possono identificare di certo i Palestinesi con Hamas.
Come del resto non si può giustamente identificare l'intero popolo israeliano con l'attuale governo.
Occorrerebbe che alle convenienze dettate da logiche falsamente nazionalistiche o di alleanza d'interessi speculativi si privilegiasse l'unica e basilare logica: quella della comune appartenenza all'Umanità, fatta di pari diritti e doveri, ben al di là di ogni distinzione di qualsiasi genere e natura.
Su questo la speranza operosa non deve mai morire.
Germano Bosisio