Merate: la retorica di Gino e la vergogna della sua via
L’accorato ricordo di Laura Corti del capitano Giannantonio “Gino” Prinetti Castelletti è stato accolto da un sincero applauso. Su questo giornale del giovane borghese, cresciuto tra Pessano e villa Subaglio a Merate e morto ventiduenne in Valsesia abbattuto da raffiche di mitra naziste si è parlato spesso. E del resto è la sola Medaglia d’oro al valor militare della Provincia di Lecco.
A lui l’ing. Luigi Zappa, dedicò la strada che da villa Subaglio, già villa Prinetti in località Montalbano, collega con la via Bianchi. Però di questa strada comunale, intitolata cinquant’anni fa all’eroe della Brigata Garibaldi “Osella”, una delle formazioni del comandante Cino Moscatelli, evidentemente importata poco all’Amministrazione comunale. Più volte abbiamo denunciato lo stato di abbandono al punto che con un’azione di mecenatismo i residenti si sono offerti di sistemarla a proprie spese. Retorica a parte, è nei fatti che si onora un Eroe.
A lui l’ing. Luigi Zappa, dedicò la strada che da villa Subaglio, già villa Prinetti in località Montalbano, collega con la via Bianchi. Però di questa strada comunale, intitolata cinquant’anni fa all’eroe della Brigata Garibaldi “Osella”, una delle formazioni del comandante Cino Moscatelli, evidentemente importata poco all’Amministrazione comunale. Più volte abbiamo denunciato lo stato di abbandono al punto che con un’azione di mecenatismo i residenti si sono offerti di sistemarla a proprie spese. Retorica a parte, è nei fatti che si onora un Eroe.